La violenza sulle donne con disabilità: i dati e i fatti

La Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap ha adottato come centrale nella
propria piattaforma politica il tema della discriminazione e della violenza contro le
bambine, le ragazze e le donne con disabilità. Nell’ultimo Congresso (2018) ha approvato
una mozione specifica che rappresenta anche la strategia della FISH. Nei mesi seguenti ha
promosso, fra le altre azioni, una ricerca specifica VERA (acronimo per Violence Emergence,
Recognition and Awareness) in collaborazione con Differenza Donna, i cui dati, analizzati
dalla ricercatrice Lucia Martinez si presentano pubblicamente il 20 novembre 2019.
L’11 dicembre 2018 presso il Senato della Repubblica, ha promosso l’incontro pubblico
“Donne con disabilità, violenze e abusi: basta silenzi!”. Un evento al quale parteciparono
anche diverse senatrici e deputate, alcune delle quali hanno promosso poi l’approvazione
alla Camera dei Deputati di specifiche mozioni.
Atti internazionali come la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, come
la Convezione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la
violenza domestica, la Strategia Onu 2030 sullo sviluppo sostenibile richiamano un
impegno degli Stati e delle organizzazioni su questi aspetti. La Federazione Italiana per il
Superamento dell’Handicap si assume responsabilmente il ruolo di stimolare e informare
e, come in questa occasione, raccogliere e diffondere quei dati che promuovano la
consapevolezza e l’adozione di politiche e strategie adeguate.
 L’indagine VERA – Violence Emergence, Recognition and Awareness approfondisce
la tematica della violenza sulle donne con disabilità: sono stati compilati 519
questionari da parte di altrettante donne con disabilità, che vanno dai 16 agli 81 anni.
 171 donne su 519 intervistate (pari al 33% del totale) dichiarano di aver subito
violenza in qualche forma da parte del partner attuale o di un ex, di un familiare, di
un conoscente, di uno sconosciuto o di un operatore.
 Notevole però è la differenza tra la violenza percepita e la violenza realmente
subita. A fronte della domanda esplicita e generica, a rispondere affermativamente
sono appunto il 33%. Ma se si considerano le più dettagliate domande inerenti le
singole forme di violenza rispondono affermativamente, quindi dichiarano di averle
subite, 339 donne, pari al 65,3% delle intervistate. Ciò ad indicare che molto spesso
le donne stesse faticano a riconoscere e definire come “violenza” un atto che le
danneggia, se non è di natura strettamente fisica o sessuale.
 Complessivamente la forma di violenza più ricorrente è la violenza psicologica
subita dal 54% delle donne; segue la molestia sessuale – che include anche le violenze
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a sfondo sessuale che si verificano attraverso il web (37%); la violenza fisica (24%) e la
violenza economica (7%).
 I differenti tipi di violenza possono presentarsi isolatamente, ma più spesso sono
combinati insieme tra loro: nel gruppo di donne intervistate coloro che hanno subito
violenza l’hanno subita mediamente in tre forme diverse.
 L’autore delle violenze nell’80% dei casi è una persona nota alla vittima, con
diversi gradi di prossimità. Nel 51% dei casi si tratta di una persona affettivamente
vicina, ossia il partner, attuale o passato, o un altro familiare; nel 21% si tratta di un
conoscente e nell’8% di un operatore (con questo termine si intende una persona che
assiste professionalmente la donna con disabilità). Nel restante 20% dei casi l’autore
della violenza è uno sconosciuto.
 L’incidenza della violenza subita varia anche a seconda della condizione e della
disabilità delle donne. Fra le intervistate, dichiarano di aver subito almeno una
forma di violenza l’82% delle donne con una limitazione cognitiva/intellettiva e
l’85% di quelle con una disabilità psichiatrica. Le donne con una disabilità plurima
hanno subito violenza nel 74% dei casi, rispetto al 64% registrato tra quelle con un
solo tipo di limitazione. Le donne assistite dai servizi sociali subiscono più spesso
violenza (75%) rispetto alle donne non assistite dai servizi sociali (63%). Le donne che
abitano da sole, o con il loro assistente, dichiarano più sovente violenza (73%)
rispetto a quelle che vivono col partner o con i genitori (rispettivamente 60% e 64%).
 Solo il 37% delle donne che dichiarano di aver subito una qualche forma di violenza
tra quelle indicate afferma di aver reagito. Nella maggior parte dei casi (37%) le
donne hanno reagito contestualmente all’atto di violenza, fermando il maltrattante;
nel 27% dei casi hanno denuncia la violenza (nel senso più lato del termine; quindi
non intendono solo la denuncia alle forze dell’ordine); il 16% delle donne ha
allontanato il maltrattante e il 7% ha abbandonato la casa – della famiglia di origine o
del partner – in cui si svolgeva la violenza. Una quota più residuale di donne ha
deciso di confidarsi, in cerca di aiuto, con la propria rete di familiari e amici (6,5%) o
si è rivolta al servizio competente, ossia ad un Centro antiviolenza (5,6%).
20 novembre 2019
(Testo a cura dell’Ufficio Stampa della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap
ufficiostampa@fishonlus.it)

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