La Basilica de La Quercia: “Un tesoro inestimabile di storia, arte, devozione e cultura”

La Quercia. Un tesoro inestimabile, un gioiello di storia, arte, devozione e cultura, tutto da scoprire e riscoprire nei suoi magnifici spazi esterni e interni. Il giorno dell’Epifania si è svolta l’ultima delle tantissime iniziative, la rappresentazione del presepe Vivente nel Chiostro grande della Basilica, realizzato grazie alla disponibilità e alla collaborazione della struttura sanitaria dell’RSA che lo ha in uso. Dal ciabattino al mercato delle spezie, dalle lavandaie alla sinagoga, dal falegname al censimento, una rappresentazione suggestiva curata nei minimi dettagli all’interno di luogo davvero unico e straordinario, che ha visto una grandissima partecipazione di pubblico. “In quest’ultimo anno e mezzo abbiamo avuto il piacere e l’onore come associazione Pro Loco di far scoprire e riscoprire la Basilica di Santa Maria della Quercia, il Santuario più importante e imponente della nostra provincia e uno dei più importanti santuari mariani europei, a tantissimi tra viterbesi e turisti, con sempre più crescente partecipazione e coesione, restituendo alla visione e alla fruizione luoghi unici come il Museo degli Ex Voto ed il secondo Chiostro. Con la gioia nel cuore, cercando di poter esprimere il nostro lavoro e la nostra attività in un contesto straordinariamente bello, vogliamo ringraziare di cuore innanzitutto il Rettore e parroco della Basilica don Massimiliano Balsi, per la sua disponibilità e fiducia e per la sua lungimirante visione delle cose, e anche tutta la parrocchia, le catechiste, i collaboratori esterni ed interni, per farci sentire davvero in una grande colorata famiglia, dove lo stare insieme fa ottenere un valore molto maggiore della somma dei singoli ! I luoghi sono fatti dalle persone, e se questo è un luogo straordinario è perché straordinarie sono le persone che lo animano. Da domani, parallelamente al resto della nostra attività, si comincerà a pensare agli eventi per la primavera che continueranno a regalare alla città la possibilità di ammirare e vivere questo luogo straordinario che come scrisse lo storico Mortier appartiene a Viterbo non solo e non tanto per diritto territoriale, ma per un diritto inalienabile, il diritto del cuore…”.

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