Successo per la presentazione del libro di Luciano Costantini, il primo dopoguerra nella Tuscia attraverso i media di allora

Una sala gremita venerdi pomeriggio, quella di Palazzo Gallo, gestita dall’associazione Amici di Bagnaia, in tanti hanno partecipato alla presentazione del terzo libro del giornalista e scrittore Luciano Costantini “O Dio con noi o tutti in cenere” con cui l’autore ha voluto riportare una piccola testimonianza del sistema mediatico del tempo. Cioè come giornali, libri, manifesti hanno raccontato la difficile e pur vitalissima realtà di quegli anni. Ha introdotto la presentazione Rossella Orsini Quadrani, ribadendo la inclinazione all’accoglienza dell’associazione Amici di Bagnaia e la tutela di quell’ambiente ritornato in cura alla stessa associazione, in cui vengono messe in luce le peculiarità del borgo, le tradizioni, la cultura che sprigionano dalterritorio viterbese. Al tavolo di presentazione, a moderare, la bravissima storica dell’arte Barbara Aniello che ha saputo condurre i partecipanti con quel fil rouge ideale a catturare l’attenzione del pubblico presente, evidenziando del libro gli elementi stimolanti di quel periodo storico, occorre «fare un esempio»: la forza dell’esempio può servire a rappresentare un concetto, e, se non può esaurire la spiegazione, tuttavia può fornire un’idea, alimentare una riflessione. Ed è così che dai giornali rilevati da Costantini si fissano fotografie dell’epoca,il Teatro Unione in grande tiro di eventi, il Gran Caffè Schenardi pensatoio d’eccellenza e luogo d’incontro prestigioso, cinema e teatri scomparsi nell’attuale contesto storico, riferimenti in certi casi  oggi invisibili, di cui le nuove generazioni non ne conoscono il significato e il pregio artistico. Non un amarcord quello di Costantini, ma una sollecitazione a sviluppare  nelle nuove generazioni una memoria collettiva, non c’è nel libro l’interpretazione giudicante ma semplicemente è viva quella narrante, per non dispendere il valore della traccia del periodo a cui si fa riferimento. Un vedutista ha definito l’autore la moderatrice Aniello, che da storica dell’arte ne conosce l’etimologia pura, nel caso di Costantini colui che preferisce riprodurre oggettivamente la realtà che analizza. Un libro che si legge velocemente e piacevolmente, edito da Sette Città e reperibile presso la libreria Fernandez, in via Mazzini a Viterbo. Qualcuno si è chiesto cosa significasse il titolo, è una frase riportata nel libro, al lettore il piacere di ritrovarla…
Per chi non fosse stato presente, è possibile seguire la diretta sulla pagina Instagram della casa editrice Sette Città.

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