Lando Sileoni, viterbese leader della Fabi: “Anche nella Tuscia urge capacità, qualità, rapidità”

di Luciano Costantini

“Capacità, qualità, rapidità”. Lando Sileoni, ripete più volte queste tre parole che sintetizzano altrettanti concetti da mettere in campo quando usciremo – perché ne usciremo – dal tunnel che si chiama Coronavirus. Lando Sileoni è il leader della Fabi, il sindacato più rappresentativo dei lavoratori bancari. Viterbese di nascita e di sentimento.

Cosa ne pensa dell’ultimo decreto del governo? Naturalmente sul versante dei servizi banche-clienti
Secondo me non ha chiarito quali siano i servizi pubblici essenziali. Da una parte non scontenta nessuno, dall’altra è scaturito dalla convinzione che le banche aperte possano assicurare un servizio importante per una parte dei cittadini. Del resto anche le banche sanno benissimo che lo sportello era, resta e resterà fondamentale semplicemente perché il rapporto tra una parte della clientela e l’home banking non è ancora maturo.

Magari perché una parte di questa è anziana e molto spesso tecnologicamente non evoluta
Non solo. E’ che le banche sanno benissimo, ma evitano di dirlo, che l’home banking attualmente è a tre velocità. La prima è quella del Nord dove il servizio internet viene largamente utilizzato; la seconda è quella del Centro Sud con scarsa utilizzazione; la terza, la troviamo in alcune zone d’Italia, dove il mezzo è pressoché sconosciuto. Poi c’è un altro aspetto: le banche, purtroppo, soltanto negli ultimi tempi hanno programmato investimenti importanti per potenziare questo servizio. Un ritardo francamente inammissibile.

Viterbo e la Tuscia a metà del guado?
No, neppure alla metà del guado.
Nel caso specifico, per Viterbo e la Tuscia, meglio tenere aperti gli sportelli o usare l’home banking?
Non si può scegliere quale sia la soluzione migliore. Se devo chiedere un mutuo o parlare con il direttore di filiale è chiaro che devo farlo personalmente. Se, invece, devo pagare le bollette o fare un prelevamento posso farlo con l’home banking.

Che fine faranno i nostri risparmi?

Intanto non li toccherà nessuno. Ma il loro peso contrattuale dovrà essere valutato in base a come il governo italiano farà ripartire l’economia. Se ci saranno investimenti importanti a livello economico, essi non subiranno alcun contraccolpo. L’Italia però non si deve far sorpassare e prevaricare da una economia europea già forte e che diventerà ancora più forte attraverso il famoso bazooka finanziario. Dobbiamo restare nel giro che conta.

Quindi molto dipenderà dalla politica?
Dipenderà dalla qualità delle persone. Non è questione di destra, sinistra, centro, sovranismo o non sovranismo. Questa crisi azzererà tutto e la gente sarà costretta a premiare le persone che meritano. Sono convinto: verrà fuori il merito ed emergerà la qualità. Perché ci aspettano tre, quattro anni di situazioni complicate che dovranno essere gestite da persone capaci.

Restiamo nella Tuscia. Come vede la ripresa?

La vedo veloce, se i collegamenti tra amministrazione comunale, regionale e governo centrale saranno efficaci. E se Viterbo e l’intera provincia sapranno presentare progetti che possono essere finanziati. Basta con le chiacchiere. I soldi ci saranno, ma se scatteranno i soliti giochini, be’ allora tutto sarà inutile. Il problema, ripeto, è la qualità del gruppo dirigente.

La sua parola d’ordine è capacità e rapidità…
Capacità, rapidità e qualità. Dove qualità significa cambiare pelle rispetto ad oggi.

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