Memory di Michel Franco, un’inconsueta storia d’amore

di Rosella Lisoni

memory di michel franco
 Memory di Michel Franco un film bello sin dall’inizio come dimostra anche la Coppa Volpi vinta meritatamente a Venezia 80.

Che il film sia ricco di emozioni e meraviglia si intuisce subito.

Sin dalle prime scene, con primissimi piani e inquadrature fisse, il regista Michel Franco, che confeziona cinema di stampo provocatorio, ci trascina in un altrove, offrendoci le chiavi d’accesso per entrare in un flusso superiore e lasciarci travolgere dai ricordi, dal passato che ritorna, che è celato, che è dimenticato.

La protagonista femminile: Sylvia, alla sua ultima riunione degli alcolisti anonimi, ha riorganizzato la sua vita: ha un lavoro in un centro di assistenza, si prende cura dell’adorata figlia Anna e ha una sorella Olivia, con la quale intrattiene un buon rapporto. 

Ad una festa tra vecchi compagni di liceo incontra Saul che la segue fin sotto casa e, per farsi notare, rimane a dormire sotto la sua finestra tutta la notte. 

Inizia così un rapporto complesso tra i due, intriso di paure, rabbie, rancori, tenerezze, ma indissolubilmente forte al punto tale da stravolgere le loro vite e trascinarli altrove, in un senza tempo in cui le loro esistenze possano finalmente trovare la pace, quella pace che sembra non abitare le case dei personaggi del film in cui ristagna un tempo morto.

L’unica casa in cui scorre veramente la vita e il tempo è scandito da soliti rituali come: l’accensione dell’impianto d’allarme, la pulizia dei piatti, il rumore dell’aspirapolvere, è la casa di Sylvia, la più modesta e la più accogliente al contempo.

Una casa, in un quartiere degradato, povero, che fa da contraltare alle case ricche e asettiche dei personaggi che popolano il film.

Le case abitate dai personaggi del film come riflesso dei loro luoghi interiori, delle loro anime.

La poesia, che spesso alberga nella follia o nella malattia, si riflette nell’abitazione della protagonista, vittima di un passato doloroso difficile da dimenticare ma che una volta affiorato apre la strada della catarsi,  della guarigione.

La memoria assente per malattia, rimossa per trauma o costruita per comodità creerà quel corto circuito necessario a rimettere in moto la vita di Sylvia e Seul, affetto da un principio di Alzheimer; una vita spenta e subita prima del loro incontro, ma meravigliosamente nuova e da costruire dopo.

Film poetico, struggente, drammatico, emozionante e terribilmente duro come la vita.

Film che è un inno alla vita, alla forza della vita che vince e trionfa sul male solo se si è in grado di riconoscere la verità, di nominare le cose, di chiamarle con il loro nome come è solita fare Sylvia, la quale spaventa per la sua sincerità, ma per questo è in grado di salvarsi e  unire a sé coloro che, come lei, percorrono la strada della verità.

'Memory' de Michel Franco. Trailer.

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