Se Santa Rosa è la patrona di Viterbo, la Madonna della Quercia è la patrona della Diocesi. Un abbraccio che si rinnova ogni anno in un Patto d’Amore che è spirituale, ma che suggella pure l’incontro di collettività diverse, laica e civile, in ambito territoriale. Non per niente la Diocesi di Viterbo è il risultato della unione, anche se relativamente recente, con le Diocesi di Montefiascone, Acquapendente, Tuscania, Bagnoregio. Da oggi a sabato 21 settembre La Quercia diventa il fulcro del sentimento, non soltanto religioso, dei viterbesi tutti. Cioè non solo quelli di città, ma anche quelli del territorio. Non per niente sono stati invitati i sindaci in rappresentanza delle rispettive comunità. Presentazione dell’evento, in mattinata, nella Curia Vescovile, alla presenza di don Luigi Fabbri, vicario generale della Diocesi, la sindaca di Viterbo Chiara Frontini, don Massimiliano Blasi, parroco del Santuario di S. Maria della Quercia, Irene Temperini presidente della Pro Loco Viterbo e responsabile della Cultura della Basilica. Oltre due settimane di iniziative religiose e culturali che avranno il loro clou domenica prossima con la messa solenne (ore 10,30) officiata da monsignor Orazio Francesco Piazza e la solenne Processione (ore 16,30) con la partecipazione delle vare Confraternite, gli Ordini cavallereschi e religiosi, il clero, le autorità civili e militari. All’interno della Basilica, in caso di maltempo. “E’ un evento – ha sottolineato don Luigi Fabbri – che coinvolge l’intero territorio diocesano, come comunità ecclesiale e come comunità civile sulla base comune di alcuni valori della nostra convivenza. Valori che vanno promossi e difesi. Un Patto d’amore che è impegno e responsabilità”. “Il fatto – ha osservato la sindaca Frontini – che saranno presenti anche i sindaci dimostra che questo Patto con la Madonna della Quercia è e deve essere sempre più partecipato, all’interno del calendario religioso e civile della nostra città e della nostra provincia”. Ogni anno Viterbo dona alla Madonna un simbolo: due anni fa fu una fede nuziale, lo scorso anno lo stemma cittadino. “Il prossimo dono? Non voglio anticipare niente”, si è trincerata la prima cittadina. “Il Patto d’Amore che si rinnova da secoli – ha spiegato don Massimiliano Balsi – non fu voluto dalla Chiesa, ma dai Priori e dal popolo di Viterbo che il 20 settembre del 1467 sollecitarono il Vescovo a solennizzare una realtà che nasceva dal popolo e che chiedeva di essere riconosciuta. Ora dobbiamo mettere in pratica le tante belle parole che ci siamo detti dinanzi a Santa Rosa. Ecco il significato del Patto”. “Un autentico sforzo individuale e collettivo. Un momento di sincera resilienza”, ha sottolineato Irene Temperini. Che ha ringraziato l’impegno delle varie componenti lo staff che ha preparato l’evento. Tra le altre, la banda musicale di Viterbo, gli sbandieratori, l’associazione culturale del Pilastro. Un programma anche laico: festa in piazza, villaggio querciaiolo, tributo a Vasco Rossi, stand enogastronomico. Il 13 settembre visita guidata nel grande chiostro della basilica e del refettorio, il 14 esibizione della Schola Cantorum della Quercia, sabbato 21 settembre concerto gospel all’interno della Basilica.
Madonna della Quercia, si rinnova il Patto d’Amore con i viterbesi
di Luciano Costantini