Di lui si può dire di tutto meno che non sia un artista. Senz’altro un ex tombarolo dalla vita incredibile. Amico di Sebastian Matta e capace di mille avventure. Omero Bordo, nasce settantadue anni fa nella casa colonica detta del Montarozzo di fronte alla “Tomba delle Pantere”, quasi un presagio.
Fondatore di ‘Etruscopolis’, un museo privato che riproduce i manufatti artistici dell’antico popolo italico, ha proposto al prestigioso Metropolitan Museum di New York di acquistare uno dei suoi vasi, perché, dice: “E’ un’autentica opera d’arte etrusca contemporanea”. La singolare proposta dell’uomo, da anni convertitosi alla riproduzione (dichiarata e legale) di reperti archeologici etruschi, viene lanciata sulle pagine del New York Times che ha a suo tempo dedicato ampio spazio alla vicenda. Omero, maremmano doc, un po’ sfrontato, un po’ guascone, riesce con determinazione, volontà e un’impetuosa incoscienza, a spezzare il giogo e a trasformarsi, in un artista stimato in tutto il mondo. Oggi è un imprenditore dell’archeologia, un signore che costruisce con le sue mani le stesse cose che i suoi avi facevano migliaia di anni fa. Una vita vissuta in ogni minimo respiro nella quale la realtà si intreccia spesso con la fantasia e con un mondo che la storia ha designato come uno dei più importanti per la nascita del mondo moderno Omero Bordo è pure considerato un personaggio controverso: da tombarolo a esperto conoscitore dell’arte della ceramica artistica. Molte delle sue opere si trovano esposte in musei e collezioni private. Ha effettuato scavi autorizzati dalla Sovraintendenza e, tra le cose più importanti che ha portato alla luce, vi sono la famosa Tomba delle Pantere e alcuni frammenti del frontone dell’Ara della Regina della città di Tarquinia, “Omero Bordo, l’ultimo Etrusco”. Lo chiamano così giovani e vecchi. E’ pure il prologo di un libro autobiografico “Omero: la mia vita con gli etruschi” in cui la figura inquieta dell’ex tombarolo lascia il posto all’artista, scritto a quattro mani, “voce narrante” di Omero e “penna” di Riccardo Cecchelin, giornalista tarquiniese. Quando gli si chiede come gli sia stato possibile la scoperta delle tecniche antiche, risponde sicuro: “mi sono spogliato delle certezze e della supponenza dei moderni, seguendo lo stesso percorso che hanno seguito gli artigiani e gli artisti etruschi”.
Re Gustavo di Svezia, che fine anni sessanta, intorno anni settanta,conduceva scavi a Tarquinia per conto della società d’archeologia del suo paese si fa consigliare da Omero i luoghi dove è possibile scavare con la sicurezza di trovare qualcosa d’interessante. Lo accompagna così sul luogo dello scavo sul limitare di una collina. Nell’aria si avverte il pungente profumo della menta romana. Omero indica al Re in modo perentorio “signore, scavi qui…sì, proprio qui”. Gli sterratori iniziano a scavare e dopo alcuni colpi di piccone avvertono il duro del macco, la pietra calcarea etrusca per eccellenza. Sono le spallette che fanno da ala all’ingresso della tomba. Il Re meravigliato, si rivolge a Omero, quasi accorato, “svelami, ti prego, qual è il tuo segreto, lo terrò per me…solo per me”. “Signore – risponde Omero – non ho nessun segreto da svelare…avverto solo le presenze dei miei antenati”.
Oggi Etruscopolis un villaggio museo di 15.000 mq sottoterra l’intera civiltà di um popolo, visitato anche da Arafat è’ la creatura di Omero Bordo, definito dal Times “l’ultimo etrusco”. Le sue riproduzioni di vasi, oggetti, statue dell’antico popolo, tra i più enigmatici della storia conosciuta, sono al Louvre (duecentocinquanta pezzi), al Museo Vittoria di Melbourne, al Paul Getty di Los Angeles. Le opere ispirazione etrusca del maestro Omero Bordo,sono corredate di certificato di autenticità. Molte sono anche, in questo meandro di cunicoli che si snodano all’interno di una vecchia cava etrusca. A Tarquinia,la sua terra, all’interno di una montagnola si scopre una vera città sotterranea, pensata dal suo ideatore sedici anni fa come un luogo didattico, dove la gente potesse comprendere meglio il mondo degli etruschi. Un peccato visitarla solo su prenotazione tel.0766.855175 www.ultimoetrusco.it/etruscopolis.htm