La sfida per una gestione moderna dei tumori cerebrali, se ne parla all’Unitus

Venerdì 17 e sabato 18 maggio, presso l’aula magna dell’Università degli Studi della Tuscia, si terrà il convegno “Tecnologia e rete in neurochirurgia: la sfida per una gestione moderna dei tumori cerebrali”. Responsabile scientifico dell’iniziativa è il direttore dell’Unità operativa di Neurochirurgia dell’ospedale di Belcolle, Riccardo Ricciuti.

L’incontro è rivolto a un pubblico di specialisti che potranno assistere a lezioni tenute dai maestri italiani della materia, dai medici che lavorano sul territorio e dal personale del comparto. Professionisti che valorizzeranno, con la loro presenza, l’importanza e la difficoltà di riuscire a sviluppare nei fatti il concetto di rete.

“La neurooncologia – spiega Riccardo Ricciuti – è ormai una ben definita specializzazione che deve tener conto di una moltitudine di figure professionali, mediche e infermieristiche, ma anche del terzo settore. Soggetti tutti indispensabili per creare una rete funzionale alle necessità dei pazienti che si trovano ad affrontare un percorso diagnostico-terapeutico necessariamente impegnativo.

La conoscenza scientifica, intesa nell’applicazione di tecniche sempre più precise e mininvasive, delle peculiarità delle diverse malattie oncologiche, dello sviluppo di farmaci chemioterapici sempre più sofisticati e dei protocolli radioterapici volti a ridurre le complicanze sulle parti sane, obbliga i diversi specialisti a dialogare tra loro e a conoscere le diverse opzioni terapeutiche, per poter definire fin dall’inizio una chiara strategia di cura.

“Nei casi dei tumori primitivi del cervello, come i gliomi – prosegue Ricciuti -, la preservazione delle funzioni eloquenti, riuscendo a coniugare una più estesa possibile asportazione della malattia, influisce positivamente, con sempre maggiore evidenza, sulla qualità della vita, sul controllo dell’epilessia, dei deficit neurologici e sulla progressione della neoplasia stessa”.

Tumori considerati fino a qualche anno fa inoperabili, in considerazione della sede nel contesto o vicino ad aree eloquenti, vengono invece oggi aggrediti, monitorando il paziente sempre con maggior precisione, sia in anestesia generale che in awake. I tumori benigni possono, infatti, oggi usufruire di tecniche chirurgiche raffinate e mininvasive con l’ausilio di strumenti che consentano ciò, come l’endoscopio, ma anche con terapie complementari sempre più precise.

“Lo sviluppo di un team che gestisca con approccio multidisciplinare queste problematiche – conclude il direttore della Neurochirurgia di Belcolle – è di fondamentale importanza per ottenere risultati gratificanti in termini di outcome funzionale e oncologico. Ma tutto questo non basta. I malati con una neoplasia cerebrale hanno bisogno di una rete che li segua e li faciliti nel loro particolare percorso. La centralità del medico di medicina generale, l’assistenza specialistica sul territorio e il grande ruolo svolto dalle associazioni di volontariato per i pazienti oncologici, chiudono poi il cerchio di un trattamento moderno che deve avere sempre in mente le necessità del paziente che rimane il centro del nostro lavoro”.

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