I Quartieri di espansione moderna: Paradiso, Ellera, Santa Lucia, tre esperienze a confronto

di Eleonora Speranza e Andrea Multari *

A nord della città al di fuori delle mura sorgono i quartieri di espansione moderna. Paradiso, Ellera, Santa Lucia.
L’Ellera si sviluppa intorno ai primi anni cinquanta quando Viterbo – leccandosi ancora le ferite dei bombardamenti – tentava di risollevarsi e di ricominciare a vivere. Iniziano ad affacciarsi le prime cooperative edilizie, il quartiere nasce nell’etica di essere un quartiere residenziale, di cui oggi dell’insediamento architettonico rimangono i segni di palazzine comunque ben tenute, con piccoli giardini nelle vie che costeggiano la chiesa storica di Santa Maria dell’Edera, chiusa dal 2009 per gli effetti subiti dal terremoto di Aquila. I lavori sono affidati alla Saggini Costruzione. Previsione di chiusura? Secondo il parroco Don Egidio Bongiorni, salvo imprevisti, la chiesa dovrebbe essere riaperta il prossimo mese di maggio in coincidenza con i festeggiamenti della parrocchia. E’ all’Ellera che nasce il primo oratorio, il punto di aggregazione di quella classe generazionale che nel ventennio anni 50-70 vi ha mosso i primi passi e vi è divenuta adulta, come l’ex sindaco Leonardo Michelini e l’attuale sindaco Giovanni Arena. Un parroco carismatico ne ha guidato il cammino a pari passo con l’espansione, quel Don Otello Ferrazzani riferimento del quartiere per un trentennio che, pur scomparso nel 1990, quella generazione, oramai matura, non dimentica. Il Don teneva sotto controllo il plotone scatenato di bambini prima e adolescenti dopo, mollando anche quando c’era bisogno un ceffone. Ma tutti impeccabilmente tornavano da lui. “Quello era un periodo in cui c’era un forte senso della comunità intesa come aggregazione di persone che in poco tempo diventavano amici – si aiutavano tutti a vicenda e c’erano delle persone carismatiche a cui la comunità si rivolgeva per chiedere consigli o conforto”, ricorda Don Angelo Massi nel suo libro.

