Lorenzo Porciani: “San Pellegrino in Fiore un sogno che prende vita nel quartiere in cui sono cresciuto”

di Donatella Agostini

Lorenzo Porciani

Primi di maggio: a Viterbo si celebra una tradizione amatissima. Non importa se il cielo è grigio: i viterbesi sanno che la primavera, per quanto ritrosa, non diserterà l’appuntamento. E’ San Pellegrino in Fiore, la manifestazione che da oltre tre decenni richiama ogni anno migliaia di visitatori nel capoluogo della Tuscia. Il cuore del centro storico dischiude i petali, e la severità del peperino si stempera nelle migliaia di fiori, cespugli, arbusti, essenze vegetali che adornano le vie e le piazze. Diversi sono stati negli anni gli ideatori degli allestimenti, ultimo in ordine di tempo Raffaele Ascenzi, che nel 2024 ha vinto il concorso di idee bandito dal Comune di Viterbo. Quest’anno passerà il testimone al secondo classificato, Lorenzo Porciani, architetto giovanissimo e pieno di talento. La storicità di una tradizione consolidata si unirà così all’entusiasmo e alle nuove visioni di un professionista di appena ventotto anni, laureatosi a 24 anni alla Sapienza, con una tesi su HBim, una tecnologia di modellazione edilizia informatizzata applicabile agli edifici storici, per preservarne le peculiarità. Anche se non manca un pizzico di rimpianto per la vita universitaria – “gli anni più belli della mia vita” – Porciani è già proiettato a pieno titolo nella vita professionale.

«La scelta del Comune di Viterbo è segno di apprezzamento per un progetto arrivato secondo al concorso», esordisce Lorenzo, sguardo chiaro e grande sorriso. «Una bella soddisfazione per un professionista giovane come me, accompagnato da una collaboratrice altrettanto giovane – Delaram Kazemi Asfeh, detta Della – con la quale ho fatto liceo e università. Il posizionamento nella graduatoria è stato una sorpresa anche per noi, perché abbiamo lavorato in due per quarantacinque giorni, buttandoci a capofitto in questo progetto in cui credevamo. E’ bello che sia stato fatto il concorso, perché ha messo in competizione le professionalità. E questo è un grande motore». Lorenzo Porciani è “figlio d’arte”: il papà Bernardino è uno stimato architetto viterbese. «Lavoriamo nello stesso studio, uno di fianco all’altro. All’inizio glielo nascondevo, che stavo preparando il concorso… Ogni volta che passava qualcuno chiudevamo di corsa le pagine… alla fine, qualcuno ci diceva, “chi ve lo fa fare, lasciate perdere, do’ volete annà”. Io rispondevo, lo so che non posso pretendere di vincere, però voglio mettermi alla prova. Per passione, per amore per questa città, dove siamo cresciuti. Io poi nato e cresciuto a ridosso di San Pellegrino, in prossimità di via San Lorenzo… Lo fai con l’idea che perdi, però un po’ ci speri. Io e Della ci siamo confrontati sulle idee, in sintonia. Alla fine di quei quarantacinque giorni, confezionato il plico per il Comune, ci siamo guardati negli occhi e abbiamo detto, ma sai che è venuto fuori qualcosa di più bello rispetto a quanto ci potessimo aspettare?».

Saranno sei le piazze cittadine interessate all’evento: piazza del Gesù, della Morte, San Lorenzo, San Carluccio, Scacciaricci. «Piazze con tematiche e suggestioni diverse, legate da due fil rouge», spiega Lorenzo. «Il primo è richiamato dallo stesso nome San Pellegrino: il Giubileo 2025. Dal punto di vista delle essenze scelte, saranno specie vegetali che ricorderanno i campi attraversati dai pellegrini. Il loro cammino spirituale si rivedrà realizzato anche nella giustapposizione di queste migliaia di essenze lungo il percorso. Il secondo fil rouge è rappresentato invece dagli specchi, che suggeriscono il tema dell’acqua. Verrà riproposto per lo più in orizzontale, e ricoprirà centinaia di metri quadri. A piazza del Gesù assumerà la connotazione delle fontane dei giardini all’italiana, e a piazza san Carluccio riprenderà una delle tante caratteristiche del nostro territorio che sono i laghi». Tutte le installazioni saranno interattive: i visitatori potranno attraversarle, entrarci dentro e scattare foto. «L’idea di inserirsi in maniera delicata all’interno di un contesto, e di averne anche rispetto, è forse la cosa che mi ha guidato di più» prosegue Porciani. «Le prime idee sono quelle che mi hanno convinto maggiormente: tutti gli allestimenti delle piazze – a parte piazza San Lorenzo, con la parte mercatale dell’evento, organizzata da Chiara Brunori di “Verdi e Contenti” – sono tutte frutto delle mie prime idee. Forse perché inconsciamente le avevo già fin da quando ero piccolo. San Pellegrino in fiore era uno dei momenti che aspettavo di più. Per me era come aprire il portone di casa e catapultarmi nelle fiabe della Disney. La manifestazione ha avuto il grandissimo merito di offrire al visitatore e al cittadino la possibilità di vedere Viterbo da nuove prospettive. E anche quello di inserire prepotentemente l’elemento verde nel centro storico – che altrimenti non esiste, a parte poche eccezioni come piazza del Gesù, stupenda con quei prunus meravigliosi, le edere rampicanti su piazza san Carluccio, i tigli di piazza della Morte… sono delle quinte pazzesche. In un tessuto così fortemente consolidato come quello del centro storico, attraversare una piazza in mezzo a un prato, ai cespugli, agli arbusti, ai fiori… per un ragazzino era qualcosa di innaturale e allo stesso tempo bellissimo».

San Pellegrino in Fiore si svolgerà dal 1 al 4 maggio, mentre il suo allestimento si farà dal 28 al 30. «Tempi strettissimi, ma con Pasqua e venticinque aprile, non potevamo tenere le piazze in cantiere a lungo. So che le emozioni sopraggiungeranno tutte insieme. Speriamo che vada tutto bene, perché non si ha la certezza che ciò che tu hai prima ideato e progettato possa essere effettivamente ciò che le persone recepiranno. Per questo collaboro con validi professionisti, belle persone di cui mi fido: ho voluto che si conoscessero prima tra di loro, per fare squadra. C’è grande collaborazione con la dirigente dello Sviluppo Economico Ilaria Guancini, con Domenico Fastella, Cristina Pallotta e Andrea Di Santo. E magari verrà fuori qualcosa di migliore rispetto a quanto pensato… il risultato finale io non l’ho mai visto, lo vedrò insieme a voi».

Viterbo, con le sue grandi bellezze e le sue grandi contraddizioni, continua a nutrire un grande fascino per Lorenzo Porciani. «Vivo in una casa che dà sui tetti di Viterbo. Progettata da mio padre, secondo me l’opera che gli è riuscita meglio», conclude. «Parcheggi, desertificazione del centro storico… Viterbo ha dei problemi, ma la ricetta per risolverli è tutt’altro che facile. Le idee ci sarebbero, non sono l’unico ad averle. Però Viterbo non l’abbandono, né oggi né mai. Faccio come quegli alberi che si sviluppano verso nuovi orizzonti, ma le radici rimangono sempre lì».

 

 

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