Cos’è il genio nel mondo dei social? E’ un mix vincente di fantasia, intuizione, competenza digitale e sensibilità artistica. Doti che hanno permesso a Paolo Peverini – artista, web and graphic designer e specialista in digital marketing – di trasformare una sua idea in un geniale fenomeno social: realizzare locandine stile cartoon dedicate ciascuna a un paese della Tuscia. Multicolori, divertenti, ognuna ha cercato di catturare un tratto significativo dei nostri borghi, trasformandoli in ideali set di lungometraggi Pixar, per raccontare in modo diverso e coinvolgente le multiformi specificità del nostro territorio. Le locandine sono diventate virali, condivise ed apprezzate sia dai cittadini che dai sindaci ed assessori dei paesi coinvolti. «Mi sono occupato spesso di social, conosco il modo di andare virale su più ambiti. Mi è accaduto anche ai tempi del lockdown», racconta Paolo. «Nel 2020 ho realizzato, insieme alla compagnia teatrale Retropalco di Acquapendente, un video divertente che trasmetteva le immagini di quadri famosissimi, ribattezzati però con titoli riferiti al Covid e alla quarantena. Ad esempio, “La morte di Marat” di David, con il personaggio nella vasca da bagno con il foglio in mano, è diventata “L’ultima autocertificazione”… Quel video ha avuto una viralità molto più ampia e diffusa, ne hanno parlato al TG5, a La7. Questa volta invece non credevo che il progetto avesse questo successo: voleva essere più che altro un mio esperimento con l’intelligenza artificiale».
Una laurea in marketing, comunicazione e pubblicità, un diploma in pittura all’Accademia di Belle Arti, fin da bambino Peverini ha portato avanti un duplice percorso artistico: da un lato le tecniche pittoriche manuali, dall’altro le possibilità offerte dalla grafica digitale. «Mio padre fu uno dei primi in Italia a comprare un Macintosh. Avevo tre, quattro anni, e disegnavo già le prime casettine sul computer». Anche se oggi la sua professione assorbe gran parte del suo tempo, Paolo non dimentica la sua dimensione artistica. «Quella di combinare tecniche digitali e manuali è una forma d’arte che in pochi usano ed è il mio modo di esprimermi. In passato ho fatto mostre individuali e collettive. Sono un autodidatta curioso: continuo a studiare, a sperimentare sempre nuove possibilità. Ora è la volta dell’intelligenza artificiale: nel mio lavoro è molto utile, mi aiuta a fare tantissime cose». E’ questo lo strumento che gli ha consentito di creare le buffe locandine cartoon. «Questo progetto è servito per mettere in evidenza i tanti borghi della nostra Tuscia, e allo stesso tempo per mettere alla prova le mie capacità nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale. In tanti adesso la temono, perché pensano che sia tanto perfetta da sostituire qualsiasi azione umana. In realtà non è così, perché l’IA ha sempre bisogno di una persona che la istruisca in modo adeguato. Per esempio, non riesce ancora a creare decentemente una mano, o anche una semplice scritta, e bisogna intervenire e correggere. Anche qui: digitale e manuale vanno in parallelo, non è qualcosa in cui ci si può improvvisare. Per fare le locandine di alcuni paesi ho dovuto fare una cinquantina di prove, perché il risultato non era mai esattamente quello che avevo in mente, e magari ho dovuto sovrapporre due o tre immagini insieme». Le locandine cartoon sono uscite in due volte, perché per realizzare le prime Peverini ha impiegato un mese e mezzo. «Sono affezionato a tutte: tra le più azzeccate, secondo me, c’è quella di Piansano – declinata al futuristico Toy Story, per la questione delle pale eoliche; Onano con la Torre Eiffel, perché è detta “la piccola Parigi”… Anche Orte, che avendo l’autostrada vicina è stata abbinata a Cars. Qualche paese lo conosco di più, perché sta nella zona dove risiedo, l’Alta Tuscia; altri non li conoscevo assolutamente, e c’è stato un grande studio dietro per riuscire a cogliere, per ciascuno, il tratto distintivo. Le locandine sono piaciute tantissimo, ho ricevuto complimenti, ci sono state chiamate di sindaci che mi hanno invitato in paese… Ma ci sono state critiche in egual misura! Qualcuno avrebbe voluto altri soggetti, altri si sono addirittura offesi. Per quale motivo, poi? In fondo si tratta soltanto di satira». Tra gli entusiasti, vi sono stati gli abitanti delle frazioni. «Da Bagnaia mi hanno sommerso di richieste! Ma ci sono stati anche inviti di “sconfinamento” da parte di città come Orvieto, Civitavecchia».
Nato a Roma nel 1984, vissuto nella capitale fino ai trenta, da bambino Peverini trascorreva le estati dai nonni a San Lorenzo Nuovo, e per mettere su famiglia ha scelto la bellezza e la vivibilità della Tuscia. «Le mie origini sono qui. Prima era una seconda casa, adesso è casa». Tanto da partecipare con passione alla vita culturale della sua zona di residenza: «Amo infinitamente i Pugnaloni di Acquapendente: penso che sia un evento unico al mondo. Ho fatto il bozzettista per un paio d’anni, e continuo tuttora come componente di un gruppo. Per quanto riguarda i progetti futuri per la Tuscia, c’è un’idea che ho in mente da qualche anno e che vorrei portare avanti, tempo permettendo. Non sarà però qualcosa che rappresenta il territorio nella sua interezza: non sarebbe possibile, perché ogni paese è unico. Un vero mondo a sé».
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