Chiude la mostra di Domenico Notarangelo (chiAmato Mimì) al MAXXI; centinaia i messaggi lasciati sul Libro della mostra in cui si parla di “fotografia necessaria ad aprire lo sguardo” o “indagine poetica sulle realtà nascoste” e molte occasioni di evoluzione internazionale all’orizzonte per questo incredibile e quasi sconosciuto interprete del Neorealismo italiano, nucleo culturale così amato e premiato nel mondo ormai da anni. Una corrente di pensiero della cui preziosità si parlerà durante l’evento del 3 settembre. Ospiti d’eccezione, tra i quali Federico Ferrandina, musicista e compositore tra i più interessanti dell’intera scena musicale internazionale che evocherà i suoni delle civiltà rupestri per farci comprendere le loro valenze con i sensi, Antonio Calbi, Direttore dell’Istituto italiano di Cultura a Parigi e grande intellettuale, Pierpaolo Forte, Giurista e membro del CdA del Parco archeologico di Pompei, già Presidente del Museo MADRE di Napoli e coautore di rigenerazioni urbane e umane nella sua città, si confronteranno con noi e con tutti i presenti dando vita a una riflessione attiva sulla memoria e sulla capacità degli invisibili di ogni tempo, compreso il nostro, di costruire valore, produrre ricchezza sostenibile e consegnare a noi il mondo intatto. Volti, sguardi e sorrisi somiglianti alle forme della pietra che, attraverso migrazioni geologiche e umanistiche inarrestabili, tramandano sapere millenario e identità evolutive con l’arte, l’artigianato, i suoni, le parole e le immagini, dando forma alla vita e al tempo.
La mostra di Domenico Notarangelo (chiAmato Mimì) al MAXXI di Roma, aperta il 28 giugno 2023, si compone di 44 fotografie selezionate su oltre 100mila costituenti l’archivio, quasi tutte rinvenute dalla famiglia dopo la sua scomparsa nel 2016. Immagini poetiche e dolcemente indagatorie scattate da Domenico Notarangelo – giornalista e dirigente politico pugliese, materano d’adozione – nei luoghi identitari degli ultimi eredi della civiltà rupestre di Puglia e Basilicata in 50 anni di ricerca sociale e culturale. Immagini di persone nella loro quotidianità, feste, riti ancestrali, manifestazioni politiche e religiose, giochi, intrattenimento di piazza e scene di lavoro, dai campi ai borghi fino a paesi e città. Fotografie che ci trasportano in una cultura nascosta attraverso un’indagine aulica di originale Neorealismo. Tanto che SkyArte gli dedica un meraviglioso documentario nel 2021, prodotto da Istituto Luce e curato da David Grieco: Notarangelo Ladro di anime.
Roma, Corner Museo MAXXI
Domenica 3 Settembre 2023, dalle ore 18 alle 21,30
Via Guido Reni 4/A – Roma (Italia)
A cura di Francesco Cascino
Direzione Artistica di Giuseppe Notarangelo
Con il sostegno della Regione Puglia
In collaborazione con Fondazione Pino Pascali
BIO Domenico Notarangelo
Nato il 6 marzo del 1930 da una famiglia contadina a Sammichele di Bari, in Puglia, entra in seminario nel 1943 e lì vive l’esperienza dei bombardamenti del 1945 su Bari. Ritorna al paese natale nel 1946 dove la Curia lo allontana dal Seminario a causa delle sue simpatie per il Comunismo. Dopo gli studi liceali ad Amalfi giunge in Lucania nella seconda metà degli anni ’50 stabilendosi a Matera, la sua città di adozione.
Scomparso il 4 dicembre 2016, Domenico Notarangelo era un vero talento e aveva uno sguardo indagatorio nel solco poetico di Henri Cartier-Bresson, Mario Giacomelli o Mario Cresci, con alcuni dei quali aveva avuto scambi culturali rilevanti. A differenza di questi giganti della fotografia, Domenico Notarangelo non ha viaggiato per il mondo. Tutto il suo lavoro si è concentrato dove era nato e dove viveva, in Puglia e in Basilicata, dove il tempo, i luoghi e gli spazi sono i protagonisti di opere fotografiche in cui bambini, donne, animali e uomini celebrano il rituale dell’esistenza in armonia con l’infinito.
Domenico Notarangelo è stato soprattutto un giornalista e un dirigente politico capace di restituire, attraverso immagini e parole a forte matrice poetica e artistica, un quadro delle vicende politiche e sociali della Puglia e della Basilicata del secolo scorso, inserite però nel più ampio contesto della storia e della cultura nazionale che poi diventano universali quando le “culture nascoste” e le enormi valenze della civiltà rupestre vengono riscoperte in tutto il mondo.
Altre info nel sito dell’Archivio Notarangelo e su quello di Francesco Cascino
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Mimì Notarangelo negli anni ‘70