C’è un “enclave” Viterbese in provincia di Rieti è un piccolo lembo di terra distante circa 15 chilometri dal centro urbano di Gallese. Comprende il Castello delle Rocchette, che si presenta alla vista come un adorabile borgo in miniatura, ed una parte dell’omonimo bosco fino alla località “Pietrini”; il territorio di Rocchette si incunea nel Comune di Magliano Sabina. Il borgo castello di Rocchette di Gallese appartiene di fatto al comune di Gallese . Circondato da una bella campagna, si erge su un costone tufaceo che ci ricorda i paesini della Tuscia, colpisce subito l’occhio del viaggiatore che si trova a percorrere la via Flaminia, poco dopo aver lasciato il casello dell’autostrada di Magliano Sabina in direzione del comune di Otricoli. Si possono riconoscere torri merlate, una chiesetta e banderuole con simboli araldici. Si può intuire una corte al suo interno. Il minuscolo borgo-castello è di proprietà privata e pertanto non è visitabile. La limpida giornata di tramontana, ne consente alcuni scatti.
Il Borgo castello di Rocchette di Gallese è paragonabile ai resti di un naufragio della storia, da cui se ne traggono le origini dalla fonte:”Un Feudo Scomodo” di Guido Poeta – Edizione Incontri 1995″.
Il piccolo contesto urbano deriva da una disputa amministrativa che ha visto contendere il territorio di Rocchette, nei primi anni dell’800, tra la comunità di Magliano Sabina e il duca di Gallese Marco Sitico Altemps. Messo in vendita dall’ultimo proprietario il Cardinale Cesi. La Comunità di Magliano si mostra subito interessata all’acquisto però questa deve fare i conti con un altro compratore, il potente Cardinale Marco Sitico Altemps feudatario del castello di Gallese, grazie alla sua influenza in Vaticano riesce a comprarlo, In tal modo Rocchette diventa nel 1585 un feudo del duca di Gallese con una postilla nell’atto di vendita voluta da Sisto V, che: “la giurisdizione sul territorio di Rocchette era del duca, ma il territorio apparteneva alla Diocesi Sabina”. Marco Sitico Altemps versa da “Dativa” (oneri per il trasferimento della proprietà) di scudi 13,80 alla Camera Apostolica e non alla comunità di Magliano.
Il solerte amministratore del duca nel frattempo aveva già versato i 13,80 scudi alla Comunità Maglianese. Quindi il 26 dicembre del 1806 il Buon Governo ordina alla Comunità Maglianese di restituire il denaro della “Dativa” pagata due volte dal duca d’Altemps. Se avessero omesso di restituire la somma versata, il duca di Altemps, poteva liberamente accatastare i sui beni come se appartenessero al suo feudo, cioè Gallese e cosi avvenne.
La Comunità di Magliano non restituì la somma al duca, anche perché avrebbe significato riconoscere il diritto al duca di non pagare i tributi all’esattore di Magliano.
Una storia di contesa di beni e di debiti di cui al visitatore errante oggi rimane la vista bellissima di questo sperone tufaceo, che si erge nella campagna circostante isolato come un’anomalia del paesaggio e le costruzioni che lo delimitano, appaiono come uno scrigno a proteggerlo da una vecchia storia.