Francesca Romana Stocchi, Capo Delegazione, e Salvatore Enrico Anselmi, Vice Capo Delegazione Fai Viterbo.
La loro mission è insita nel principio del Fai: promuovere in modo tangibile una cultura di rispetto della natura, dell’arte, della storia e delle tradizioni del nostro paese custodendo un patrimonio che è parte fondamentale delle nostre radici e della nostra identità: la Tuscia viterbese.
Presentatevi. Cosa fate nella vita
Francesca Romana Stocchi: Sono laureata in Filosofia e insegno al Liceo Classico “Mariano Buratti” di Viterbo.
Come tutti i membri della Delegazione sono particolarmente sensibile alla tutela del nostro patrimonio artistico-culturale.
Salvatore Enrico Anselmi: Sono uno storico e critico d’arte, ho tenuto corsi di Storia dell’arte moderna e contemporanea in alcuni atenei italiani. Attualmente mi divido tra l’insegnamento universitario e quello nella scuola secondaria superiore. Il mio ambito di ricerca è, in via prevalente, l’attività di committenza delle famiglie dell’aristocrazia centro-italiana in età moderna, tra le quali i Farnese, i Maidalchini e i Giustiniani. Su queste tematiche ho pubblicato alcune monografie e studi.
Tutelare il patrimonio ambientale è il compito fondamentale del Fai
Fate un identikit della provincia viterbese sotto questo aspetto.
La Tuscia viterbese è un’area strategica per la contiguità rispetto alla campagna romana, all’Umbria e alla Toscana meridionale, territori con i quali condivide, pur nella varietà peculiare, struttura e morfologia topografica. Tali aspetti si coniugano con una stratificata e capillare qualificazione dell’ambiente anche grazie alle testimonianze artistiche delle civiltà e delle culture che, dall’antichità in poi, si sono stanziate in queste zone.
Tali premesse hanno fatto sì che la provincia di Viterbo costituisca un’area caratterizzata da variegate manifestazioni di antropizzazione: gli insediamenti antichi, le strutture architettoniche di età medievale, le pianificazioni urbanistiche di età rinascimentale e barocca. Scopo precipuo del Fai è contribuire alla salvaguardia di tale patrimonio favorendo la conoscenza e la tutela dello stesso. Tutto ciò attraverso le iniziative promosse direttamente dalla Delegazione di Viterbo e quelle realizzate di concerto con le strutture nazionali e regionali del Fai.
Quali sono le opere in stato di allerta che abbisognano di intervento di recupero/restauro?
La complessa attività di salvaguardia e conservazione a nostro avviso può compiersi nelle sue forme più efficaci soltanto grazie alla conoscenza. Soltanto quando e se si conosce il patrimonio ambientale e storico-artistico si è in grado di preservarlo dall’incuria, dal degrado e dal suo sfruttamento illecito o improprio. Del resto è questo uno dei principi che informano la contemporanea politica di tutela dei beni culturali e ambientali che si appoggia a fondamenti scientifici ma anche operativi.
Conoscere, catalogare, conferire una sorta di diritto di sussistenza e un’attribuzione di valore sono i principi che qualificano la campagna di censimento dei siti storico-artistici, ambientali e territoriali sensibili che la nostra Delegazione sta promuovendo.
A conclusione i dati saranno resi noti. In questo modo sarà possibile tracciare una mappa aggiornata del degrado e della sua diffusione.
Quanti sono gli iscritti con tessera al Fai nella Provincia di Viterbo? Cosa comporta il tesseramento?
Gli aderenti sono circa cento. Chi decide di sostenere le attività del Fondo per l’Ambiente Italiano può farlo con un tesseramento annuale individuale, di coppia o familiare. Esistono facilitazioni per le classi delle scuole e per i giovani fino a venticinque anni di età. Le forme di adesione variano a seconda del carattere ordinario o di sostegno, inoltre si possono offrire donazioni per incrementare il supporto alle iniziative promosse.
Gli aderenti usufruiscono di una serie di facilitazioni e privilegi come l’ingresso gratuito alle numerose proprietà del Fai – edifici storici, siti naturalistici, collezioni d’arte etc. – presenti sul tutto il territorio nazionale. Possono partecipare a viaggi culturali ed eventi a condizioni vantaggiose, ricevono a casa il bollettino della Fondazione che li informa delle novità e delle iniziative organizzate.
Voi siete una delegazione giovane di grande presenza femminile, come pensate di ampliare il numero di iscritti/volontari e soprattutto come avvicinate i giovani?
Sicuramente attraverso i contatti con le scuole del territorio e con il coinvolgimento dei giovani nelle aperture eccezionali in occasione delle Giornate Fai di Primavera, appuntamento tradizionale che richiama ogni anno numerosissimi visitatori.
Il vostro operato all’interno del Fai è totale ?
Essendo entrambi impegnati nell’ambito della ricerca e dell’insegnamento i principi che informano le nostre attività professionali sono concordi con le finalità che la Fondazione si prefigge di raggiungere sul versante della diffusione della cultura e di una coscienza del rispetto.
Rafforzare il senso di appartenenza al nostro territorio e al nostro Paese, considerando la particolarissima e privilegiata condizione dell’Italia in quanto a ricchezza e qualità del patrimonio culturale presente, costituisce uno degli scopi fondamentali.
La nostra attività, come del resto quella di tutti i delegati, si basa comunque sul volontariato per dedicare energie e tempo libero ad una causa che riteniamo degna di considerazione.
Com’è il rapporto con le istituzioni, chi è l’interlocutore primario sul territorio, come avviene il confronto ?
Gli enti locali tutti, naturalmente la Fondazione Carivit, che da anni ci sostiene, e il Comune di Viterbo nella persona dell’assessore Delli Iaconi.
I Luoghi del Cuore… Le linee guida 2015 sono scadute il 9 giugno. A Settembre verranno annunciati i luoghi selezionati?
Per quanto riguarda i Luoghi del Cuore siamo già al lavoro sul censimento, come ogni anno; li comunicheremo nei tempi previsti dalla Direzione Regionale .Avvieremo una comunicazione energica affinché la risposta dei cittadini sia calorosa.
Qual è il vostro sogno per una Viterbo che non sia solo uno slogan e “città di arte e cultura” lo divenga veramente?
Il sogno non può che ispirarsi ai principi che animano il Fai, vale a dire valorizzare, promuovere e tutelare il patrimonio culturale e ambientale. Un sogno del genere si inserisce in una concreta prospettiva di realizzazione soltanto se si lavora affinché un numero sempre maggiore di cittadini maturi la consapevolezza profonda dell’importanza materiale e immateriale dei beni culturali e ambientali esistenti sul territorio viterbese. Fondamentale è dunque favorire la conoscenza di quanto ha avvalorato e di ciò che continua ad avvalorare il nostro territorio e la sua storia.
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