Escher, riapertura della mostra a Trieste dell’artista che amava l’alta Tuscia

Il passaggio del grande ESCHER nella Tuscia è fissato in una strepitosa veduta di Barbarano Romano disegnata, sul finire degli anni ’20 del XX secolo, dal grande illustratore olandese (insieme con le perdute nidificazioni in situ del capovaccaio sui rostri di tufo a picco che sovrastano il Biedano).
Ha riaperto in questi giorni la mostra che racconta il genio olandese con 200 tra le opere più iconiche della sua produzione, con una grande novità: l’esposizione di sei xilografie sui giorni della creazione.
Maurits Cornelius Escher (Leeuwarden, 1898–Laren, 1972) la mostra in questione era stata interrotta a causa del coronavirus. Dal 30 maggio al 19 luglio è possibile tornare a vederla grazie alla riapertura del Salone degli Incanti di Trieste, i cui spazi espositivi sono stati adeguati per proteggere la salute dei visitatori.
Con circa 200 lavori , la mostra racconta il genio olandese con le opere più iconiche della sua produzione quali Mano con sfera riflettente (1935), Vincolo d’unione (1956), Metamorfosi II (1939), Giorno e notte (1938) e la serie degli Emblemata.
Sarebbe bello ricordare nella stessa Barbarano questo illustre artista, a maggio del 2019 l’evento ”Apri gli occhi: c’è Barbarano Romano”. inedita passeggiata/racconto, voluta da UIC (Unione italiana ciechi e ipovedenti sezione territoriale di Viterbo) e da ‘Barbarano cultura’, ha visto in scena narratori eccezionali quali Antonello Ricci e la giornalista Giovanna Rossiello e con una performance di letture e improvvisazioni anche l’attore e regista Pietro Benedetti.
Ora in questa Ripartenza perché non ripeterla?

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