Dal 2001 sotto la diocesi di Viterbo è arrivato da Bomarzo pur con radici lodigiane don Egidio Bongiorni è un parroco molto attivo che dal borgo del parco dei Mostri ha esportato il rapporto uno a uno con la popolazione della comunità. Nei diciotto anni di esercizio ha messo in piedi tutte le componenti ricreative per far sì che la parrocchia rimanga un elemento vitale e produttivo di idee. Tutte le strutture hanno sede nel meraviglioso complesso di Santa Maria del Paradiso, risalente al 1268, di cui l’espressione massima è il chiostro di forma quadrata, fu costruito nel XIII secolo con una forte pendenza verso il lato orientale e fu completato con l’erezione del primo piano solo nel 1450. Nel 1999 i pochi frati che lo abitavano furono divisi tra Vitorchiano e Tarquinia, venne chiusa così l’antica erboristeria del convento di cui si ha menzione sin dal 1750, in tale occasione è stata trasferita anche la preziosa biblioteca del convento, composta da oltre centomila volumi. Oggi una parte del convento è sede dell’università con la sua facoltà di Economia. A ridosso del chiostro, nei locali della parrocchia si sviluppano tutte le attività: sono molteplici i servizi che la parrocchia propone, sia per gli adulti, come il teatro, sia per i ragazzi, come i corsi d’inglese con madrelingua, il karate e il.Gruppo Scout Viterbo 1- FSE
Inoltre per tutto l’arco estivo sono circa 400 i bambini che frequentano attivamente il Grest. Altro fiore all’occhiello è la banda MusiChiamo nata nel 2008 per volontà dello stesso parroco diretta dal Maestro Vincenzo Mercurio e composta da  circa 60 tra bambini e ragazzi dai 7 ai 14 anni, molto ricercata per i concerti liturgici in tutta la provincia. Infine, grazie all’aiuto dei volontari, Santa Maria del Paradiso dispone di una Caritas Parrocchiale, di sostegno a numerose famiglie in forte difficoltà. L’unico punto in sospeso rimane l’ex cinema Trieste, chiuso nel 2012 e utilizzato dal parroco in seguito all’inagibilità della chiesa dell’Ellera per rituali liturgici e incontri. E qui si apre una parentesi su quella Viterbo città del cinema privata di tutti i cinema. Dichiarava nella fase di chiusura del teatro il sociologo Francesco Mattioli che nel quartiere ha vissuto “Perché non lasciare l’ex cinema Triste alla sua identità originale, quella di luogo preposto a forme di spettacolo? Il cinema coperto dai ponteggi della chiesa è lì, gli abitanti sognano di poterne usufruire come mezzo di inclusione. Dice sottovoce un giovane parrocchiano: ”Contiamo sull’attivo don Egidio affinché possa adoperarsi con la Diocesi e questo luogo possa ritornare a esprime la cultura”. Le scuole viterbesi producono tanti progetti multimediali di alternanza scuola lavoro. Potrebbe essere il luogo adatto per riconsegnare la cultura ai giovani per farne una fucina di crescita, di formazione, di scambio. Non vogliamo considerarla una partita persa. Le scuole rivestono un ruolo significativo nel quartiere, il complesso dell’Egidi accorpa materna, primaria e secondaria. Mentre il blasonato Istituto Merlini riunisce i seguenti indirizzi: Infanzia Primaria – Secondaria – Il Liceo Linguistico-Europeo Istituzionale è la novità dell’anno scolastico 2019-2020 per cui sono aperte le iscrizioni. Una scuola anche questa in cui sono passati tanti viterbesi famosi. Sino ai primi anni ’70 è stato pure studentato interno con convitto e le allieve arrivavano da tutta la provincia viterbese. Annessa alla parrocchia, invece, è la scuola paritaria di Santa Maria del Paradiso, nata negli anni ’90 dopo essere stata rilevata grazie a un gruppo di insegnanti viterbesi dalle suore della Beata Angelina, comprende una scuola materna, elementare e media.
Il quartiere Ellera accorpa la Biblioteca Consorziale ubicata sul viale Trento, la cittadella della cultura, il cui accrescimento lo si deve al commissario straordinario Paolo Pelliccia, un cultore del grande patrimonio artistico-culturale che riesce a mettere a punto incontri culturali di spessore adatti a tutte le fasce di età. L’ex assessore regionale e scrittrice Ravera è una fedele simpatizzante della Biblioteca viterbese, insieme ai tanti famosi autori che con le loro donazioni ne hanno composto una raccolta libraria di elevato pregio.
Ellera Nel quartiere parevano scomparse le strutture sportive eccellenti. Può Viterbo permettersi di lasciare marcire un impianto sportivo che ha scritto la storia della città? La risposta è ovviamente no, e proprio il 13 marzo il campo sportivo dell’Ellera è stato assegnato con bando pubblico alla Asd Tuscia Calcio che ne farà il vivaio per crescere piccoli campioni. Gli abitanti del quartiere hanno battagliato a lungo per far chiudere la struttura, la Asl ha dato ragione alla protesta dei residenti, che avevano chiesto l’analisi delle polveri che si alzavano durante l’attività. Polveri nocive. L’intento della società Calcio Tuscia è quello di portare il campo dell’Ellera a diventare un fiore all’occhiello della città, a impegnare le nuove generazioni nello sport, nelle attività di aggregazione sana.

