Giulia Farnese, nella Tuscia le sue potenti radici

di Giovanni Stefanelli

carbognano castello di giulia farnese.jpg ph giancarlorossini photography

Giulia Farnese, 500 Anni dopo. Da intendersi dalla morte che viene celebrata in questo 2024 con una serie incredibile di eventi. In realtà Giulia, del potente casato dei Farnese, nasceva nel 1475 e viene ritenuta a buon ragione una delle figure più affascinanti del Rinascimento: Giulia Farnese non a caso conosciuta come Giulia la Bella. Dotata di bellezza e carisma leggendari, Giulia divenne protagonista nelle corti più influenti d’Italia. Le radici della potente famiglia Farnese si caratterizzano nella Tuscia.

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GIULIA FARNESE E L’OBLIO DELLA MEMORIA ICONOGRAFICA

Il periodo storico che caratterizza il XVI° secolo, associa, nelle proprie raffigurazioni artistiche, una forte presenza della figura femminile, al punto da far coniare la definizione, da parte di alcuni addetti ai lavori, che il “Rinascimento è donna”.

Tuttavia, anche negli ambienti più altolocati, complici gli interessi sentimentali, intrecciati con quelli economici, restano coinvolte giovani donne, adoperate per giungere all’ottenimento di privilegi materiali dei loro familiari.

E’ questo il caso di Giulia Farnese “La Bella”, probabilmente la più bella nel ‘500, come recato in taluni scritto dell’epoca e dei secoli a venire, ed è stata colei che ha determinato l’ascesa della famiglia Farnese.

Una fanciulla di sangue blu (la madre era Giovannella Caetani, dell’omonima dinastia ducale sermonetana, di cui faceva parte anche Papa Bonifacio VIII°), e con cinquanta anni di vita vissuti da protagonista: appena quindicenne, viene “offerta”, dal fratello Alessandro (futuro Papa Paolo III°), a Papa Alessandro VI° Borgia, di cui diviene l’amante.

E’ stata due volte moglie, e da vedova, in seguito alla morte del secondo coniuge, si è dedicata ad attività di natura sociale, operando al meglio per il paese di Carbognano (foto del Castello Farnese), luogo di residenza, sempre disponibile e protettiva nei confronti delle donne del posto, per le quali desiderava un futuro libero da imposizioni.

La letteratura narra che fu proprio il fratello Alessandro, giunto al soglio pontificio, ad ordinare la distruzione di qualsiasi immagine e atto ascrivibile alla sorella Giulia, di cui oggi restano delle opere testimoni, le quali, seppur di autorevole provenienza, portano a supporre che il volto della Bella sia riprodotto in quello della Vergine Maria in diversi dipinti, come dama in altre opere pittoriche, o come discepolo nel mosaico absidale presente nella Basilica di Santa Pudenziana a Roma.

Gli aspetti insoluti che afferiscono alla “Bella” sono precipuamente due: l’assenza di effigi di acclarata riconducibilità del volto originario, ed il misterioso luogo, tuttora non rintracciato, (nonostante siano state svolte mirate ed approfondite indagini, che hanno portato al rinvenimenti dei resti mortali di altri soggetti) della sepoltura.

 

L’autore

giovanni stefanelli

Laureato in Giurisprudenza. Appassionato di arte e cultura, è iscritto al corso di laurea triennale in Scienze dei Beni Culturali L-1 presso l’Università della Tuscia di Viterbo.

 

Nella Foto di Giancarlo Rossini Photography, il castello di Giulia Farnese a Carbognano

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