Il Maestro Vincenzo Mercurio è direttore e concertatore, insegnante di teoria e solfeggio, primo trombone tenore nella banda centrale della Marina Militare Italiana, la cui formazione risale al 1870. Mercurio inoltre è il direttore ormai da quindici anni della banda MusiChiAmo, inserita nell’unità pastorale S. Maria dell’Edera e Santa Maria del Paradiso, di cui è parroco don Egidio Bongiorni.
La banda ha avuto le sue origini nel febbraio 2008 su iniziativa proprio di don Egidio, che ora come allora ne è il presidente. Nel 2016 ha ricevuto il riconoscimento di “banda di interesse comunale” e per tale motivo si fregia anche del titolo “Banda Città di Viterbo“.
Il Don ci racconta l’incontro con il Maestro Mercurio come una folgorazione: è infatti durante la celebrazione della Messa che lo vede dare un bacio alla sua bambina, di ritorno dall’aver assunto l’Eucarestia. Incuriosito da un gesto così tenero in modo pubblico, si avvicina a Vincenzo e ne nasce una breve presentazione, alla quale segue un accenno alla sua passione per la musica vissuta come professione.
Dal canto suo don Egidio, sollecita la curiosità di Vincenzo Mercurio con la possibilità realmente esistente di creare una banda parrocchiale pronta a mettersi a disposizione del territorio con concerti e servizi per la comunità.
La parrocchia accoglie un vivace gruppo di scout ed è da lì che parte l’azione di ingaggio dei primi musicisti. Da allora di strada ne è stata fatta … lo scorso venerdì a Viterbo la banda ha accompagnato la processione solenne della Passione di Cristo tenutasi nel centro storico, ma tanti sono gli eventi a cui ha partecipato.
Il reclutamento degli allievi avviene attraverso i corsi che si tengono per i vari strumenti nella sede dell’Associazione, a cui si accede dal chiostro del Paradiso. Da qui escono le promesse di una formazione musicale composta da strumenti musicali a fiato e a percussione (ma non solo), includente una fascia di età che va da quella scolare a quella più matura.
Incontriamo il Maestro Mercurio nella sede di MusiChiAmo.
Innanzitutto partiamo da come è arrivato a Viterbo?
Provengo dalla Puglia, specificamente da Gallipoli; per la mia professione con mia moglie ci siamo trasferiti a La Storta nel 2005 perché lì c’è la sede centrale della banda della Marina, abbiamo cercato da subito un luogo ideale per far crescere le nostre due figlie ed è così che siamo arrivati a Viterbo. Una città che amo molto, in particolare per il suo centro storico, così pieno di arte e cultura. Ci ho ritrovato i miei punti di riferimento fino a quello di formare una banda.
Quando ha preso per la prima volta in mano la bacchetta?
Ho iniziato a 13 anni. Nella banda in cui ero inserito da bambino c’era infatti una tradizione molto bella: al termine di ogni concerto il maestro chiamava un allievo a dirigere uno degli ultimi pezzi, quelli che il pubblico amava di più, e qualche volta è toccato a me.
Tornando al presente, qual è la prima cosa che un direttore di banda deve capire?
Un direttore di banda la maggior parte delle volte ha a che fare con gente non professionista, quindi come prima cosa bisogna adattare il programma ai musicisti di cui si dispone, non il contrario. In effetti, un maestro è più un arrangiatore che un esecutore.
Quale è stato il suo percorso, oltre chiaramente alla naturale predisposizione per la musica che l’ha portata ad essere un primo trombone tenore nella banda della Marina?
Mio padre aveva una grandissima cultura musicale ed è stato lui a portarmi dal mio primo maestro; io in realtà volevo suonare il corno ma alla banda serviva un trombone. Dopo ho studiato tanto e vinto diverse audizioni, come quella per l’Orchestra giovanile Italiana, quella per la Toscanini di Parma e per la Scala di Milano. Ho poi conosciuto molti strumentisti che mi hanno instradato, in particolare Andrea Conti, primo trombone dell’Accademia di Santa Cecilia. Non dimenticherò mai le sue parole: “ Al momento sei molto scarso, ma credo tu possa diventare veramente bravo. È per questo che ti ho scelto”.
E qual è la differenza tra dirigere una banda e dirigere un’orchestra sinfonica?
Sinceramente non ho mai diretto un’orchestra, ma so che cambia tanto, prima di tutto i gesti. Gli orchestrali di solito sono ad un livello più alto perché legati ad un contesto accademico, mentre i musicisti di banda, molto spesso non professionisti, hanno bisogno di essere più guidati e corretti.
Quanto conta la disposizione dei diversi strumenti nel panorama sonoro? Che considerazione dà alla disposizione della banda?
