Quest’anno ad aggiudicarsi il premio principale, e la somma di 300 euro, è stato lo spettacolo “Codice Rosso.. Finalmente” piaciuto sia alla giuria tecnica che a quella giuria popolare che lo hanno preferito fra i cinque atti unici iscritti. La piece, diretta da Massimo Pettinari (anche in scena come narratore) ha colpito per l’argomento – il femminicidio. Tra l’altro alla vigilia della Giornata contro la violenza sulle donne. Una giovane attrice della compagnia, Deborah Ferlazzo, si è guadagnata la targa come miglior interprete femminile.
Ma gli altri due premi principali – alla regia e al miglior performer maschile – sono andati alla Compagnia Teatro Faul, di Viterbo. A dirigerla, anche in questa versione di un classico quale “La musica dei ciechi” del napoletano Raffaele Viviani, è stata come sempre Pina Luongo. La regista era pure sul palco da attrice. Fra gli attori ha colpito la giuria la presenza scenica di Gennaro Castaldo. A ritirare entrambe le targhe è stato Salvatore Belardo, attore della compagnia e marito della Luongo. “Gennaro – ha detto simpaticamente – è il nostro attore più premiato, ma non ha mai ritirato personalmente nessun premio: li prendo sempre io per lui!” . Da segnalare che – causa l’improvvisa defezione di uno degli attori – Ilaria Belardo, “figlia d’arte” è stata una egregia sostituta in un ruolo peraltro maschile.
Inoltre agli interpreti dei quattro “musicisti ciechi” – oltre a Castaldo, Nicola Cioffi, Mauro Luongo e Moreno Lucarini – la giuria ha riconosciuto l’affiatamento e la sensibilità con cui hanno saputo portare in scena la disabilità: l’attestato è stato “giustamente” ritirato da Annibale Izzo, che in scena vestiva i panni del loro impresario.
Il premio delle critica, assegnato dalla giurata Cristiana Vallarino, giornalista, è andato a “Libere”, compagnia “Il Serapeo” Civitavecchia, interessante dialogo scritto da Cristina Comencini. A portarlo in scena, Daniela Sisti e Valeria Musarella che, in coppia, ne hanno curato anche la regia.
Ad Antonio Tricamo il riconoscimento per il suo triplice impegno di autore, regista e interprete della piece de “Il Gabbiano” dal titolo “Quella nostra notte”. Alla sua coprotagonista Tiziana Guidoni la “nomination” come seconda miglior performer femminile.
“Alberto” – testo originale scritto da Marco Lucignani è stato rappresentato dalla Compagnia civitavecchiese “Quint&ssenza”, guadagnando due riconoscimenti. Uno al regista (e attore) Marco Restante per aver saputo utilizzare in maniera originale un elemento classico come il coro greco, l’altro a Teo Scappatura, apprezzato nella sua caratterizzazione di un servo “muto” per buona parte dell’atto unico.
La rassegna teatrale, ospitata al Claudio, col patrocinio dell’ammistrazione comunale, è stata ideata e organizzata dalla locale Compagnia Il Barsolo APS. La filodrammatica è una grande e affiatata famiglia che calca le scene da decenni – di recente ha vinto diversi premi a Viterbo con la sua versione di “Rumours” di Neil Simon -, sempre diretta da Simona De Paolis.
La storia della compagnia tolfetana è stata raccontata da un filmato che ha intrattenuto il pubblico in sala durante il lavoro della giuria. Composta oltre che da De Paolis e Vallarino, da Giovanni Padroni e da Alessandro Tagliani: il primo storico locale, il secondo assessore comunale con delega allo spettacolo ed entrambi attori de “Il Barsolo”. infine Vittoria Orchi, attrice anche lei e figlia di Antonio, altro componente della compagnia tolfetana prematuramente scomparso, cui è dedicato il Festival. L’altra sua figlia Silvia ha presentato le due serate.
Per la premiazione sul palco sono saliti i giovani del servizio civile e, per i saluti istituzionali, la sindaca Stefania Bentivoglio e l’assessora alla cultura Tomasa Pala.(Cri.Val.)
