“Miracolo, miracolo”. La voce si diffonde rapidamente per le vie e le strade di Capranica il 15 luglio del 1950. Una donna di 33 anni, Filomena Cherubini, si è rialzata dal suo letto, sul quale era costretta immobile da due anni, ed è tornata a camminare. Così la pagina di Viterbo del Messaggero racconta (Il giorno dopo, naturalmente) il “miracolo” che porta la cittadina, lungo la Cassia, alla ribalta della cronaca provinciale e non soltanto. Il giornale si limita a darne notizia senza entrare nel dibattito tra mistico e naturale, che pure scatta immediatamente. Qui ci limitiamo a riportare buona parte dell’articolo in tutte le sue autentiche espressioni linguistiche del giornalismo di un tempo che conferiscono al racconto una fragranza unica ed irripetibile. (L.C.)
La signora Cherubini “allettata da circa due anni per doppio vizio mitralico ed endocardite si era alzata improvvisamente, come per ordine di san Gabriele dell’Addolorata, che aveva visto in visione durante la notte. Seguita dal marito e dalla madre si era recata in chiesa ad ascoltare la messa e a fare le devozioni al santo di cui ne è fervente devota. Ci siamo recati subito nella sua abitazione, sita in via Acqua delle Rupi n. 24, ove abbiamo trovato la signora Cherubini in compagnia della famiglia che con disinvoltura e speditezza ci ha così narrato: Dal 22 agosto 1948 ero allettata per malattia di cuore ed in questi ultimi otto mesi avevo avuto di tanto in tanto degli attacchi tali da far prevedere prossima la mia fine. Diciotto giorni or sono, ero in fin di vita ed allungavano la mia esistenza con la respirazione artificiale, quando nella notte mi apparve come in visione san Gabriele dell’Addolorata che avvicinandosi al mio capezzale con fare benevolo mi disse: “Stai tranquilla ed abbi fede e vedrai che non avrai più attacchi di cuore”. Nei giorni seguenti ebbi un lieve miglioramento, ma le mie condizioni erano sempre gravi. Questa notte ero appena riuscita ad addormentarmi quando mi è apparso di nuovo il Santo dicendomi: “Vedi il pensiero che ho avuto per te? Alzati subito e recati poi a Roma a fare la Comunione nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo”. Svegliatami di soprassalto ho inteso in me come un formicolio per tutto il corpo, cessato il quale mi sono sentita guarita e con grande meraviglia di mio marito, che mi credeva impazzita, mi sono alzata e sono corsa in chiesa a gettarmi ai piedi della statua di san Gabriele per ringraziarlo del miracolo fattomi. Domenica poi andrò a Roma nella chiesa dei SS. Pietro e Paolo a soddisfare alle mie devozioni secondo l’ordine datomi dal Santo”.
Capranica dentro
(Foto cover: San Gabriele, artista Luca Farina presso la chiesa di Santa Maria in Platea, a Campli)
Il Santo dei giovani, dei miracoli e del sorriso
San Gabriele dell’Addolorata, giovane passionista nato ad Assisi il 1° marzo 1838 e morto a Isola del Gran Sasso d’Italia (Teramo) il 27 febbraio 1862, giorno in cui ricorre la sua memoria liturgica. Era l’undicesimo di tredici figli di Agnese Frisciotti e Sante Possenti, nobile ternano e governatore pontificio sotto papa Gregorio XVI e in seguito di Pio IX.
San Gabriele è conosciuto come il santo dei giovani, il santo dei miracoli e il santo del sorriso. Dei giovani perché morì a soli 24 anni a causa della tubercolosi ossea, che visse in eroica serenità, tanto che i confratelli desideravano stare al suo capezzale per riceverne beneficio. Fino a due mesi prima di spirare riuscì, con grandi sofferenze, a seguire le celebrazioni liturgiche.
Dei miracoli perché sono innumerevoli i prodigi avvenuti per sua intercessione: a migliaia si contano gli ex voto portati dai devoti in segno di riconoscenza al Santuario a lui intitolato, che si trova ai piedi del Gran Sasso, (Isola del Gran Sasso d’Italia). Proprio qui, nel 1215 san Francesco d’Assisi fondò un convento che rimase in vita fino al tempo delle soppressioni napoleoniche, in seguito, nel 1847, il luogo divenne convento e santuario dei Passionisti.
L’urna con le spoglie di san Gabriele dell’Addolorata, un tempo conservata nella chiesa, è stata traslata nel santuario d’architettura moderna, dove Giovanni Paolo II inaugurò la cripta con la tomba il 30 giugno 1985.