Vorrei raccontare a chi è qui perla prima volta ad assistere a questa cerimonia, di cosa si tratta e quando è nata.
Giuseppe Centamore ci ha lasciato nell’estate del 2015. Aveva 16 anni.Un terribile incidente. I suoi compagni, la scuola tutta volevano ricordarlo e allora la preside Paola Moscucci e il Cdl decisero di istituire un premio, intitolato a questo ragazzo solare, sempre sorridente, pieno di amici e sentimenti positivi di gioia e di amore per la vita e per la scuola. Decisero che il premio dovesse richiamare queste sue caratteristiche:un premio alla bontà. Quando arrivai qui nel settembre 2015 e mi raccontarono del premio confesso di essere stata un pò perplessa. Ovviamente non per la decisione di scegliere la bontà da premiare, l’idea mi piaceva moltissimo, ma perchè mi sembrava difficile farlo. E adesso come si fa a trovare l’alunno più buono? La bontà è una categoria morale, chi siamo noi per valutarla e giudicarla? Poi piano piano questa idea del premio alla bontà ha preso una forma sempre più chiara e definita. In effetti noi non premiamo la bontà dello studente, premiamo la sua capacità di compiere gesti ed azioni che generano il bene altrui. Non c’è nei nostri premiati nei vari anni (sempre ragazze devo dire finora)l’eccezionalità del gesto eroico, c’è piuttosto una correttezza di condotta esercitata ogni giorno, piccoli gesti di comprensione del bisogno altrui, manifestazioni di aiuto e soccorso che pur nella loro apparente semplicità producono uno straordinario valore aggiunto nella vita di qualcuno.
Questo premio è un premio per chi ama la vita, la sa accoglierne i momenti esaltanti di gioia e di successo e la sofferenza e la frustrazione, adoperandosi perché queste ultime siano elaborate e superate. E la solidarietà è uno strumento enorme che abbiamo nelle nostre mani, nei nostri sguardi, nel sorriso, nell’umorismo che ci aiuta a sdrammatizzare, in una mano tesa che ci aiuta a rialzarci se si scivola o si cade.
Tutte le ragazze premiate condividono questi tratti. Ragazze normali, ma straordinarie per la capacità di coniugare l’ordinario della vita di tutti i giorni, la scuola, lo studio, l’ansia delle verifiche, gli amici, il tempo libero con qualcos’altro: saper vedere che c’è vicino a me qualcuno che ha bisogno di aiuto e decidere di darglielo. Sono due premi, che per le ragioni che vi racconterò non potevano essere separati.
Quando Scilla è arrivata in IV D nel settembre del 2017 era un pò sofferente per vicissitudini varie.Tra l’altro inserirsi in una nuova classe non è facile..Dipende. Dalla classe e soprattutto da alcuni compagni. Elisa si accorge che Scilla è in cerca di amicizia e si sente un po sperduta. E la accoglie con tutto quello che serve:amicizia, rispetto,aiuto, Scilla trascorre un anno scolastico sereno e molto produttivo.L’anno dopo sono in quinta e a settembre si inserisce nella loro classe una ragazza che torna a studiare dopo un po di tempo.Si ripete il copione, ma questa volta Scilla restituisce quello che ha ricevuto.
Il premio Centamore per l’a.s. 2018/2019 va alle alunne:
Elisa Rempicci e Scilla Vannini Classe V D classico
La motivazione:
Grazie a Elisa e a Scilla che ci hanno dato una memorabile lezione di vita.Grazie alle professoresse Elisabetta Possati e Francesc Stocchi per averle candidate, restituendoci con parole tanto efficaci una bella storia di scuola.
Intervento in occasione della cerimonia di premiazione che si è svolta nella mattinata di sabato 7 dicembre presso il liceo classico Buratti di Viterbo.
* Dirigente Scolastico Liceo Classico Mariano Buratti