Volontariato e attenzione per l’altro: per l’8 marzo abbiamo scelto una donna per dare un volto all’amore per la Tuscia. Giovanna Cavarocchi, presidente Auser Viterbo, da poco insignita del Premio Formica d’oro 2015, racconta con passione la sua associazione, i suoi progetti e alcuni momenti di vita.
Iniziamo dall’emozione dell’essere stata premiata…
Il premio Formica d’oro è stato in effetti una bella emozione. Nasce dalla candidatura proposta della Scuola media Scriattoli di Vetralla con cui collaboriamo da molti anni per progetti diversi, non solo quello del Tempo d’incontri per cui è stato vinto il premio. Ho condiviso la gioia per l’iniziativa anche con gli altri volontari insegnanti, considerando la candidatura al premio il simbolo della stima reciproca con la scuola dove siamo presenti con l’associazione. Una giornata in una location importante ed elegante come quella della Sala Pietro da Cortona ai Musei Capitolini, durante la quale c’è stata l’occasione per raccontare il nostro progetto Tempo d’incontri, riguardante l’integrazione e l’inclusione sociale degli immigrati, problema oggi urgente ed importante.
Da dove nasce il progetto e le altre iniziative dell’associazione?
Gran parte di noi dell’Auser siamo ex insegnanti e per questo abbiamo sentito la necessità di partire dall’integrazione scolastica e sociale attraverso Tempo d’incontri, presente nelle scuole medie a Viterbo, Orte e Vetralla. Siamo riusciti inoltre ad andare anche oltre l’orario scolastico organizzando un laboratorio teatrale e i centri estivi per bambini italiani ed immigrati tuttora attivi grazie ad un progetto europeo. E’ stato un bel successo ma anche molto impegno. Ultimo ma non meno importante il progetto tra bambini italiani e immigrati “Costruiamo insieme nuove storie di comunità”, nato per far riconoscere ai bambini immigrati la comunità in cui vivono, rendendosi anche utili per promuovere la conoscenza del nostro patrimonio.
Cosa significa volontariato?
Volontariato è dono di sé agli altri, è soprattutto una scelta volontaria e gratuita con un ritorno da parte di chi riceve. Ma la linea di confine che dobbiamo sempre tenere presente è quella della sussidiarietà, ossia mai sostituirsi a chi è pagato per fare quel lavoro. Tema molto caldo in questo momento di riforma del terzo settore…
Da dove è partita, qual è la sua storia?
All’Auser arrivo anche io come ex docente d’inglese con il progetto Tempo d’incontri. Ma stavolta ricomincio con l’insegnamento individuale dell’italiano con persone molto motivate in una dimensione totalmente diversa dalla tradizionale classe. Così ho iniziato all’Auser continuando poi con i progetti sulla memoria, sulla costituzione, sul dialogo tra le generazioni. Ma ho “una tara” nella mia storia: da piccola ero scout e ho ricominciato a farla da adulta in un’associazione laica, dove sono stata rappresentante dell’associazione mondiale femminile presso la Fao. Qui ho avuto un rapporto molto forte con la parte femminile dello scoutismo che mi ha permesso di conoscere vari progetti delle donne scout nel mondo,in particolare in Africa sui quali mi sono impegnata.
Ancora ricordo e mi emoziono quando penso a una rappresentante del Ghana che con circa mille euro è riuscita a creare lavoro alle donne con la coltivazione di patate e combattere l’hiv. Un esempio di come con pochissimi soldi a disposizione sono riuscite a cambiare il corso della propria vita. Tra i ricordi della scuola,invece: working for utopia, un’associazione in collaborazione con gli studenti africani.
Ma ritornando all’Auser, posso dire di essermi sentita come a casa: dalla mia appartenenza alla Cgil da lavoratrice con degli ideali di riferimento comuni proseguendo poi con il volontariato, ritornato nella mia vita insieme all’immigrazione e al tema delle donne. Riguardo quest’ultimo due anni fa siamo riusciti a riempire la piazza del Comune di Viterbo di scarpe rosse con l’adesione di tutti i comuni e grande partecipazione. E’ stata un’importante iniziativa nel momento in cui fu acquisita dal parlamento italiano la direttiva europea per la legge contro il femminicidio e c’era bisogno di realizzare delle iniziative coerenti. Di quella manifestazione ho il ricordo molto forte di chi veniva a raccontarti la propria storia e di chi veniva ad esortarti di fare presto rispetto a questa problematica.
L’associazione cosa propone quest’anno per la festa della donna?
Organizzeremo nel mese di marzo un momento di riflessione per i diritti di tutti con le donne immigrate. Sarà uno spazio per parlare dei nostri diritti a tutto tondo.
Come risponde la provincia di Viterbo al terzo settore?
La provincia è un fermento, ma è disorganizzata poiché non esiste un coordinamento del terzo settore, assolutamente necessario per non disperdere quanto di buono esiste. Avremo per il 28 marzo il seminario di formazione organizzato dalla rete scuole migranti come primo passo per il coordinamento provinciale. Ci sono molti tavoli d’incontro per proposte…Credo che i tempi sono maturi per organizzarlo e per dare valore a quello che si fa.
Cosa ama della Tuscia, i suoi luoghi del cuore….
Io sono romana, ma da sette anni vivo nella Tuscia che trovo stupenda e piena di luoghi del cuore. Penso ai piccoli borghi vicino a Orte, la torre di Chia e i dintorni di Bomarzo, Tarquinia…le forre di Corchiano. Ogni luogo è una scoperta e me ne innamoro. Per questo bisogna valorizzarla.
L’obiettivo non centrato in cui aveva creduto …
C’è ed è il filo d’argento, progetto nazionale di teleassistenza. Ma qui non funziona. Quello che più mi dispiace è l’interruzione del progetto CercoAlzheimer, progetto a cui abbiamo partecipato con 12 volontari formati da regione lazio e asl, per l’assistenza ai malati lievi. Il progetto è andato avanti fino a quando i fondi si sono bloccati ed è poi stato interrotto. Con il cinque per mille abbiamo cercato di andare avanti ma per soli sei mesi. Questo è veramente un obiettivo non centrato, soprattutto per il dispiacere provato nei confronti dei malati e delle loro famiglie.
Il premio vinto è sull’immigrazione, c’è integrazione con gli stranieri nel viterbese?
C’è e non c’è. Ci sono situazioni difficili anche con le maestre stesse, scuole dove non si può accedere e molte forme di razzismo banale. Ci sono alcune isole felici, ma trovo che ci sia ancora molto da fare. Quello che stiamo tentando è l’istituzione della Consulta per l’immigrazione, riguardo la quale si stanno facendo passi significativi; anche il tavolo con la ASL a cui partecipo è importante per l’accesso degli immigrati alla sanità. Ma il punto di partenza rimane l’educazione e la scuola stessa.
Essere Presidente di AUSER .. cosa le serve per rafforzare l’associazione?
Più volontari, più comunicazione e promozione per diffondere l’idea che l’associazione pur nascendo da volontari anziani, ha però bisogno anche di giovani, di chiunque ha voglia di fare volontariato. Serve un punto d’ascolto e uno spazio con i comuni che non è solo la consulta del volontariato, il cui obiettivo deve essere l’ascolto delle esigenze delle associazioni e la ricerca di convenzioni per svolgere iniziative nel territorio. Serve sinergia con le istituzioni per la raccolta fondi e per dare la possibilità di fare attività in modo soprattutto continuativo.