“Economia altalenante”. Così il presidente della Camera di Commercio di Rieti e Viterbo, fotografa la situazione della Tuscia nell’anno Domini 2023. Venerdì prossimo il rendiconto toccherà alla Sabina. Il report che ti immagini, nelle sue grandi linee, ma che nella circostanza fa emergere criticità che preoccupano. Disoccupazione giovanile che cresce, export che tira ancora ma che registra pure qualche rallentamento nel settore della ceramica da sempre trainante, pil provinciale che si ferma a un terzo di quello nazionale, depositi bancari che non sono più intoccabili come per un nostrano Fort Knox. Effetto Covid? Solo in parte, perché c’è anche la debolezza strutturale ed atavica dell’economia territoriale. “La nostra condanna – puntualizza il presidente, Domenico Merlani, in sede di presentazione del dossier – purtroppo è quella di dover sempre inseguire, senza mai raggiungere il traguardo. Il quadro del 2023 presenta luci ed ombre, forse più ombre, ma proprio per questo noi siamo determinati a sollecitare e pianificare azioni che vadano nella direzione di una crescita più robusta del territorio”. E’ Francesco Monzillo, segretario generale della Camera, a snocciolare i dati del dossier.
Il Pil. Cioè la ricchezza (si fa per dire) del Paese nel 2023 è cresciuta dello 0,9%, dovrebbe salire dello 0,7% alla fine di quest’anno. Per Viterbo soltanto il +0,3, vale a dire un terzo della quota nazionale. La ricchezza pro capite è ancora lontana dalla italica medi: 21.041,6 euro di reddito pro capite a Viterbo, rispetto ai 29.666,1 dell’Italia e ai 33.652 del Lazio (ovviamente Roma gioca una parte rilevantissima).
Le imprese. Il loro numero è salito, ma non in tutti i settori. A Viterbo registrato un +0,2%, era stato del +0,8% nel 2022). Segni negativi per agricoltura -1,3%, manifattura -2,3%, commercio -2,1%, alloggio e ristorazione -1,1%, attività professionali e tecniche +2,5%, +22,2% per imprese non classificate. Nel primo trimestre 2024 in calo le costruzioni (-0,3%) per effetto della frenata sul superbonus 110. Comunque nel 2023 sono nate 1736 imprese, ne sono morte 1646, con un saldo positivo di più 90.
L’export. Continuano a crescere le esportazioni, soprattutto in relazione ad altri territori: +5,5%. Nel Lazio l’agroalimentare ha toccato il +22,9%, l’agricoltura il +16,7%, la lavorazione alimentare il +28,5%. Ma a deludere è il dato della Ceramica e Porcellana con un -13,3%. In assoluta e preoccupante controtendenza rispetto agli anni precedenti. Fa sperare però la ripartenza del primo trimestre di quest’anno che segna per Viterbo un promettente +16,9%.
La liquidità. C’è una netta tendenza alla decrescita generalizzata sia per quanto riguarda i depositi (-2,5%) che gli impieghi (-2,2%) sia a Viterbo che in campo regionale e nazionale. Vuol dire, in sintesi, che la gente è molto più attenta a spendere perché riesce a fatica a risparmiare. Risultato finale, una frenata per la dinamica economica.
Il mercato del lavoro. Preoccupa e non da oggi. Il tasso di disoccupazione a Viterbo segna il 9,7%, nel Lazio il 7,2%, in Italia il 7,7%. La variazione tra il 2022 e il 2023 è stata del -5,9% nel Lazio, del -4 in Italia, addirittura del +33,9% a Viterbo. “Il dato che più mi ha colpito – sottolinea il presidente Merlani – è il meno sei per cento della presenze delle imprese giovanili.” “Come spiegarlo? E’ un mix tra un fattore strutturale, una fuga verso territori più attraenti dal punto di vista occupazionale, la conseguenza negativa di un trend anagrafico. Purtroppo siamo senza benzina”, sentenzia amaramente il segretario generale Monzillo.
La Tuscia al femminile. “Siamo forti – scandisce Giuseppina Polidori, responsabile del Comitato Imprenditoriale Femminile – anche se il Covid non ha aiutato. Quella viterbese (con un 27,6%) è al quinto posto nella graduatoria nazionale per quota di imprese femminili sul totale”. Purtroppo però sono imprese che hanno vita breve e spesso travagliata: vivono mediamente cinque anni. Due i “driver” sui quali lavorare: il digitale e il green. E’ una scommessa che non può essere persa, altrimenti non c’è futuro.
Il turismo. Si sta rivelando l’asset vincente della Tuscia. Una volta tanto non lo dicono gli oratori invitati ai convegni sul tema, ma i numeri. Il dato sicuramente più brillante che emerge dal report della Camera di Commercio. L’indice di permanenza media (presenze e arrivi) a Viterbo è stato del 4,2 rispetto al 3,3 del dato nazionale; l’indice di qualità alberghiera del 23,3% a Viterbo e del 22,1% in Italia. L’indice di concentrazione turistica (arrivi/popolazione) del 116,3% a Viterbo e del 227,8%. Dato però integrato dall’assessore al Turismo, Silvio Franco: “In realtà nel solo capoluogo siamo arrivati a quota 250%”.
foto:la resp.ufficio stampa d.ssa Paola Cuzzocrea e il presidente Domenico Merlani