Alla tesi di laurea nella specificità andrebbe attribuita la dignità di opera letteraria. Si pensa comunemente che sia la sintesi di un percorso di studi universitario, in realtà alcune tesi sono fonte di divulgazione di elementi storici inediti che si legano in maniera indissolubile al concetto dì identità. Questo nostro articolo prende spunto dalla tesi di Dottoranda di Maria Luisa Vita matr. 968234-Università della Sapienza Dottorato di ricerca in storia e restauro dell’Architettura “Influenze e presenze toscane nel viterbese tra il quattrocento e il cinquecento”).Si racconta che……
Tra il Quattro e Cinquecento, il territorio dell’Alto Lazio fu, particolarmente attraverso la via Francigena, meta di viaggi pontifici, effettuati non solamente per motivi politici o per eventi religiosi, ma bensì anche per attività di svago, come i tornei di caccia e la frequentazione delle zone termali.
A partire dal XV secolo l’area prima fra le regioni storiche dell’odierno Lazio, ebbe una cartografia propria.
Una prima carta anonima, realizzata su pergamena e databile tra XIV e XV secolo, riporta un elevato numero di città, tra le quali Montefiascone e Corneto, per la maggior parte rappresentate, seppur in maniera stilizzata, come castra muniti di torri e chiusi da possenti mura.
Datate alla seconda metà del secolo sono invece la Descriptio Etrurie Nova, carta realizzata nella bottega fiorentina Commineau Del Massaio nel 1471, la carta dipinta da Enrico Martello all’incirca tra 1480 e 1492 ed una carta di autore anonimo intagliata inlegno tra fine XV secolo ed inizio XVI nella quale è compreso quasi tutto il Lazio.
A Leonardo da Vinci è poi attribuita una carta, databile tra il 1513 ed il 1516, che rappresenta principalmente i territori del Patrimonio di San Pietro.
La prima carta che offre una rappresentazione completa del territorio è la Chorographia Tusciae, pubblicata nel 1536 dal Bellarmati, redatta a seguito di osservazioni e rilievidiretti dell’autore. Quest’opera del Bellarmati ebbe notevole diffusione e fu presa a modello per molte realizzazioni successive, come i dipinti del Danti nella Galleria delle carte geografiche in Vaticano, la carta realizzata dal Boileau de Bouillon nel 1555 -1556, il Croce a Viterbo nel 1592 e diversi altri cartografi successivi.
Infine, si ricorda che i cartografi del XVI secolo ripresero, per indicare la parte meridionale della Tuscia, il toponimo medievale di Patrimonium S. Petri, o semplicemente Patrimonio, chiamato dall’Holstenio nel dipinto del 1636 nella Galleria delle Carte Geografiche in VaticanoTuscia Suburbicaria Patrimonium B. Petri nunc appellatur.