Luciano Costantini, la passione per la storia genera il terzo libro “O Dio con noi, o tutti in cenere”

di Sara Grassotti

Costantini_Libro_Palazzo Gallo

Che cos’è la storia? La parola “storia” deriva dal latino historia, prestito dal greco ἱστορία (historía), che significa “ricerca”. Già tra i Greci il significato giunse a estendersi al risultato di quella ricerca, quindi “conoscenza acquisita tramite indagine”, ma anche l’acquisizione di questa stessa conoscenza tramite il racconto degli eventi del passato.

Per Luciano Costantini bambino la narrazione della storia è iniziata con il nonno Romoletto, lo dichiara nella prefazione del suo ultimo libro“O Dio con noi, o tutti in cenere”: “Probabilmente l’amore per la storia è nel mio Dna, certo la passione è emersa fin da bambino, ancor prima che andassi ad occupare un banco di scuola. È stato mio nonno, con i suoi piccoli e grandi racconti  che venivano trasformate in fiabe di altri tempi. Poi il trascorrere degli anni  – ricorda ancora Costantini – e la consultazione dei libri hanno giustamente fatto riguadagnare spazi alla oggettività storica senza per questo far scemare il piacere della indagine e della scoperta”. Un grande estimatore di Cesare Pinzi, da cui ha tratto buona parte degli spunti storici che lo hanno portato a scrivere i primi due libri. “Ho provato a ripercorrere quegli anni attraverso tre lavori: il primo “Il giorno che accecai il Duce”; il secondo “Fuori le donne da palazzo dei Priori”; editati con Settecittà, fino ad arrivare all’oggi con il terzo libro: “O Dio con noi, o tutti in cenere”. Una sorta di trilogia in cui con l’ultima sua creatura Costantini ha voluto, da giornalista rodato, comprendere il rimbalzo mediatico su aneddoti, situazioni e personaggi che hanno mosso e sono stati protagonisti del primo dopoguerra nella Tuscia, per offrire anche alla stessa comunità locale un contributo alla lettura dell’esistenza più recente di Viterbo e del suo territorio nell’evoluzione sociale, economica, politica, di costume. Un lavoro certosino per il cui fine il Costantini giornalista ha consultato i fogli che l’Archivio di Stato di Viterbo gli ha  messo a disposizione, esaminando le decine e decine di delibere che l’amministrazione comunale del capoluogo aveva all’epoca varato.  “Sono andato a spulciare i giornali, i manifesti, i fogli pubblici e privati, i libri di scrittori più o meno bravi e improvvisati, che possono dare un’idea verosimile del sistema della comunicazione di massa e, dunque, rendere testimonianza del clima, delle esigenze, delle situazioni, dei sentimenti, che animarono i primissimi tempi dopo la fine della seconda guerra mondiale. Dopo un anno di lavoro ne è uscita quella che ritengo essere la mia terza creatura”.

“O Dio con noi, o tutti in cenere”. Cronache del primo dopoguerra su giornali, libri e manifesti. Edito da SetteCittà, è il libro che verrà presentato venerdì 14 aprile alle ore 18.00 a Palazzo Gallo a Bagnaia (ingresso libero). Moderatrice la d.ssa Barbara Aniello, storica dell’arte.

Al lettore il giudizio insindacabile. “La storia – afferma il giornalista-scrittore – è maestra di vita, perché irripetibile come la vita stessa, ma sicuramente è sempre in grado di aprire pensieri e sentimenti alla riflessione e offrire un prezioso contributo di esperienza per il presente e per il futuro. Ed è pensando al futuro che ho dedicato il libro al mio nipotino Matteo, sperando che anche lui ne possa trarre una spinta verso la curiosità come è riuscito a fare nonno Romoletto con me”.

 

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