La disposizione della banda è molto importante, oggi con il propagarsi di nuovi brani e nuovi arrangiamenti la disposizione classica vesselliana a semicerchio sta subendo un radicale cambiamento. Durante le sfilate noi siamo molto fedeli alla tradizione, con davanti i legni e i fiati e dietro gli ottoni e percussioni.
Qual è il suo metodo per offrire i giusti riferimenti ai componenti di MusichiAmo?
Non c’è un metodo, ogni allievo è diverso dall’altro e ha una sua personale capacità di apprendimento. I ragazzi ad avere difficoltà sono tanti, ed è per questo che partiamo sempre dalle lezioni di teoria e solfeggio che si impartiscono regolarmente qui a scuola. Solo dopo aver ottenuto una solida base si viene a suonare nella banda, tenendo presente che ogni strumento è seguito da un insegnante diverso, approfitto per ringraziare i miei collaboratori il M° Critti Mario (sax clarinetto), il M° Cambo’ Donato (flauto traverso), il M° Carruozzo Giovanni (percussioni) e il prossimo anno nuovi insegnanti entreranno a far parte della nostra realtà.
I suoi piccoli musicisti sono arrivati nella banda perché consapevoli di una passione ?
I loro inizi sono sempre per lo più spinti dai genitori, a Viterbo ancora ci sono poche sollecitazioni culturali. Le cose stanno un poco cambiando, oggi c’è qualche bambino in più che vuole fare musica, ma sono ancora veramente pochi. La nostra associazione organizza corsi continui per poter sollecitare una predisposizione naturale.
Quanti sono i componenti della attuale banda?
Siamo oltre sessanta membri, dai 7 ai 72 anni, e quest’anno entrano sedici nuovi allievi. Come dicevo almeno in risposta alla nostra semina qualcosa si sta muovendo.
La scuola di musica parrocchiale ad indirizzo bandistico forma musicisti di qualsiasi età da inserire nell’organico della banda musicale MusiChiAmo , sono usciti giovani predisposti che hanno intrapreso il cammino di musicisti?
Sì, ci sono diversi allievi al Liceo Musicale e altri al Conservatorio di Santa Cecilia. Voglio precisare che io suono solo con i miei allievi. Quello che il pubblico sente è tutto frutto del lavoro della nostra scuola.
Ora che Don Egidio ci ha comunicato che l’ex cinema Trieste è divenuto teatro amatoriale per esibizioni di giovani ed adulti, quello spazio si adatta a dei matinée con piccoli concerti . Sarebbe un bellissimo esempio di spazi dedicati al quartiere e alla città di Viterbo, che di luoghi aperti spontaneamente per la cultura non ne ha …
In teatro abbiamo fatto saggi e concerti, ci piacerebbe inaugurare una bella stagione se solo ci fossero le sponsorizzazioni. La banda ha un costo, bisogna adattare le divise, provvedere alla manutenzione dei locali della scuola. Don Egidio ha investito veramente tanto, il nostro ringraziamento nei suoi riguardi, non finirà mai, se pensiamo che all’inizio avevamo solo un leggio, ma vorremo qualche sostenimento in più dal Comune.
Il vostro repertorio riporta alle marce sinfoniche, ma anche a divagazioni musicali….
La marcia è la forma più suonata perché nasce appositamente per la banda, ma ci sono anche molti altri pezzi originali … adesso per esempio tra le bande è molto in voga la musica olandese. Per fortuna sembra stia svanendo quella brutta moda di copiare i pezzi scritti per l’orchestra!
Il grande maestro Alessandro Vessella diceva che la banda deve allietare ma anche educare. Come forma i suoi allievi?
Un buon maestro non deve lasciare indietro nessuno, ha un aspetto sociale molto importante. Non esiste un allievo preferito e tutti, anche e forse soprattutto quelli con difficoltà d’apprendimento o altre disabilità devono far parte di questo bellissimo e complesso organismo. Il linguaggio della musica parla a tutti e la banda serve proprio a diffonderlo tra la gente comune.
Quando sarete pronti per accompagnare il trasporto della Macchina di Santa Rosa? E’ un vostro sogno?
In realtà già suoniamo in occasione della festa, durante il pomeriggio. La festa di Santa Rosa è molto sentita a Viterbo e vorremmo che il Sodalizio dei Facchini di Santa Rosa riconoscesse il nostro valore e ci chiamasse anche in altri momenti.
La musica scaccia l’odio da coloro che sono senza amore. Dà pace a coloro che sono in fermento, consola coloro che piangono, la banda è sinonimo di festa e di allegria.Ovunque c’è desiderio di festa, allegria e professionalità la banda MusichiAmo è pronta.