Santa Lucia: è il quartiere di mezzo quello che separa Santa Barbara e l’Ellera.
Nasce a fine anni settanta come edilizia popolare (Ater) per poi estendersi in residenziale. C’è una componente anziana nella fetta di popolazione, che invoca un centro di aggregazione, di ritrovo, di attività, un verde pubblico attrezzato di panchine, di cestini per rifiuti, e per gli amici a quattro zampe. Il nucleo è abitato da operai, artigiani, professionisi, una composizione di famiglie che svolgono una vita attiva e produttiva. La componente nuova accoglie giovani famiglie attive in tutti i comparti produttivi. Gli abitanti del quartiere chiedono ormai da anni che il Comune metta in atto un intervento di manutenzione straordinaria, finalizzato alla sistemazione della viabilità, del verde pubblico e della raccolta dei rifiuti, indispensabile alla vivibilità del quartiere. il quartire è abbastanza tranquillo. Dispone di asili nido. La parte dolente è l’ingresso al quartiere Ellera Santa Lucia da via Francesco Baracca, in cui gran parte delle strade sono dissestate, disseminate di buche e di erbacce e i marciapiedi inutilizzabili. La situazione dell’ingresso al quartiere, inoltre, si è aggravata con la apertura della nuova bretella stradale di collegamento con il quartiere Ellera che viene utilizzata dagli automobilisti, in uscita dal quartiere, in senso vietato. Serve una maggiore presenza della polizia locale anche per il rispetto della segnaletica. La raccolta differenziata dovrebbe avvenire a intervalli meno lunghi, evitando che i cittadini siano costretti a lasciare i sacchetti a terra intorno ai raccoglitori. Tutto questo ne conviene verso un rafforzamento di quel senso civico che dovrebbe pervadere ognuno di noi. Su viale Francesco Baracca è ubicata la Casa di Cura Villa Rosta, struttura di eccellenza per la cura di malattie psichiatriche ed Hospice che accompagna al fine vita. Nonostante le criticità di un quartiere ancora in fase di sviluppo, Santa Lucia potrebbe rappresentare un punto di partenza fondamentale per il ringiovanimento dell’intero agglomerato

Se l’Ellera è la declinazione del quartiere abitativo, il Paradiso rappresenta l’élite, un privilegio esclusivo. Il raffronto con gli altri due nuclei dà subito all’occhio. Siamo in zona ville con condomini protetti. Si può uscire a piedi senza essere schiavi dell’auto. Il raggiungimento della città impegna circa 15 minuti scorrevoli. Il polmone di verde è presentato dall’area circostante del Cefas. Centro di formazione della Camera di Commercio. Strade e viali larghi e sempre ben illuminati. Qui vi hanno costruito le migliori imprese viterbesi non c’è stata negli anni una corrosione immobiliare. Il processo è stato morbido e non invasivo. Il Paradiso comincia da via Monfalcone, la zona ville è a innesto sino a via Alcide De Gasperi, protetta dai meravigliosi giardini alcuni con piscina. I collegamenti pubblici non sono frequenti, la città non è collegatissima con il quartiere, la linea della Francigena gira intorno sul viale Trieste nelle corse che raggiungono la Quercia ogni 30 mt, ma il quartiere parrebbe non subirne l’effetto, la stragrande maggioranza si muove autonomamente. In mezzo al nucleo abitativo, ma appartata, sorge una clinica storica, la Salus della famiglia Battaglia, oggi una sorta di passaggio per gli anziani. Chiusa e non utilizzata la ex Santa Teresa della famiglia Trua sul viale Trieste. Viterbo varrebbe davvero un censimento sugli immobili in disuso dai quali si potrebbe realizzare la città del terzo millennio con luoghi di aggregazione, centri di cultura, biblioteche. Perché no? Il sindaco Arena che il quartiere lo ha vissuto e lo ama potrebbe incidere per migliorare l’efficienza di una città che ha ancora tante carte da giocare per raggiungere il livello di funzionalità e di qualità della vita di cui i quartieri ne sono la voce. Le tre realtà, sebben diverse dal punto di vista del tessuto sociale e dei servizi offerti, unite danno vita a una delle comunità che conta circa 9mila abitanti tra le  più complete e sviluppate della città capoluogo.

*Studenti Università della Tuscia Disucom- Dipartimento di Scienze Umanistiche, della Comunicazione e del Turismo

 

 

 

 

 

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