Fratelli Sorrini, un secolo e mezzo di storia viterbese

Luciano Costantini

Un secolo e mezzo di storia viterbese in quattromila immagini. Se vi sembra poco… Ecco il patrimonio che l’Ottica Fratelli Sorrini ha lasciato alla città e ai posteri. Dal fotomontaggio di se stesso di Attilio senior, realizzato nel 1876, agli anni sessanta, attraversando mode, personaggi, abitudini, vicende che sono cambiati nei decenni. Un caleidoscopio di conferme e contraddizioni. In principio fu un modesto locale, aperto in via Cardinal La Fontaine nel 1870 da Attilio senior. Poi uno studio fotografico a Porta Romana, infine il negozio di Corso Vittorio Emanuele (poi ribattezzato Corso d’Italia) dal 1915, oggi gestito dalle sorelle Susanna e Sabrina, figlie di Attilio jr. Una vera e propria genealogia di fotografi e poi ottici, che parte da Attilio senior, passa per i figli Gino e Romolo, prosegue con Attilio jr, deceduto un anno fa. E ora Susanna e Sabrina, appunto. E poi? “Eh no – risponde senza tentennamento alcuno la prima – al futuro non abbiamo ancora pensato”. E scandisce con chiarezza il nome della ditta. “Mi raccomando “Ottica Fratelli Sorrini”. Mio padre è stato qui per sessanta anni, dal 1958, e non ha mai voluto cambiare la denominazione”. Giusto. Allora diamo un’occhiata al palmares della “Ottica Fratelli Sorrini”: nel ’55 è stata premiata con medaglia d’oro ai Benemeriti del Lavoro dalla Camera di Commercio; dal ’99 è nella Greenvision, un gruppo di 500 ottici selezionati; nel 2011 è entrata a far parte delle Imprese Storiche d’Italia con più di cento anni di attività. Ma a parlare sono soprattutto le testimonianze fotografiche racchiuse in uno splendido libro di immagini “Bianco e nero viterbese”, voluto fortemente da Attilio Jr. “E per il quale – confida Susanna – ha speso tanto tempo e denaro. Un progetto immaginato da sempre e comunque realizzato. Lo ha fatto per omaggiare suo padre Gino e suo zio Romolo. Non per soldi. Lui era modesto e onesto fino al midollo”. E la città come ha risposto? “Be’, nella circostanza della morte, abbiamo ricevuto tanti segnali di solidarietà dai clienti, vecchi e nuovi”. “Ciò che dispiace – puntualizza Sabrina alludendo con un gesto a palazzo dei Priori – che l’amministrazione comunale non abbia mandato neppure un telegramma di condoglianze. Eppure l’ “Ottica Fratelli Sorrini” per decenni è stato praticamente lo studio fotografico ufficiale di Viterbo con le sue cartoline illustrate e dello stesso Comune per il quale ha riprodotto molti bollettini. E anche un ritrovo per tanti viterbesi come lo è stato il Caffè Schenardi”. Insomma, un silenzio assordante come quello che arriva da corso d’Italia. Saracinesche abbassate, porte sprangate, qualche raro passante. Tutto arcinoto. Si accalora Sabrina: “Assurdo che non si faccia niente per risollevare il centro. Eppure cinque anni fa ci dissero che tutto sarebbe cambiato”. Magari ci penserà la Camera di Commercio alla quale diversi commercianti e artigiani si sono rivolti per sollecitare un piccolo per quanto meritato riconoscimento: la possibilità di avere una targa da esporre dinanzi agli esercizi che abbiano almeno mezzo secolo di vita.

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