“Federlazio, 5.0, una nuova era”. Non è semplicemente uno slogan, che non sarebbe neppure troppo singolare, ma l’inizio davvero di una nuova stagione, un new deal, che la squadra di Tiziana Governatori, fresca presidente per il prossimo triennio, si accinge a avviare. Nuova presidente, nuova squadra, per una sfida che sarà durissima, ma per questo anche stimolante. L’Hotel Salis Terme, affollato di imprenditori, politici, amministratori, rappresentanti delle istituzioni, ospita il meeting per delineare insieme il percorso delle Piccole e Medie Imprese cha rappresentano la spina dorsale dell’economia dell’intero Paese. A dirigere i lavori il direttore di Federlazio, Giuseppe Crea.
La relazione di Tiziana Governatori è puntuale e documentata: “Il sistema delle Pmi è l’anima, il modello vincente del Paese, per flessibilità, dinamismo, capacità di innovazione, adattamento ai mercati e il profondo legame con i territori in cui operano e con il quale condividono valori economici e socioculturali”. Vero è, ricorda la presidente, che l’Italia non è più il fanalino di coda d’Europa: le piccole e medie imprese realizzano oltre la metà del nostro export. “Però è giusto affermare che il tempo a disposizione per portare a termine il Pnrr non basterà per completare tutti i progetti e occorrerà ragionare sull’estensione dei termini. La crisi pandemica, la situazione politica internazionale e la questione energetica pesa, tanto è vero che da noi la bolletta elettrica è superiore del 40 per cento rispetto alla media europea. E siamo al quarto posto nelle benzine europee. Per questo la fiducia spessa viene messa a dura prova, ma l’incertezza non può costituire un alibi per chi fa impresa”. E allora è necessario un rinnovamento continuo sul quale l’associazione è chiamata a intervenire sui nodi più cruciali, mobilitando a tutti i livelli le migliori energie.
Da qui la necessità di una rivoluzione digitale ed ecologica. “Le imprese – sottolinea Tiziana Governatori – lo hanno compreso ed è una occasione per incrementare produttività e competitività, ridurre i consumi energetici, e favorire occupazione di qualità”. I fondi pubblici possono avere un ruolo fondamentale e nel 2024 è diventato operativo il nuovo piano 5.0. Purtroppo, come sempre, è la burocrazia a fare da freno che ne ostacola l’entrata a regime. E non poteva mancare, nella relazione, un passaggio sull’intelligenza artificiale: “Una straordinaria opportunità di innovazione e crescita. Nelle Pmi ha un potenziale economico importante. Potrebbe generare nell’economia italiana fino a 312 miliardi nei prossimi 15 anni, pari a un aumento del 18,2% del Pil. Di questo incremento le Pmi potrebbero beneficiare di una crescita di 122 miliardi. Però l’uso delle tecnologie avanzate risulta ancora limitato: solo il 5% nelle piccole e medie imprese, rispetto all’8% della media europea. Costi troppo elevati e mancanza di competenze tecniche”. Il meeting su questo ha cominciato a discutere, consapevole che si tratta comunque di un primo, ma necessario passo.