Viterbo potrebbe avere la sua corrida o il suo rodeo. L’idea di una “giostra della vaccina” rilanciata dal decano dei giornalisti viterbesi, Aldo Ciatti, e ripresa dal Messaggero del 22 febbraio 1952, viene proposta per i festeggiamenti di Santa Rosa. In effetti si tratterebbe di ripristinare una vecchia manifestazione poi dimenticata e che nulla avrebbe di cruento. Il giornalista spiega che la giostra potrebbe svolgersi nel periodo estivo e aperta a diversi comuni e borgate. L‘iniziativa richiamerebbe migliaia di visitatori.
L’articolo:
Tra le manifestazioni per il settimo centenario di Santa Rosa potrebbe essere con successo inserita la cosiddetta “Giostra della vaccina” che molti viterbesi ricordano come un divertente spettacolo sportivo disgraziatamente caduto in disuso. Il collega Ciatti da diversi anni si adopera per la rinascita di questa tradizione ed ha avuto contatti anche con il sindaco di Nimes (presidente dall’associazione francese per la tauromachia) per le somiglianze tra la “giostra” e le “corse dei tori” della Provenza. La giostra della vaccina – secondo il rag. Ciatti – è qualcosa tra la “corrida” e il “rodeo”; non c’è la morte del toro né i cavalli sbudellati, ma solo la dimostrazione della particolare abilità con cui i nostri butteri mettono a terra le giovenche brade degli allevamenti maremmani. Lo spettacolo dovrebbe essere arricchito di una cornice folkloristica così come il palio senese che in fondo è una corsa di brocchi, diventa spettacolo per la sfilata delle contrade. Nella giostra il posto delle contrade potrebbe essere preso da comuni e borgate come Viterbo, Grotte S. Stefano, Vetralla, Cura, Tre Croci, Tarquinia, Montalto, Tolfa ecc. e ci dovrebbe essere un premio di rappresentanza; le gare potrebbero svolgersi nel periodo estivo, ogni due o tre domeniche, in otto o dieci spettacoli da maggio a dicembre. Una propaganda intelligente ed un’organizzazione accurata potrebbero richiamare migliaia di visitatori, specialmente se non mancherà l’appoggio dell’Enal. Cosa ne pensano i membri del Comitato per i festeggiamenti?
*Luciano Costantini, giornalista professionista, ha lavorato in qualità di vice capo servizio presso la redazione centrale de Il Messaggero, occupandosi di sindacato ed economia. Rientrato in sede stabile a Viterbo, firma in qualità di direttore editoriale la testata TusciaUp. La sua grande passione per la storia è raccolta in due libri: Il giorno che accecai il Duce, Fuori le donne dal palazzo dei Priori. E’ prossima l’uscita del terzo libro, tutti editi da Sette Città. Echi di cronaca del secondo dopoguerra è una rubrica periodica su questa testata, che racconta aneddoti e fatti di quel periodo storico riportati proprio dal quotidiano romano in cui il giornalista ha vissuto il suo cammino professionale.
Documentazione tratta dalla ricerca d’archivio presso la Biblioteca di Viterbo sul periodo storico