E’ a Graffignano il borgo della Tuscia dove converge un piccolo mondo di meno di 2.300 abitanti che si riflettono tutti i colori e i profumi del forno, e non solo.
Una storia che parte da lontano ed ha le sue radici nel 1956, quando Placido Oddo arriva a Graffignano dalla Sicilia, per aprire una piccola attività – un forno- che, di generazione in generazione, ha messo radici e si è sviluppata fino a diventare una bella realtà, fatta di tradizione, certo, ma anche di attenzione all’oggi, ai suoi cambiamenti, alle sue esigenze. Un’azienda famigliare di tutto rispetto, molto conosciuta nel territorio.
Oggi ci sono i nipoti di Placido – Placido stesso nome del nonno, Andrea, Enrica e Benedetta – e tutto il resto di una grande famiglia, che continuano, come terza generazione, a lavorare in quella che ormai è un’azienda che si occupa, oltre che delle attività quotidiane legate alla produzione del pane, anche di catering, di produzione dolciaria e per l’asporto, quest’ultima oggi utilissima a tutti, in questi giorni di pandemia.
Benedetta Oddo è una giovane di nemmeno trent’anni, che crede molto in questa realtà. Dopo il liceo ha conseguito la laurea in Terapia della riabilitazione, ha iniziato il suo percorso professionale di per sé molto impegnativo – ma non ha certo abbandonato l’humus in cui è cresciuta: continua, come sempre, a lavorare insieme alla madre, ai fratelli ed ai cognati, per portare avanti l’attività.
Con grande passione, come ci ha raccontato durante il nostro incontro esponente di quella terza generazione famigliare.
Rendere felici gli altri, creando cose buone da mangiare, prestando grande attenzione alla qualità. Sono valori tornati in auge..
La felicità passa per il sistema dopaminergico e quale miglior modo per risvegliarlo, se non mangiare qualcosa che ci piace tanto?! Abbiamo la fortuna di lavorare in un luogo bellissimo, fatto di profumi familiari e sapori indimenticabili : è fin troppo facile creare qualcosa di buono, quando a guidarti è l’amore per ciò che fai e la voglia di migliorare sempre. Papà ci ha insegnato che, in primis, quando si produce qualcosa, lo si fa per offrire un servizio al cliente, quindi lo si deve fare sempre al meglio, nel limite del possibile. Ecco, la nostra filosofia è quella di creare sempre un prodotto che ci rispecchia : genuino, innovativo e allo stesso tempo legato alle radici della nostra terra, e ricco di intensità, che possa rimanere impresso.
Il lockdown già carico di troppo stress ci ha spinti alla ricerca di uno stile di vita di qualità, con maggiore attenzione al cibo. Come si è consolidato il rapporto con la vostra comunità…?
Direi che oggi più che mai si sente l’esigenza di riscoprire la qualità e l’autenticità. Tutti vorremmo avere un piccolo orto, un piccolo negozio di fiducia, un piccolo angolo di mondo in cui poter trovare le cose semplici, ma ricche di significato e ricordi. Riemerge la voglia di scoprire, assaggiare, cercare il meglio per assaporare ogni cosa con più intensità; un piccola ‘libertà sensoriale’ in un momento di ‘detenzione’. Per questo per noi è importante essere vicino al cliente e ai suoi bisogni.
Le tradizioni, le aziende di famiglia sono importanti da conservare e tramandare.Lei ha una sua professione come terapista della riabilitazione, pur essendo rimasta presente nella azienda di famiglia. Come riesce a far conciliare le due cose?
Quello che ho scelto di essere e per cui ho studiato e continuo a formarmi, la fisioterapia, non mi impedisce di continuare a portare avanti, insieme a i miei fratelli e a mia sorella, l’attività di famiglia. Per me sono due binari che corrono paralleli, non potrei separarmi da nessuno dei due. Amo moltissimo la mia professione di terapista, ma allo stesso tempo sono cresciuta in mezzo al pane e ai dolci e la mia vena creativa va a finire tutta nell’azienda di famiglia.
“La mia città (…) ha il cantuccio a me fatto.”, ha scritto Umberto Saba.
Qual è l’angolo del suo paese, in cui ritrova completamente se stessa, che ama di più?
Il luogo che più mi dà un senso di pace e ristoro, anche durante periodi stressanti e faticosi è proprio nella mia Graffignano: è la Madonna del Castellonchio, un bellissimo santuario in aperta campagna, nel cui parco puoi sentirti completamente libero di ‘respirare’. Vale la pena passarvi un pomeriggio per svuotare la mente dai pensieri e fare una bella passeggiata ristoratrice.