La porta dietro di noi si chiude con un tonfo soffice e definitivo. Diamo un’occhiata intorno: la stanza è senza finestre e disseminata di oggetti e di indizi. Cerchiamo e troviamo lo sguardo rassicurante dei nostri amici: l’unione fa la forza, ora dobbiamo collaborare per trovare la chiave che ci consentirà di uscire sani e salvi dalla stanza. Abbiamo solo sessanta minuti per decifrare enigmi e quesiti, mentre il tempo scorre inesorabile. Non è la trama di un thriller angosciante: siamo all’interno di una Escape Room, sorprendente ultimo grido in fatto di esperienze di gioco. Parliamo con Matteo Giammatteo, che ha conosciuto questa innovativa forma di intrattenimento in altre città italiane e ha deciso di importarla anche a Viterbo. È nata così Lost Escape Room che, malgrado la recente apertura, può già vantare un nutrito numero di appassionati sostenitori viterbesi e della provincia. «L’esperienza di Escape Room è nata nel 2006 negli Stati Uniti, nella Silicon Valley, zona notoriamente all’avanguardia nel campo della tecnologia più avanzata. Dalla California si è diffusa in tutto il territorio americano e poi nel mondo. Nove anni dopo è stata aperta a Torino la prima Escape Room italiana». Oggi in Italia esistono all’incirca quattrocento Escape Room. Le varie “stanze” italiane hanno le più diverse ambientazioni: si va dal tema poliziesco al tema storico, dalla spy story al fantasy. Più una storia è bella e avvincente, meglio si adatta al concept. «Nella nostra Escape Room troverete due ambientazioni: la prima è “Fuga da Alcatraz”, ambientata appunto in un carcere, dal quale bisogna fuggire per evitare di finire sulla sedia elettrica. Per meglio immergersi nell’atmosfera di gioco, i partecipanti vengono abbigliati da detenuti, con tanto di manette e tuta arancione. L’esperienza “Annabelle” è invece in tema horror: Annabelle è la figlia dello spietato Direttore del Carcere e all’interno della stanza si potrà scoprire la sua storia ricca di misteri e di paure. Qui non è previsto alcun abbigliamento particolare: si viene invitati dal Direttore all’interno dei suoi appartamenti che si trovano dentro il Carcere», continua Giammatteo. «Al Direttore piace mettere alla prova i suoi ospiti, prima di arrivare al suo cospetto». Le due storie sono interdipendenti, e questo costituisce un valore aggiunto rispetto ad altre Room, dove le ambientazioni sono a sé stanti. «Se si gioca con “Annabelle” non si può fare a meno di tornare e giocare anche ad “Alcatraz”, per sapere come va a finire la storia. E viceversa». Fondamentali lo spirito di squadra, l’essere in grado di mantenere calma e capacità di ragionamento in una situazione di stress, la capacità di interagire in gruppo, che può essere composto da un minimo di due a un massimo di otto persone. Al momento dell’iscrizione, viene richiesto di specificare se si è Coraggiosi o Deboli di cuore: la scelta determina l’atmosfera più o meno dura o horror delle due esperienze di gioco. Tutti possono partecipare, anche i minorenni che devono essere però accompagnati da un genitore. Non è richiesta nemmeno una particolare forza fisica: soltanto capacità di logica, concentrazione ed attenzione ai particolari. Lost Escape Room è sconsigliata a chi soffre di claustrofobia. È comunque possibile uscire dalla stanza in un qualsiasi momento: l’intera esperienza è costantemente videomonitorata dallo staff, a garanzia del benessere dei giocatori. Una volta usciti però, non è più possibile rientrare e continuare il gioco. Le Escape Room, oltre a costituire un’esperienza di gioco veramente avvincente – a giudicare dalle recensioni entusiastiche di chi si è già cimentato nella risoluzione degli enigmi – hanno delle applicazioni inaspettate, come quella del team building aziendale, ossia l’attività formativa volta a stabilire un clima di fiducia e di collaborazione fra dipendenti di un’azienda. «Il Team aziendale si ritrova rinchiuso in una stanza (che simboleggia un ipotetico problema professionale), con indizi e enigmi (possibile risoluzione del problema) e un imminente pericolo allo scadere del tempo (difficoltà lavorative); in poche parole, i dipendenti si impegneranno per un miglioramento della performance lavorativa divertendosi e andranno a ricoprire inconsapevolmente quei ruoli che il datore di lavoro potrà riconoscere, comprendendo il valore dei singoli elementi. Le capacità che si possono apprendere in soli 60 minuti sono la comunicazione, la capacità di leadership, il pensare fuori dagli schemi, il senso della collettività, la capacità di ascolto e di valutazione e inoltre l’ammissione dei propri errori. Il Team Building effettuato nelle Escape Room dà risultati più concreti e veloci rispetto ai tradizionali e costosi corsi di formazione». Lost Escape Room ha portato una vera ventata di novità del panorama sonnolento dell’intrattenimento viterbese. «Il cliente di Viterbo e provincia è soddisfatto e sorpreso da quello che vive attraverso il nostro servizio. La novità è proprio questa: la possibilità di vivere un’esperienza unica, che suscita emozioni in un epoca in cui tutto è “social”, condivisibile e registrato. Lost Escape Room costringe il giocatore a sentire e a fermarsi, a vivere un esperienza non condivisibile per niente, vera e personale», conclude Giammatteo. Se allora avete voglia anche voi di trascorrere una serata diversa con i vostri amici, provate l’appassionante mix di adrenalina e di ingegno di Lost Escape Room. E non preoccupatevi troppo se al termine dei sessanta minuti, non sarete riusciti a venire a capo degli enigmi: la porta si aprirà lo stesso!
www.escaperoomlost.com
www.facebook.com/LostEscapeRoomViterbo
Escape Room Viterbo,ultimo grido in fatto di esperienze di gioco
Donatella Agostini