Giovanna Kokocinski e il patrimonio universale del grande artista che ha amato Tuscania

di Luciano Pasquini

Da qualche giorno il libro di Tiziana Gazzini: Kokocinski – Vita straordinaria di un artista – è poggiato  sul tavolo, quel volto in copertina, coinvolge l’osservatore in un dialogo muto.Raccontare la vita di un grande artista come Alessandro Kokocinski non è cosa facile. Mi viene in soccorso Giovanna la moglie, conosciuta a Tuscania visitando la sua casa in via XII settembre. Quella Tuscania che l’artista ha tanto amato. Giovanna ci accoglie e immediatamente lo  sguardo di chi scrive è catturato da una rappresentazione della Diana d’Efeso di fronte all’ingresso, di fianco due statue di pietra cinesi che fanno da contorno, un colpo d’occhio frutto della sua grande abilità di scenografo. Una stupenda vetrata ad archi si apre sul magico giardino sottostante che al termine della visita attraverseremo per uscire e recarci allo studio, percorso che il maestro faceva abitualmente ogni giorno, tra i vicoli di Tuscania, città nella quale decise di vivere e lavorare dopo una vita di pellegrinaggi. Giovanna ci fa sentire subito in sintonia, fisico minuto maglietta bianca, e voglia di raccontare l’uomo e l’artista. Entrare nell’intimità dell’artista nel sentire raccontare la sua vita  produce fremiti.

Un “caso” fu quello che lo mise in contatto con il grande poeta Rafael Alberti esule a Roma, conosciuto grazie ad una lettera di presentazione di un impresario in Cile Franco Massidda.

Il poeta finanziò la prima mostra italiana di Alessandro Kokocinsky e gli spianò la strada verso il successo. I suoi disegni, le pitture e in seguito le sculture sono un grido lacerante della violenza dell’uomo su l’uomo e un monito di stare sempre dalla parte dei più deboli. Alessandro bambino in fuga dagli orrori della guerra in Europa con la madre Elena che sarà la sua tutrice, Donna colta e raffinata farà germogliare in lui la curiosità  per un mondo fatto di poesia, teatro e letteratura. Dopo mille peripezie approda tra i Guaranì le tribù nomadi che vivono nelle foreste pluviali del nord dell’Argentina ai confini con il Brasile questa vita insieme all’esperienza circense segnerà per sempre la sua giovinezza e renderà unica la sua arte. Come non rimanere profondamente colpiti dalla natura dell’Amazzonia e dal rapporto ancestrale che i Guaranì hanno da sempre con la loro terra. Gli anni felici dell’infanzia ben presto finiscono e la famiglia deve fare rientro a Buenos Aires e adattarsi a vivere nei quartieri più poveri della capitale ma anche l’incontro con penne e matite colorate carta che lo attraggono e dove cerca di rappresentare il mondo che lo circonda. La madre lo affida giovanissimo come lavorante ad un circo uruguaiano di passaggio. Quel mondo fatto di Clowns, ballerine, trapezisti, acrobati e animali lo seguirà sempre nelle sue opere, un mondo dal quale trarre energia e al contempo rifugiarsi. Una stupenda amicizia lo legherà eternamente a Rafael Alberti il mentore che lo aiutò nella sua carriera, ricambiò questa generosità aiutando anch’esso i giovani talenti  e  circondandosi a tavola con molti amici,come  ricordo vivo della vita in comune nel circo.

La visita allo studio di Kokocinski il cui allestimento con opere in vista è da sistemare a seguito della partecipazione alla mostra “ Contaminazioni Aliene” attualmente in corso al Museo Civico di Palazzo della Penna a Perugia.  La mostra è  a cura di M. Pacini.

Le  opere del grande artista sono una sintesi poetica della intensa vita che andrebbero rese godibili al grande pubblico, creando un evento a lui dedicato che senza dubbio porterebbe visitatori appassionati d’arte nella bella cittadina della Tuscia.

Con Giovanna a fine visita  ci fermiamo per un caffè sulla piazza del Duomo a Tuscania dove la conversazione si allarga ai loro viaggi nel sud est asiatico e in particolare in Cina. Nel ricordare quei tempi,lo sguardo della giovane donna  s’illumina, come se questo incontro avesse fatto evocare  una rappresentazione che per un attimo si era fermata”. Nella realtà l’artista Kokocinski, si è reso universale .Nel 2008 è stata creata  La Fondazione Alessandro Kokocinski, per sostenere ogni forma artistica e culturale in ambito nazionale e internazionale, e per sancire quel rapporto con la città di Tuscania divenuto indissolubile, qui è avvenuta la sua fine terrena il 12 dicembre 2017, ma la sua eternità è lasciata alle sue opere  e alla testimonianza  della moglie Giovanna Velluti, che ci consegna una testimonianza creativa che parla una lingua universale e perenne. Mai nuova e mai vecchia, a cui bisogna rendere gratitudine, che non bisogna tralasciare.

La vita di Kokocinski «più che a un romanzo, assomiglia al racconto epico e corale di migrazioni e guerre, di scorci antropologici e contaminazioni politiche»lo afferma l’autrice del libro Kokocinski.Vita straordinaria di un artista Tiziana Gazzini per Edizioni Clichy, che vale la pena di leggere.

 

  

       

Foto di Luciano Pasquini

 

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