Imprenditori della Valle del Paglia: “Da oltre 5 anni nessuno ci ascolta, alcune aziende costrette a chiudere”

“Non ci resta altro che informare dei fatti la Procura della Repubblica”. Delusi perché abbandonati da tutti, alcuni imprenditori della Valle del Paglia, tra Proceno e Acquapendente. Dalle istituzioni in primis il Comune di Proceno e da chi prometteva di interessarsi al loro caso e poi non lo ha fatto, in secundis i mass-media. “Da oltre cinque anni portiamo avanti una battaglia contro i mulini al vento – sottolineano -, perché nessuno ci ascolta. A nessuno interessa che due aziende di produzione bestiame, seppur sversando liquidi nelle loro proprietà, creano comunque plurime forme di inquinamento ambientale: la copertura degli stabilimenti in eternit crea emissioni di polveri e fibre che nuocciono alla salute, il fiume Paglia sempre meno salubre, il rumore dei macchinari nuoce acusticamente. C’è chi si arreso e ha chiuso, perché avere un punto di ristorazione e notare che con il passare degli anni il flusso turistico va scemando è deprimente. Come veder transitare pellegrini francigeni in modalità trekking-walking che, constatando la problematica, tirano innanzi senza contribuire con spese a far circolare l’economia. Se l’è data a gambe anche una azienda dolciaria che si poneva come presupposto di creare un indotto di lavoro: staff di operai superiore a 20 unità da reperire tra Proceno e Acquapendente. Gli appelli inviati al Comune di Proceno sono lettera morta. Abbiamo chiesto di essere convocati per confrontarci con le controparti per smussare gli angoli e trovare soluzioni. Niente più che lettera morta. Solo continue autorizzazioni affinchè le aziende possano continuare indisturbatamente la loro attività”.

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