Palazzo dell’Abate, in progressivo degrado, c’è acquirente interessato

di Luciano Costantini

Una operazione tra i 12 e i 15 milioni di euro per recuperare palazzo dell’Abate, conosciuto anche come sede nobiliare di Donna Olimpia Maidalchini. Un gioiello del ‘400 incastonato tra porta San Pietro e la chiesa delle Fortezze a Viterbo. Un gruppo romano ha presentato una manifestazione di interesse per rilevare l’immobile (5.500 metri quadrati) al fine di risanarlo, ristrutturarlo e farne verosimilmente un college, comunque, un centro di accoglienza di cui la città ha bisogno. Il palazzo, che in passato ha ospitato un brefotrofio e diverse associazioni culturali e artistiche, ormai è in condizioni di assoluto e progressivo degrado, persino pericolante, tanto da renderlo praticamente inagibile. La manifestazione di interesse ha doverosamente spinto l’amministrazione comunale a pensare ad un bando pubblico che dovrebbe essere elaborato e pubblicato in tempi brevi. Per il 22 ottobre prossimo intanto è fissato un incontro tra il sindaco, Giovanni Arena, alcuni assessori, rappresentanti dei Lavori Pubblici e del gruppo possibile acquirente, per valutare la congruità e fattibilità della proposta. “Tutto vero – conferma il responsabile al Patrimonio del Comune, Paolo Barbieri – c’è un interesse concreto per rilevare l’immobile che versa in condizioni fatiscenti, tanto che siamo stati costretti, su sollecitazione dei Lavori Pubblici, a far allontanare le associazioni che vi erano ospitate. L’amministrazione municipale evidentemente non ha le risorse per una seria ristrutturazione e quindi ben venga il contributo dei privati con progetti credibili. Ridare vita al palazzo Maidalchini significherebbe anche ridare ossigeno a una parte importante del centro storico. Intanto valuteremo la proposta. Sarebbe bello che anche per il cinema Genio ci fossero analoghe manifestazioni di interesse”. C’è solo da ricordare che l’immobile ospita ancora reperti archeologici risalenti a varie epoche che saranno comunque catalogati dalla Soprintendenza e trasferiti poi nei vari siti museali della città.

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