La Biblioteca centrale della Provincia Agostiniana d’Italia un gioiello prezioso nella città dei Papi

(L.C.) I tesori, si sa, talvolta diventano tali perché per anni, quando non per secoli, riescono a sfuggire ai gusti, alle attenzioni, magari anche agli interessi di chi non ama semplicemente il bello. Viterbo e la Tuscia costituiscono un autentico scrigno.

Tra i gioielli, più preziosi, pure se non tra i più conosciuti, la Biblioteca centrale della Provincia Agostiniana d’Italia, in via San Giovanni Decollato, che forma un complesso unico con la chiesa della Santissima Trinità nel capoluogo. E come tutti gli scrigni conserva bellezze e testimonianze uniche, in questo caso della storia dell’Ordine degli Agostiniani. La Biblioteca nasce praticamente con la fondazione del convento, datata intorno al 1250. Una delibera del capitolo della Provincia romana degli Agostiniani del 1290 stabiliva che il cenobio viterbese conservasse tutte le lettere papali e tutti i documenti riguardanti l’Ordine, trasformandosi praticamente in archivio provinciale. Così oggi la Biblioteca forma una entità unica con l’archivio storico della circoscrizione italiana. Un’autentica miniera culturale che raccoglie il patrimonio documentale degli Agostiniani su tutta la penisola. Gli eventi più recenti, in particolare la soppressione degli Ordini religiosi dei secoli XVIII° e XIX°, hanno disperso gran parte del patrimonio librario e documentario di incalcolabile valore. Fortunatamente una parte di esso, costituita dal fondo diplomatico (centinaia di pergamene) si conserva ancora presso la Biblioteca degli Ardenti di Viterbo. La Biblioteca Agostiniana della Santissima Trinità, diretta da padre Rocco Ronzani, custodisce almeno 25.000 volumi. Si tratta di manoscritti, libri antichi e moderni, corali liturgici, spartiti musicali e molto altri. Autentici gioielli artistici, testimonianze fondamentali per conoscere non soltanto la storia dell’Ordine agostiniano, ma anche la storia della Chiesa e del Cristianesimo, dall’antichità all’età contemporanea, attraverso la Patristica, la Teologia, la Filosofia, la vita del territorio e dell’arte religiosa.

Un prezioso corale del ‘500,
il pezzo più pregiato

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