Anno scolastico 1872/1873, dodici iscritti alla prima classe, come registra l’Albo Statistico appeso fuori dell’ufficio di presidenza. Anno scolastico 2024/2025, iscritti 650 studenti circa. In un secolo e mezzo il “Paolo Savi” ha cambiato pelle, ma pure sostanza, passando da Istituto Tecnico a Istituto di Istruzione Superiore. A Viterbo è più conosciuto semplicemente come “Ragioneria”. Nei decenni ha sfornato migliaia di diplomati che non si sono distinti soltanto per saper fare di conto, ma per aver raggiunto dimensioni professionali ed etiche di assoluto prestigio.
“Sono orgogliosa di rappresentare questo istituto che è un’eccellenza in campo scolastico e non soltanto a Viterbo e nella Tuscia”, sottolinea con orgoglio la dirigente Paola Bugiotti, cioè la preside. Computer alla sua destra. A sinistra, un’ampia finestra che scopre uno spicchio delle mura castellane di Viterbo. Alle spalle una copia della famosa “Scuola di Atene” di Raffaello Sanzio.
Proviamo a disegnare l’identikit della scuola?
“Allora partiamo dagli indirizzi. Quello principale è il tecnico/economico, il Ragioneria di una volta, con percorsi di amministrazione, finanza e marketing. Poi abbiamo il corso di sistemi informativi aziendali che prepara coloro che un tempo si chiamavano programmatori informatici. Ancora, un corso di relazioni internazionali per il marketing. Infine il turismo che prepara i manager di settore. Ma abbiamo attivato da tre anni, con i contributi del Pnrr e dell’amministrazione provinciale, anche l’indirizzo professionale odontotecnico con l’allestimento interno di laboratori di assoluta avanguardia”.
Perché proprio l’indirizzo l’odontotecnico?
“Perché esisteva soltanto a Civita Castellana e c’era la necessità di averne un altro soprattutto nella zona Nord della provincia, che raccogliesse studenti anche dall’Umbria e dalla Toscana. Ogni anno le iscrizioni crescono”.
Il Savi non è soltanto a Viterbo…
“Esattamente. Abbiamo la sede di Tuscania dove c’è il liceo Scientifico, nella versione tradizionale e in quella di Scienze Applicate. Su Viterbo abbiamo anche il corso serale e la sede presso la casa circondariale. Entrambi riguardanti i sistemi formativi aziendali”.
In totale, quanti sono gli studenti?
“Circa seicentocinquanta. Siamo cresciuti, ma di poco perché c’è un decremento demografico generalizzato che ha motivazioni diverse”.
Siete impegnati anche nei corsi Erasmus.
“Certo, abbiamo progetti internazionali che permettono agli studenti di fare esperienze in diversi paesi europei”.
Come è composta per genere la popolazione scolastica?
“La popolazione scolastica è principalmente maschile, ma anche le ragazze sono presenti e con ottimi risultati”.
C’è un problema o qualcosa che la preoccupa, legati al disagio giovanile?
“Io e tutti gli insegnanti abbiamo molta attenzione a seguire individualmente i ragazzi. Spesso riusciamo a prevenire determinate situazioni. Però situazioni preoccupanti ce ne sono poche. L’ambiente è generalmente tranquillo e sano”.
Senta, perché io studente, appena terminata la scuola media, dovrei scegliere il “Paolo Savi”?
“Viterbo e provincia hanno un tessuto formato da piccole imprese artigiane, scegliendo ad esempio l’indirizzo economico e finanziario imparerò a gestire la mia azienda oltre a imparare l’italiano, la matematica, le materie tradizionali. L’agricoltore e l’artigiano, il piccolo imprenditore, attraverso questi studi, diventa il manager moderno della propria azienda”.
Avete rapporti con l’università?
“Collaboriamo regolarmente con l’ateneo per quanto riguarda l’orientamento e i percorsi di PCTO. I ragazzi vengono orientati verso un itinerario lavorativo o universitario. Ma collaboriamo anche con la Camera di Commercio e le aziende del territorio”.
Non si può dire che non sia soddisfatta. Ha comunque una priorità?
“Vorrei far capire a tutti i cittadini della provincia viterbese che questa è la scuola più bella che si possa scegliere, per formarsi e crescere al meglio delle proprie possibilità”.