Femminicidi storici: la duchessa Violante Carafa strangolata al Castello di Gallese

Sara Grassotti

Femminicidio e stalking sembrerebbero temi così attuali eppure sono così antichi. Gli episodi tramandati dagli storiografi della letteratura latina e le iscrizioni funerarie di età imperiale sembrano le prime pagine dei giornali del nuovo millennio: stalking e femminicidio, corteggiamenti ossessivi e omicidi violenti. Anche la Tuscia ha la sua storia antica. Violante Carafa venne strangolata nella stanza dell’ “Amore tragico” nel 1559. L’assassinio fu commissionato dal marito che la credeva adultera. Il fantasma di Violante é stato intercettato numerose volte nel corso dei secoli e tutti concordano nel descriverla come una donna di alta statura, con viso ovale e occhi neri. Alcuni pare siano riusciti anche a conversare con lei.
Violante, nobildonna vissuta nel XVI secolo, moglie del Duca Giovanni Carafa, fu protagonista di una tragica vicenda nel castello di Gallese. L’assenza di documenti rende difficile risalire a una qualche prima forma di fortificazione precedente al XIII secolo.
Si narra che nel 1559 il papa Paolo IV esiliò il Duca (che era suo nipote), nel Viterbese dove la macabra tragedia ne ricorda la permanenza.
Venuto in sospetto dell’infedeltà della moglie con il servitore Marcello Capece, Giovanni la destinò ingiustamente alla morte, avvenuta tramite strangolamento, nonostante Violante fosse incinta di sei mesi.
Anche Stendhal racconta questa vicenda in “Cronache romane”, con il titolo “La duchessa di Palliano”.


Il Castello di Gallese, nella storia anche Gabriele D’Annunzio

L’assenza di documenti rende difficile risalire a una qualche prima forma di fortificazione precedente al XIII secolo. Si sa, comunque, che nel 733 il feudo venne acquistato da Papa Gregorio III. Due secoli dopo, nel 1050, Gallese subì la dominazione di Gerardo, conte di Sutri, quindi divenne un comune, poi sottomesso a Viterbo fino al 1298. In tale epoca il paese venne fortificato con mura e torri, ancora oggi parzialmente visibili. Infine confluì nella proprietà della Santa Sede (che nel 1323 fece riparare la Rocca) da cui si separò per momentani domini di alcune famiglie: gli Orsini, nel 1330; gli Spinelli nel 1371; in seguito fu feudo dei Colonna, della Rovere, Carafa, Frangipane e altre. L’antico castello fu distrutto al tempo di Sisto IV, il quale lo fece radere al suolo. Alla fine del XV secolo fu restaurato per volere di Papa Alessandro IV, che incaricò l’architetto Antonio da San Gallo di cingere la rocca di mura dagli altri torrioni merlati. Il feudo divenne quindi dei Borgia. Sugli spalti del castello nel 1511 Nicola Della Rovere, mentre era papa Giulio II, fece edificare un palazzo ducale. Venduto a Giovanni Carafa, fu comprato nel 1560 dal cardinale Cristoforo Madruzzo. Nel 1579 il feudo entrò a far parte dei possedimenti della famiglia Altemps, che lo acquistarono da Felice Madruzzo e, nel 1585, ebbero il titolo di ducato grazie a papa Sisto V. È nota la romantica, ottocentesca vicenda dell’ultima discendente degli Altemps. Nel 1851 nacque un idillio tra la duchessa vedova, Lucrezia, e un sottufficiale francese di stanza a Roma, proprio a Palazzo Altemps, idillio coronato dalla promozione ad ufficiale del giovane Giulio Hardouin, da un regolare matrimonio e dall’attribuzione papale, qualche anno dopo, del titolo di duca di Gallese a don Giulio. Di questa famiglia viene ricordata la munificenza del duca Luigi che negli ultimi anni del secolo scorso si prodigò per il miglioramento del paese e dello storico Palazzo. Sua sorella, Maria, il 28 luglio 1883 andò in sposa a Gabriele D’Annunzio: un matrimonio infelice, che durò pochissimi anni. Il raffinato ritratto della sfortunata duchessa di Gallese, dipinto da Giulio Aristide Sartorio, lo troviamo nella Galleria nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma. Un’altra leggenda si aggira intorno al castello: pare infatti che Violante Carafa venne strangolata nella stanza dell’ “Amore tragico” nel 1559. L’assassinio fu commissionato dal marito, che la credeva adultera. Il fantasma di Violante è stato visto numerose volte nel corso dei secoli e tutti concordano nel descriverla come una donna di alta statura, con viso ovale e occhi neri. Alcuni pare siano riusciti anche a conversare con lei. Furono gli Altemps a trasformare il castello medioevale in palazzo, affidando i lavori a Giacomo Della Porta (XVI secolo), allievo dello stesso Vignola. L’edificio, pur conservando la struttura portante di stampo medioevale, risente di tutte le gentilezze architettoniche del tardo manierismo. Ulteriori lavori atti a migliorare le comodità del vecchio maniero, vennero eseguiti nella seconda metà del XVII secolo dall’architetto romano Carlo Fontana. Il castello si presenta oggi a pianta quadrilatera ed ha inglobato nei rifacimenti cinquecenteschi, le quattro torri che ne proteggevano gli angoli. Oltre la rampa di accesso, passato il portale di stampo vignolesco, si accede all’elegante cortile con loggia. Si segnalano all’interno, oltre ad alcuni marmi preziosi nella loggia, anche importanti affreschi eseguiti nel corso del XVII secolo che decorano il Salone delle Armi. Dietro il Castello si estende un magnifico parco.

Foto cover: Ritratto di Maria Hardouin duchessa di Gallese | Giulio Aristide Sartorio Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea e l’ingresso del Castello

 

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