Orte sotterranea visitata con una guida davvero speciale

di Luciano Pasquini

Gli etruschi prima, i romani poi e l’associazione di volontari appassionati e qualificati ci consegnano uno scenario che davvero non ti aspetti. Resoconto di una visita alla scoperta di Orte con una guida davvero speciale.
Attraversata la porta del Vascellaro, siamo nel cuore pulsante del borgo di Orte, città antichissima della Tuscia, che vanta la presenza dell’uomo, ininterrottamente dall’età del bronzo fino ai giorni nostri. Ad aspettarci sulla piazza della Libertà dove si erge la Cattedrale il giovane archeologo Giancarlo Pastura, sciarpa zuccotto, e un sorriso amichevole ci condurrà nei meandri di questo antico borgo, da sempre crocevia di popoli e storie. All’interno della rupe dove sorge il paese, nel corso dei secoli sono state ricavate una fitta rete di cunicoli per il rifornimento idrico, cisterne, pozzi, magazzini, cantine, stalle, colombaie laboratori artigianali. L’insieme di questo dedalo e visitabile grazie al complesso “Orte Sotterranea” , in sintesi un viaggio attraverso i secoli nelle viscere della rupe. Prima tappa, un luogo suggestivo e unico il “Ninfeo rupestre” aperto sulla rupe meridionale di Orte non ha eguali nel resto della provincia e tra i pochi rimasti nell’Italia centrale, questo complesso è datato tra la fine del XV e gli inizi del XVI, secolo si può tranquillamente classificare tra i siti detti “luoghi della delizia” diffusi nei giardino all’Italiana. Rimane intatto il fascino di questo luogo magico, dove sembra ancora risuonare lo scrosciare dell’acqua. Seconda Tappa la visita le “Colombaie”, costruzioni medioevali nate per l’allevamento i piccioni ad uso alimentare vista la presenza di viandanti e pellegrini da dover sfamare. Tale pratica fu regolamentata da apposite norme negli statuti comunali. Le pareti della colombaia accolgono le nicchie per i piccioni, poco profonde e di forma quasi regolare, disposte su più file. Terza tappa, la più impegnativa della visita, è quella senza dubbio la più affascinante dell’intero percosso che propone “Orte sotterranea”, qui veramente si entra nel vivo dell’esperienza, tra cunicoli per il rifornimento idrico costruite dai Romani che si intersecano con quelli fatti dagli Etruschi, concepiti per recuperare dalla roccia tufacea l’acqua piovana infiltrata nella roccia, lungo il percorso si aprono in vasche di raccolta e cantine un tempo utilizzate dai proprietari delle case soprastanti, un percorso da non perdere. Ultima tappa della nostra escursione “Il Pozzo della neve” che si trova all’interno di un complesso di sotterranei di servizio degli antichi Ospedali Riuniti di Orte si tratta di una rarità, arrivata fino a noi, la neve veniva raccolta in blocchi compatti, avvolti interamente nella paglia e portata con i carri a Orte dai Monti Cimini, qui veniva depositata dentro il pozzo e chiusa con delle botole. La conservazione, garantita da un inverno all’altro, refrigerava il locale le derrate e i medicinali che vi erano custoditi. Il tempo è tiranno, purtroppo non ci permette di visitare: il museo delle confraternite, il museo civico e il museo di arte sacra sicuramente oggetto di una prossima visita, insieme alla processione del Cristo morto del Venerdì Santo, che cii raccomandano assolutamente di non perdere.
Una promessa da mantenere in quanto i borghi della Tuscia anche questa volta ci hanno rivelato mondi inaspettati, che si aprono soltanto al visitatore consapevole, che sa entrare in sintonia con quanto lo circonda.

  

  

 

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