Il tronco Orte-Capranica, dismesso nel 1994, è ancora armato ed efficiente, con le opere d’arte in discrete condizioni. I fabbricati delle ex-stazioni sono apparentemente in buone condizioni.
Il tronco Capranica-Civitavecchia, chiuso nel 1961 a causa di frana avvenuta nei pressi della galleria Cencelle, è invece in stato di abbandono, con il binario presente solo negli ultimi 10 km prima di Civitavecchia, dove è usato (per circa 4 km) come raccordo merci per un deposito di automobili. I fabbricati sono in precarie condizioni ed alcuni sono fatiscenti.
Questo tronco, a partire dal 1986, è stato oggetto di lavori di ripristino iniziati ma mai terminati, che hanno visto il ripristino della sede ferroviaria, dei ponti e delle gallerie. In conseguenza di ciò, la sede ferroviaria è oggi visibile per l’intera estesa, ma percorribile solo a tratti a causa di cancelli e frane che ostruiscono il passaggio in più punti. La ferrovia Capranica-Civitavecchia, dismessa negli anni Sessanta, è oggi un gettonato percorso di trekking che scorre tra vaste campagne, stazioni abbandonate, siti archeologici poco noti.
Il Comitato per la Civitavecchia Capranica Orte della ferrovia Civitavecchia Orte Terni Ancona o ferrovia dei due mari si dibatte da anni per la riapertura della tratta ferrovia, Nella sua ultima riconferma a presidente il combattivo Raimondo Chiricozzi ronciglionese doc nel suo intervento ha presentato la copia della delibera della giunta regionale del Lazio, che stabilisce l’inserimento del ripristino del collegamento ferroviario Orte Civitavecchia nel Pnrr.
Tale delibera riconosciuta dal direttivo conferma la validità dell’azione portata avanti dal comitato e dal suo presidente che con azioni costanti e coinvolgenti al tema spinge verso la Regione Lazio e il Governo di dare seguito alla sua attuazione.
La ferrovia attraversa una delle zone più ricche dal punto di vista archeologico nell’intera regione del Lazio. Le testimonianze storiche più significative appartengono alla civiltà etrusca, ma si trovano anche tracce della vita durante l’era romana e medievale.
Il fascino spettrale e malinconico delle stazioni ferroviarie dismesse può diventare l’ispirazione per un progetto turistico. Un piano che punti a riqualificare e restituire a visitatori, luoghi ormai dimenticati. In Europa già si fa da tempo, anche in Italia è partito un programma su iniziativa delle stesse Ferrovie dello Stato e Banca Etica. L’intesa riguardava circa 450 stazioni che le Fs hanno definito ‘impresenziate’, ossia senza più personale attivo.Del progetto datato 2018 non si ha riscontro, ma rimane fermo l’obiettivo che punti a valorizzare non solo le tratte ferroviarie di pregio, ma anche stazioni, pertinenze con opere d’arte e rotabili storici e turistici.
La Tuscia in tutto ciò riveste un ruolo importante (S.G.)





Materiale fotografico reperito da:
Ferrovia Orte-Civitavecchia – Ferrovie abbandonate