“La meridiana restaurata”, mercoledì 20 dicembre al Palazzo Vescovile di Acquapendente, alle ore 17.00, intervengono Renzo Chiovelli, Don Enrico Castauro e Mariano Marziali. Il progetto di restauro per rimettere in vista e in funzione la meridiana è stato redatto dagli architetti Renzo Chiovelli e Vania Rocchi, l’alta sorveglianza sui restauri e stata effettuata dalla dottoressa Luisa Capirossi della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Provincia di Viterbo e per l’Etruria Meridionale, diretta dalla Soprintendente Margherita Eichberg. L’esecuzione del restauro è stato effettuato dal maestro di restauro Mariano Marziali. La presentazione del restauro avvenuto non a caso si svolge nella sede del Palazzo Vescovile, infatti, l’orologio solare, detto meridiana, prospetta proprio davanti la facciata dell’Episcopio, che oggi ospita la sede del Museo della Città, civico e diocesano. “Nel 1650 era stato acquistato il rinascimentale Palazzo Oliva, del sottosacrista pontificio Alfonso Oliva, per farne il primo nucleo della sede del nuovo vescovato aquesiano, dopo la distruzione di Castro – riferisce Renzo Chiovelli dell’Università La Sapienza di Roma -. Dopo oltre mezzo secolo, si dovette sentire la necessità di permettere al vescovo, quando si trovava nella sua residenza, di poter conoscere l’orario semplicemente guardando fuori delle sue finestre. Quindi fu costruito un orologio solare proprio di fronte alla finestra della camera da letto del vescovo. La meridiana settecentesca è sormontata da un fregio in stucco che reca al suo interno il trigramma di San Bernardino da Siena IHS, trascrizione latina dell’abbreviazione del nome di Gesù, che fu poi adottato da Ignazio di Loyola come emblema della Compagnia del Gesù”. “Durante il recupero dell’edificio, effettuato da parte di una famiglia privata, sulla cui facciata restavano ancora gli stucchi settecenteschi – continua Chiovelli -, è stato possibile rinvenire lo gnomone di ferro della meridiana ancora perfettamente orientato. Dopo attenta osservazione sono riemerse, appena incise nell’intonaco sottostante lo gnomone, le flebili linee che contrassegnavano le ore”. “Si tratta di un orologio solare, perfettamente orientato a sud, ad ore ‘vere’. Nel XVIII secolo il sistema di calcolo orario passò da quello detto ‘Italico’ a quello alla ‘Francese’ dettato dai rivolgimenti seguiti alla Rivoluzione Francese e ben presto adottato in tutta Europa. Nella vicina Toscana l’ora francese, che veniva contata a partire dalla mezzanotte invece che dal tramonto del sole, fu ufficialmente adottata già dal 1749”. La conferenza sulla ‘Meridiana restaurata”, organizzata a cura di Renzo Chiovelli, verrà introdotta da Don Enrico Castauro che parlerà del concetto di ‘tempo’ dall’antichità a oggi. Seguirà l’intervento del restauratore Mariano Marziali sulle operazioni tecniche che hanno portato al recupero della meridiana vescovile, e si concluderà con la relazione dell’architetto Renzo Chiovelli che ripercorrerà le operazioni di individuazione, progettazione del restauro e direzione dei lavori che hanno portato la meridiana aquesiana di nuovo a segnare le ore, inquadrando il tutto nell’ambito della storia delle meridiane.