La Peregrinatio della Reliquia del Beato Rosario Angelo Livatino si chiude con la grande partecipazione di Viterbo

di Laura Pasquini

Livatino cover

Tutto è iniziato con il significativo programma di una tre giorni intensa. L’arrivo
giovedì 14 novembre nel primo pomeriggio della reliquia, presso la Questura di Viterbo,
l’incontro con il mondo politico, ed in serata la fiaccolata della Legalità, retta dal motto “Sempre liberi e indipendenti”, di fatto la sintesi di una vita, quella di un giovane giudice, onorato oggi come il Beato Angelo Rosario Livatino. “Un uomo di una pienezza umana. Una camicia che fa tremare i polsi” la citazione è del Vescovo Orazio Francesco Piazza, detta aprendo la seconda giornata di peregrinato con la Reliquia del Beato Rosario Angelo Livatino presso l’Aula Magna dell’Università della Tuscia.
Viterbo ha accolto il giudice bambino con appuntamenti che hanno rappresentato il
suo breve percorso di vita bruscamente interrotto.
Il programma è proseguito venerdi 15 con momenti significativi, una giornata iniziata all’Università, poi con il mondo della giustizia presso il Tribunale
di Viterbo, continuando nel pomeriggio con l’incontro con gli Operatori del carcere.
Un momento intenso presso la Sala Alessanso IV a Palazzo Papale, dove si è svolto il Convegno organizzato dalla Diocesi di Viterbo ” La Giustizia Riparativa:
un Cammino di riconciliazione“, Livatino “un uomo che fondato la sua vita su
due pilastri, il Codice Penale e il Vangelo”, ha sottolineato il Vescovo Piazza.
L’ incontro, rivolto agli Operatori del Carcere (Direzione, Polizia Penitenziaria,
Operatori Pastorale carceraria) ha visto gli interventi di illustri relatori sull’ intrigante tema della Giustizia che porta il nome della Misericordia.
Al tavolo accanto alla reliquia, la camicia insanguinata del beato giudice, erano
presenti:
S: E. Mons. Orazio Francesco Piazza, Vescovo di Viterbo;
il Dott. Pierpaolo Manca Referente giuridico Pastorale carceraria, Referente
giuridico CDA Caritas Diocesana di Viterbo, membro collegio giudicante
commissione territoriale per l’immigrazione; il Dott. Raffaele Piccirillo Capo Gabinetto della Giustizia e sostituto Procuratore generale presso la Corte di Cassazione.
Sono intervenuti inoltre il parroco  della parrocchia di Santa Barbara, Don Claudio Sperapani vicario episcopale per la fragilità della persona e il Dott. Massimiliano Siddi, sostituto Procuratore della Repubblica a Viterbo.
Una riflessione profonda, a tratti toccante, sul modo di affrontare le ferite sia personali che collettive causate dal peccato e dall’ingiustizia, e le relazioni spezzate, come ha spiegato il Dott. Manca il quale ha rivolto un sentito ringraziamento a tutto coloro che hanno permesso la realizzazione di questo evento: membri del clero e della comunità ecclesiale, la polizia penitenziaria, gli educatori e gli assistenti sociali, i volontari, la Pastorale carceraria e i rappresentanti delle istituzioni. Tutti svolgono un ruolo cruciale nella riabilitazione dei detenuti e offrono un’opportunità per intraprendere un percorso di crescita e cambiamento, un cammino verso la dignità.
Oggi ci riuniamo per esplorare una dimensione della nostra fede cristiana, la
capacità di riconciliazione, di perdono e la guarigione, temi che trovano una
profonda risonanza nella Giustizia Riparativa” ha proseguito Manca.-La Giustizia Riparativa emerge come un faro di speranza in un mondo spesso segnato dalla divisione e dalla conflittualità” dove spesso la giustizia viene interpretata come vendetta; offre invece “una prospettiva che si basa sul riconoscimento del danno, sulla riparazione e sulla riconciliazione”, valori fondamentali del Vangelo.
Perché distingue la Persona dall’ errore, mette al centro la Persona, senz’ altro
la vittima a cui viene data la possibilità di esprimere il proprio dolore e
soprattutto di riprendersi, ma non ci si dimentica neanche dell’ autore del
reato.
“La Giustizia Riparativa non è solo un’alternativa alla punizione, ma
un’opportunità per restaurare il tessuto sociale, per ricucire le ferite inflitte, per
costruire un futuro di speranza”
Un percorso che ci invita a mettere da parte il giudizio e a scegliere la via del
dialogo e della comprensione per promuovere una cultura dell’incontro dove il
desiderio di Perdono sia più forte del desiderio di vendetta.

Il Dott. Raffaele Piccirillo sottolinea poi la distinzione tra l’ Errante e l’Errore.
Nei suoi scritti Livatino ragiona sul rapporto tra Fede e Diritto, ma che
riguarda anche la Costituzione dove rintraccia elementi in sintonia con la sua
fede.
La Seconda Guerra Mondiale, le leggi razziali e la Shoa sono state l’esperienza
di una Legge ingiusta: è il fallimento del Positivismo e il riconoscimento della
necessità di una Legge naturale . Temi profondi e se vogliamo che suonano
amplificati in questa contemporaneità alla ricerca della Pace.
Il cuore della Giustizia Riparativa risiede nel “Vedere” : non c’ è pena più
severa di quella che avviene quando il colpevole prende coscienza. Lo
sguardo, il vedere fa male. Ma da quel momento di consapevolezza può
iniziare il percorso che porta a ritrovare la propria dignità. Le sbarre vanno aperte da dentro.

A chiudere nella serata del venerdi la veglia di preghiera la pastorale con giovani
e famigliari.
La mattinata di sabato 16 porta alla chiusura degli interventi con la santa Messa del
Vescovo e conclude il Peregrinatio della Reliquia del Beato Rosario Angelo
Livatino, Martire della Giustizia e della Fede che la Viterbo istituzionale e civile a
voluto a dovere Onorare.

 

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