Il geologo Troncarelli: “Viterbo bella e fortunata, ma non va sfidata la sorte”

di Luciano Costantini

Troncarelli

Viterbo citta bella e fortunata, ma non bisogna sfidare la sorte. Sintesi, magari banale, di una chiacchierata con Roberto Troncarelli, consigliere nazionale dell’Ordine dei geologi, già presidente del Lazio, titolare di Geovit, società che si occupa di geologia, ovviamente, ingegneria, topografia, ambiente. Un curriculum che ha la lunghezza di una voce del vecchio elenco telefonico. Insomma, uno che conosce bene il mestiere. Cioè studiare, analizzare, intervenire sul territorio. Sul suo tessuto vivo. Medico e chirurgo dell’ambiente. Domanda iniziale, ovvia. “Dottor Troncarelli, come siamo messi. Viterbo e la Tuscia?”

“Sicuramente siamo fortunati nel senso che non abbiamo subito i disastri che oggi e, purtroppo, periodicamente colpiscono il Paese. Da noi, l’ultimo in ordine di tempo, risale al 2013, Canepina, ci furono anche due vittime. Viterbo ha certamente criticità legate al dissesto idrogeologico però non ha avuto episodi pluviometrici molto intensi e concentrati in un lasso di tempo ridotto. Di sicuro è un problema il progressivo abbandono del territorio e pure la poca attenzione alle opere di manutenzione che richiedono impegni importanti per i bilanci comunali. La fragilità del territorio, purtroppo, non fa sconti e non concede tempo”.

E poi c’è una accertata sismicità…

“Detto che l’Italia intera è zona sismica, a livello normativo lo sono tutti i Comuni del Nord della Tuscia: Acquapendente, Onano, Proceno, San Lorenzo fino a Bolsena e Grotte di Castro. Un po’ più blanda è la sismicità nella parte centrale e meridionale della provincia. Quasi assente nei Comuni che si affacciano ad Est della Valle del Tevere e Ovest sulla fascia litoranea. Abbiamo però la fortuna di poter contare su una morfologia fatta di materiali non facili alla franosità e alluvionabilità. Comunque c’è da ripensare a tutta una serie di infrastrutture che oggi sono inadeguate”.

Cosa bisognerebbe fare?

“Intanto preoccuparci di non consumare il suolo. Il che vuol dire ridurre al minimo l’occupazione di superfici non assorbenti. E’ del tutto evidente che se l’acqua aumenta in tempi molto ridotti e viene impegnata magari in un fazzoletto di terra, i rischi aumentano. Viterbo in questo è stata fortunata perché non ha avuto inondazioni fluviali particolari né precipitazioni concentrate. C’è però da stare allerta e mettere in atto azioni preventive”.

Per esempio?

“Evitare di edificare dove invece è possibile programmare ricondizionamenti dell’esistente, soprattutto nel comparto pubblico. A Viterbo c’è tantissimo usato inutilizzato. Mi rendo conto che le nuove edificazioni sono necessarie per equilibri di mercato, però andrebbero esaminate con grande attenzione”.

Lo scorso sabato a Palazzo dei Priori è stato presentato un nuovo piano per programmare gli interventi territoriali. In altre parole, un nuovo Prg. Che ne pensa?

“Che andrebbe gestito con grande oculatezza. Ogni azione sul territorio genera degli effetti che andrebbero previsti e programmati. Prima di intervenire su nuove edificazioni c’è da mettere in sicurezza le infrastrutture che dovrebbero consentire un adeguato equilibrio con la natura. Parlo, per esempio, della rete di smaltimento delle acque”.

Lei vede dei rischi nel progetto di questa Viterbo ModernCity?

“Qualsiasi attività di modifica di equilibrio territoriale produce dei rischi. La guardia non va abbassata. Una delle azioni preventive a costi molto ridotti sarebbe informare la popolazione sui comportamenti virtuosi da adottare in caso di eventi sismici e vulcanici. Di informazione ce n’è molto poca. I Pec, che sono i piani di emergenza comunale, introdotti nel 2012 si stanno riducendo a un tomo di cento pagine”.

Vengono sottovalutati i rischi?

“Mi spiego con un esempio, quello dei cartelli sparsi per la città con tanto di numeri…otto…nove. Sono i punti di raccolta in caso di emergenza. Ma la popolazione sa cosa vogliono indicare? Dico, metti un cartello, ma vuoi discuterne in consiglio comunale, informare la gente…C’è un evidente problema di irresponsabilità. I politici, purtroppo, una volta che hanno rispettato gli obblighi di legge, non si preoccupano di accertare se il senso della legge stessa venga trasmesso al fruitore finale, cioè al cittadino. Il quale dovrebbe sapere che, in caso di sisma, va chiusa l’acqua, staccata la luce, disattivato il gas e poi raggiungere un certo posto”.

Edificare nell’assoluto rispetto delle regole e fare informazione però ha un costo.

“Che dovrebbe pagare l’amministrazione locale impegnando fondi di bilancio, oggi assai scarsi. Mi rendo conto che la coperta spesso è corta ed allora dovrebbe intervenire l’amministrazione centrale. Così non è. C’è una politica assolutamente trasversale che pone poca attenzione al territorio”.

L’emergenza delle emergenze per Viterbo qual è?

“Non ce n’è una in particolare. Ripeto, siamo fortunati perché viviamo in un territorio che non ha grandi criticità idrogeologiche, ma non bisogna sfidare la buona sorte”.

E con più di un nemico alle porte come il Radon e l’Arsenico.

“Eh sì. Anche se il problema dell’arsenico nelle acque è stato gestito male, dotando i Comuni di dearsenificatori che spesso sono lasciati così, senza essere controllati. Penso che alcuni Comuni abbiano ottemperato correttamente agli obblighi di installazione, ma non di manutenzione, causa costi che spesso sono insostenibili”.

 

Venerdì 8 novembre 2024 presso la Sala Consiliare della Provincia di Viterbo
L’Ordine dei Geologi del Lazio organizza il terzo appuntamento di aggiornamento professionale su alcuni temi centrali della professione: codice dei contratti, deontologia e patente a credit, nella sessione pomeridiana è previsto l’intervento del dr. Troncarelli.
COMMENTA SU FACEBOOK

CONDIVIDI