Il Centro Storico al 53esimo Trasporto, il terzo per Luce di Rosa nella prima domenica di settembre in un pomeriggio infierito dalla pioggia che non ha consentito di effettuare la programmata sfilata e i piccoli uomini forti sono rimasti in attesa del da farsi nella Basilica di Santa Rosa. Poi la schiarita e la conferma che il Trasporto ci sarebbe stato.
Tutto allora si compone come da programma.Quella del Centro Storico ricordiamo è una Macchina vincolata dal limite di altezza che non può superare i quattro metri e cinquanta,misura obbligata dall’arco in via Mazzini appena la partenza.
Alessandro Lucarini capo facchino, figlio d’arte la sua non è una voce energica come siamo abituati a sentire nei comandi del capo facchino, è una voce morbida che abbraccia con calore i suoi piccoli uomini quasi con un fare paterno da inizio a fine percorso.
Lucio Laureti è il presidente del Comitato Centro Storico il suo un inizio è stato a sei anni come mini facchino da quarant’anni è nel trasporto.
Mario Todini ideatore , ci rivela che la novità di quest’anno consistente nel cambio colore dei lumini da bianchi a rossi come vuole la tradizione per creare maggiore calore.
L’ assessore Marco De Carolis rimarca la quantità della gente che attende la Macchina lungo gli spalti, a bordo vie che non si è lasciata scoraggiare da quella pioggia che fino all’ultimo ha fatto temere il peggio, il centro storico è una scenografia privilegiata a cui non si rinuncia.
Da piazza del Comune per i piccoli leoni il tratto del percorso diviene identico a quello di Gloria.
Dal team dei costruttori della Mastro srl. Daniele Andrea e Stefano arriva quella che ci pare essere il distinguo di Luce di Rosa, un escamotage reso da un pistone idraulico dai 5.mt e 40 che le consente di arrivare fino a 6 metri , ed è proprio a piazza del Comune, che la Macchina si alza di 60 cm.
“Per una nostra scelta non abbiamo ciuffi afferma il presidente del Comitato Laureti , solo spallette,la nostra è una scuola, al ciuffo ci si deve arrivare nel tempo nel raggiungimento ambito della divisa vera quella dei grandi”.
Essendo un percorso saliscendi quindi c’è un ricambio di squadre di facchini alternati tra piccoli e grandi a secondo dei tratti da percorrere.
“Il numero dei facchini è diminuito nell’edizione odierna sono 201 , in passato si sono toccate punte sino a 240, il centro storico si sta spopolando e ne subiamo il segno dei tempi . Il centro antico è affascinante e tutto ritornerà verso il Comitato che è soprattutto una famiglia che infonde i valori più significativi”.
A piazza del Comune il Sollevate e Fermi è dato dal sindaco, il primo cittadino di Viterbo ,questa sosta rappresenta per i giovani facchini il simbolo di Palazzo dei Priori la casa di tutti i viterbesi. Il piglio di Giovanni Arena è quello di chi è abituato a dare i comandi. Senza tentennamenti l’ordine è perentorio e i giovanissimi si allineano di corsa .
“La girata è dedicata a Santa Rosa che ci ha aiutato con il tempo” afferma il capo facchino Lucarini.
Poi al Suffragio ci sono gli ovetti di cioccolata ad addolcire lo sforzo, offerti da tradizione dalla dolciumeria Bizzarri.
Nei giochi di cambio a passo a passo si arriva in Basilica, l’ultimo tratto viene fatto di corsa per riportare a casa Santa Rosa, e’ la forza delle gambe dei ragazzi che dà la spinta finale, la fatica si fa sentire ma su ogni volto bello e pulito dei giovanissimi uomini si legge l’orgoglio di sentirsi in una notte di fine estate dei piccoli eroi orgogliosi di aver onorato l’altra giovinetta di nome Rosa acclamata patrona a furor di popolo. E come dice l’assessore De Carolis come sempre ci scappa qualche lacrimuccia.