Il presepio di Pianoscarano unisce al significato della Natività quello della Rinascita

di Luciano Pasquini

Mai come in questo 2020 in cui tutto ciò che è movimento e animazione si è fermato, l’occhio del visitatore posa lo sguardo in modo più attento e sentito su questa miniatura di presepe allestito nell’antico lavatoio di Pianoscarano, in via dei Vecchi.

Restaurato dai volontari di Viterbocivica, messo in scena dai fratelli Mattioli, piascaranesi doc, o d’origine come chi scrive e ci si è soffermato in riverito silenzio, in senso di elogio per chi ha concepito la caratteristica rappresentazione, scegliendo per letto questo lavatoio che emana nella forza di quella pietra medioevale il respiro di un quartiere popolare che tanti poeti dialettali hanno declamato, forti di un legame che si è reciso solo nel momento del commiato terreno, basta citarne uno a rappresentarli tutti quell’Ostelvio Celestini gentiluomo colto che gli ha espressamente dedicato nel suo libro racconti e poesie. Ma val la pena ricordare anche un uomo di cultura come Mario Brutti ex presidente della Fondazione Carivit deceduto a inizio mese, che molto amava il quartiere, qui si era soliti incontrarlo nelle sue passeggiate solitarie.

A Pianoscarano quella gioia di comunità che si respira nell’atmosfera del Natale la si vive ogni giorno, custodendone la comunità del quartiere tradizioni e valori, che rivendicano uno spirito di appartenenza, in cui l’uno non si sente meno dell’altro. E proprio in questo Natale quel presepe unisce al significato della Natività anche quello della Rinascita, per far sì che si ritorni a quel senso dell’accoglienza che ha anche il valore di una stretta di mano, che ci manca tanto in questo momento di pandemia.

Restiamo uniti nel rispetto delle regole per fare in modo che tutto questo possa accadere presto. E in questo periodo di festività natalizie Pianoscarano è lì, immortale nei secoli, che aspetta il suo visitatore arrivato adonorare il suo piccolo presepe nel lavatoio di via dei Vecchi.

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