HANNO RAGIONE I RAGAZZI – Dall’Italia all’Europa, agli Stati Uniti, al Medio Oriente: rifiutano la guerra e il massacro a Gaza, praticano la nonviolenza, protestano con le acampade davanti alle università. «C’è una generazione di giovani e giovanissimi che si alza in piedi in difesa dei diritti umani e per la giustizia sociale», scrive la direttrice Simona Maggiorelli nell’editoriale di Left in uscita il 7 giugno in edicola e in versione digitale.
La storia di copertina è dedicata alla lotta culturale e politica delle nuove generazioni, mai stata così intensa come in questo periodo e repressa talvolta con la violenza, come è accaduto anche in Italia dove a Pisa e a Roma dei ragazzini sono stati caricati dalla polizia con i manganelli. E il dissenso dei giovani viene criminalizzato attraverso vecchie e nuove leggi.
Cosa chiedono i giovani in rivolta? «Hanno una visione che può portare a un miglioramento della società», dice Marco Tedesco, docente alla Columbia University, dove gli studenti mettono a rischio anche la loro carriera universitaria visto che gli atenei sono privati. Questo movimento spontaneo ha un nemico giurato: Donald Trump, sottolinea Alessia Gasparini nella sua analisi sul dissenso dei campus e la campagna per le presidenziali. Per l’Italia l’inchiesta di Donatella Coccoli raccoglie le riflessioni dei rappresentanti dei movimenti studenteschi nelle scuole e nelle università: i ragazzi contestano il modello di scuola del ministro Valditara – una sorta di addestramento al lavoro – e chiedono ai loro atenei di rescindere gli accordi con gli istituti israeliani che fanno ricerca per usi militari e in stretto rapporto con l’esercito di Tel Aviv. Alle accuse di antisemitismo nei loro confronti ribatte Donatella Della Porta, docente alla Normale di Pisa e studiosa dei movimenti politici: «Non ho trovato proteste in cui venga attribuito la responsabilità di ciò che accade a Gaza agli ebrei», dice. Anzi, il 30 % degli studenti colpiti dalla repressione negli Usa è di origini ebraiche. Rischiano ancora di più i giovani e i docenti che protestano in Egitto, come racconta Paola Caridi, scrittrice e esperta di Medio Oriente che sottolinea come gli intellettuali arabi della diaspora vivano una situazione difficile anche in Paesi europei, come la Germania: «O restano in silenzio, o, se si espongono, rischiano di perdere tutto».
E ancora: il pacifismo che va ascoltato e non represso, scrive la psicoterapeuta Barbara Pelletti. Di nonviolenza e del rifiuto di una cultura che propala un’idea di essere umano perverso e violento, parla anche Matteo Fago nel suo editoriale.
ITALIA SPEZZATA – Continua la corsa delle controriforme in Italia. Il ddl Calderoli sull’autonomia differenziata che cancella l’universalità dei diritti sancita dalla Carta viene analizzato attraverso la lente che offre il nuovo libro del costituzionalista Francesco Pallante edito da Einaudi di cui scrive Marina Boscaino, portavoce dei comitati NoAd. Mentre un’altra costituzionalista, Marilisa D’Amico, interviene sui rischi per la legge 194 derivanti dall’apertura dei consultori ai pro-life. E ancora: lo storico della medicina Ivan Cavicchi indaga la strisciante privatizzazione della sanità pubblica – a cui ha contribuito anche il Jobs act con il welfare aziendale – invitando a firmare per i referendum Cgil.
ESTERI – I nuovi scenari che si aprono in Gran Bretagna con le elezioni di luglio analizzati da Domenico Cerabona: l’annunciata disfatta dei Tories e del governo Sunak che ha fatto della deportazione dei migranti in Rwanda uno dei suoi capisaldi e la crescita del nuovo leader labourista Starmer, che però resuscita il neoliberismo di Blair.
DOSSIER MATTEOTTI – Il fil rouge sull’antifascismo prosegue su Left con un ampio sfoglio in Cultura dedicato al socialista assassinato dai sicari di Mussolini il 10 giugno 1924. Storici, politici, scrittori, docenti universitari raccontano la vita e il pensiero di colui che affrontò Mussolini a viso aperto in modo intransigente. La sua uccisione mostrò a tutti il volto violento, eversivo e criminale del fascismo. Non è mai esistito un fascismo meno violento rispetto a quello delle leggi razziste. Conoscere questa pagina di storia significa poter reagire con nettezza al revisionismo strisciante di oggi. In questo amplissimo focus si alternano le voci di Francesco Verducci, Federico Fornaro, Giovanni Cerchia, Fabio Florindi, Alberto Aghemo, Francesca Tramonti, riportando in luce l’attualità del pensiero di Matteotti, antifascista, socialista indisponibile ai compromessi, pacifista, che aveva fatto della scuola pubblica e laica il cardine della propria battaglia.
ARTE / IL GLOBAL SOUTH A VENEZIA – Stranieri ovunque è il titolo della Biennale arte diretta da Adriano Pedrosa nel segno di un mondo senza confini, aperto e meticciato, la migliore risposta della creatività umana ai nazionalismi e ai razzismi. Le opere, gli artisti, i collettivi, le idee originali di questa mostra sono al centro del diario di una storica dell’arte, Simona Maggiorelli, e di una architetta, Patrizia Mello. E ancora, le anticipazioni della Biennale architettura 2025, la mostra Alessandria preziosa curata da Fulvio Cervini raccontata da Fabrizio Federici, il nuovo cinema ungherese che sogna un’Ungheria democratica, e molto altro.
Carlo e Nello Rosselli. Testimoni di Giustizia e Libertà – Il pensiero e l’eredità politica dei due fratelli antifascisti assassinati il 9 giugno 1937 in Francia sono al centro del libro di giugno curato da Valdo Spini che Left ripubblica in collaborazione con la Fondazione Circolo Rosselli.
Illustrazione della copertina: Fabio Magnasciutti