Il Tempio di Demetra, simbolo della fertilità nei pressi di Vetralla

Tempio Demetra
Il Tempio di Demetra, situato nei pressi di Vetralla, è un sito archeologico avvolto da una suggestiva aura di mistero, testimone di un culto antichissimo dedicato alla dea della fertilità e dell’agricoltura. Questo luogo sacro, immerso nei boschi della Tuscia, è un esempio affascinante della fusione tra religione etrusca e romana.
In località Macchia delle Valli, presso una sorgente d’acqua, sono stati scoperti nel 2006 i resti di un santuario etrusco-romano. Il complesso è costituito da una serie di ambienti rupestri, aree cultuali all’aperto e una piccola cella costruita, che conservava gli arredi di culto e la statua in terracotta di una divinità femminile.
La dea venerata in questo santuario è identificata con Demetra (etrusca Vei, romana Cerere). La statua, raffigurata in trono e oggi al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, teneva nella mano destra una patera umbilicata e, con la sinistra, probabilmente un mazzo di spighe, simbolo della fertilità.
Elementi del santuario:
La cella: costruita in lastre di peperino, con tetto a doppio spiovente e timpani decorati con un disco rilevato. Al suo interno si trovavano:
Un banco monolitico di peperino su cui era posta la statua della dea.
Un tavolino rituale con quattro reperti ceramici (tra cui due lucerne di età neroniana) deposti rovesciati sotto di esso.
Un piccolo altare con una moneta bronzea imperiale, probabilmente l’ultima offerta prima dell’abbandono del santuario.
L’area d’ingresso: in origine coperta da una tettoia, ospitava strutture rituali come:
Una vasca in peperino per la raccolta dell’acqua.
Un altare per le offerte.
Una macina e un focolare per i riti sacri.
La grotta naturale: lavorata dall’uomo per ospitare un deposito votivo. Al suo interno è stata scoperta una base di peperino con sopra un donario fittile.
La “terrazza” cultuale: un lastrone di roccia staccatosi naturalmente dalla parete, successivamente utilizzato per le cerimonie religiose.
I depositi votivi: trovati sotto la terrazza e nelle aree adiacenti, contenevano offerte legate al culto della fertilità e della guarigione, come dimostrano i numerosi votivi anatomici rinvenuti.
Il santuario, attivo dalla fine del III secolo a.C. fino all’inizio del II secolo d.C., era un punto di riferimento per i pellegrini che invocavano la fertilità della terra e la sanatio (guarigione) grazie alle virtù terapeutiche attribuite alla sorgente sacra.
Dove si trova?
Il sito si trova nelle campagne di Vetralla, nella provincia di Viterbo, ed è raggiungibile attraverso sentieri immersi nel verde.
Foto @fondoambiente
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