Centoventi metri quadrati di pittura ad olio che l’artista Marco Zappa sta affrontando partendo dalla lunetta superiore della gigantesca parete di fondo nei locali dell’ex Tribunale di Viterbo.
“E’ un’opera imponente – ha detto il vice sindaco Luisa Ciambella – di cui ho avuto sentore quando se ne parlava a tavolino ma che non è paragonabile all’esperienza che ho avuto vedendola da vicino”
La assessora Ciambella munita di scarpe di gomma è salita attraverso le ripide scale del ponteggio (sistemato e sponsorizzato dalla ditta Andrea Cesarini) per vedere a distanza zero i primi tratti di pennello e ne è rimasta entusiasta. “Per un momento mi sono venuti in mente i cantieri del Cinquecento, quando la bottega degli artisti si trasferiva nelle chiese e nei monumenti per avviare opere d’arte tra mille difficoltà e pericoli”.
Il materiale di base del dipinto è un poliestere in unico pezzo utilizzato in genere per rivestire i palazzi durante i lavori di restauro. La tecnica di esecuzione è quella tradizionale della pittura italiana, mentre il concetto di base si riconduce al “Dinamismo” futurista. Balla per esempio ci mostra il dinamismo attraverso lo studio delle traiettorie, Boccioni scomponendo le forme.
Nel caso di Zappa il “Dinamismo” avviene attraverso la deformazione dei corpi umani realizzati con più punti di vista che modificano le forme senza scomporle, mentre il colore non ha una logica naturalistica (i corpi non sono uniformemente colorati) ma seguono i movimenti della luce e i diversi piani prospettici. Ne risultano immagini apparentemente viste attraverso lenti deformanti che è la concettualizzazione del modo di vedere dell’occhio umano.
Perché un Giudizio oggi? “A mezzo secolo dalla Riforma luterana – ha detto Zappa – in un momento di grandi conflitti religiosi voglio sottolineare la concordia e l’unità del Credo di tutte le religioni che esalta il Premio finale per i giusti e la Penalizzazione per i reprobi. Questo ‘Giudizio’ che potrei definire ‘laico’ sarà accettato da tutte le dottrine, anche dagli atei: Non ci sono gli attributi delle singole credenze, ma solo l’eterno concetto fra luce (per il Bene) e ombre (per il Male).
L’opera di Marco Zappa (è docente alla Nuova Accademia di Belle Arti di Milano ed ha esposto in varie parti del mondo) è stata sollecitata dal consolato di Viterbo del Touring Club Italiano ed ha avuto il sostegno culturale di “Egidio 17” cui si devono in questi ultimi due anni le numerose iniziative rievocative della Riforma.
“Questa impresa di Zappa – ha aggiunto la Ciambella – è un incentivo al progetto (è tanto che se ne parla) di trasformare l’aula dell’ex Tribunale in un cenacolo d’arte contemporanea, ospitando di volta in volta autori di rango e commissionando opere in pianta stabile ad artisti stranieri legati al territorio, come Paul Whitehead con cui si è da tempo in contatto.