Gianluca Nicoletti all’Unitus: “Il mio lavoro in tempo di Covid-19, la nuova vita digitale”

di Nicole Chiassarini

Si è svolta il 21 maggio pomeriggio, presso la piattaforma Zoom, la videoconferenza organizzata dal professor Luigi Di Gregorio, docente presso l’Università degli Studi della Tuscia, con ospite Gianluca Nicoletti, giornalista, scrittore, autore, conduttore di programmi tv e radio, una riflessione sulla nostra nuova vita digitale
A presentare l’ospite e ad aprire la videoconferenza, il docente Giovanni Fiorentino: “Iniziamo in maniera informale in questo contesto che è una piattaforma digitale di condivisione, di suoni e immagini. Ringrazio Gianluca Nicoletti per aver accettato l’invito nel nostro Dipartimento per un pomeriggio di scambi con una chiacchierata intitolata Covid19: New Normal. Quando conobbi Gianluca ero da poco insegnante all’Università di Lecce, nel 2002, venne lì per ragionare di radio in internet. Il titolo del suo intervento era Radio Net. La cosa divertente nell’approccio di Gianluca è la capacità di far collassare, nel sistema dei media, il vecchio e il nuovo; credo sia una costante estremamente interessante”.
Successivamente l’intervento di Luigi di Gregorio, il quale ha presentato nel dettaglio l’ospite e anticipando i temi che nel corso dell’intervento sono stati affrontati con professionalità, ma senza rinunciare ad un’apprezzata ironia capace di tenere vivo e attento il pubblico partecipante, intervenuto successivamente con domande e spunti interessanti.
Speaker radiofonico presso Radio 24 con il programma MELOG – il piacere del dubbio, Gianluca Nicoletti da sempre è tra le voci più sensibili al mondo digitale e in quest’occasione, proprio all’interno del digitale, ha raccontato il suo punto di vista su questa fase complessa e delle nostre esperienze quotidiane che si sono necessariamente spostate in questo ambiente mediale.
“Mi ricordo ancora di essere stato a Milano verso gli inizi di marzo e tornato a Roma decisi di mettermi da solo in quarantena – ha raccontato Gianluca Nicoletti. Con il primo DPCM, che prescriveva il lockdown, seppi che non sarei potuto tornare al lavoro. Non mi feci prendere dal panico e mi comprai autonomamente il software e tutte le attrezzature necessarie per poter cominciare a fare la mia prima trasmissione da casa. Lo chiamai MELOG – Home Edition, volevo dare al mio programma quel valore aggiunto dello stare in casa, e avvicinarmi di più a chi mi ascolta. Da qui ho cominciato a fare il mio lavoro in tempo di Covid-19, giocando molto con il rapporto con tutte le persone che stavano in casa e giocando con l’ambiente che ci circondava. Ho notato che alcuni strumenti del nostro lavoro stanno mutando fortemente: c’è stato un doppio livello di lettura, da una parte abbiamo notato l’incapacità generalizzata della classe dei giornalisti italiani di essere adeguatamente attrezzati a gestire la loro contemporaneità; dall’altra un attrezzarsi autonomo per essere portatori della propria mediazione. Ma in questo modo questo ci ha permesso di usare in maniera più opportuna gli strumenti che la nostra contemporaneità ci ha messo a disposizione”.
In questo interessante incontro organizzato dall’Università degli Studi della Tuscia,il giornaliste- scrittore Gianluca Nicoletti,ha riportato il tema chiave di tutto il discorso nell’incognita che questa nuova condizione ci riserva, ovvero la normalità. Ancora non sappiamo bene come cambierà la nostra quotidianità, ma una certezza c’è: tutti saremo portatori di una nuova vita digitale, volta a promuovere la risorsa che i media digitali rappresentano per la socialità e le relazioni future.

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