“Perché agli uccelli viene applicato un anello sul piede?”

di Chiara Sordini*

DUBBI AVIARI
Questa settimana partiamo dalla domanda di uno di voi lettori: “Perché agli uccelli viene applicato un anello sul piede?”
Gli anelli, amovibili e non, rappresentano una specie di carta di identità del volatile. Possono essere applicati a soggetti di pochi giorni di vita, ma anche a volatili selvatici che vengono appositamente catturati. In questo ultimo caso l’anello permette di monitorare gli spostamenti degli uccelli ed è utile per avere informazioni sull’età, sul sesso ed anche per misurare la crescita. Una volta inanellato l’uccello viene liberato e solo dopo la sua morte e reperimento si potrà risalire alla sua storia. Ad alcuni uccelli l’anello viene applicato a pochi giorni dalla nascita: è il caso di alcune specie di pappagalli domestici che fanno parte del CITES, un trattato che li identifica come specie protette e a rischio estinzione, ed è quindi obbligatorio registrare l’anno di nascita, la sigla dell’allevatore e un numero di riconoscimento. Le cocorite, che sono i pappagallini più diffusi nelle nostre case, non sono tra le specie soggette a questo obbligo, perciò se vengono inanellati è per poter partecipare ad esposizioni o per necessità dell’allevatore di distinguere soggetti nati da coppie diverse per evitare successivi accoppiamenti tra consanguinei.
L’anello è un ottimo sistema di riconoscimento, ma può essere anche rischioso: bisogna controllare che non stringa troppo il piede, che di conseguenza potrebbe gonfiarsi, ed in questo caso l’anello va subito fatto asportare da un veterinario, e che la mamma del pullo non inizi a beccare l’anello perché potrebbe causare lesioni anche letali sul piccolo.

Un altro quesito che ci avete posto è quale sia la giusta alimentazione per i pappagalli.
In commercio si trovano dei mangimi di scarsa qualità, costituiti prevalentemente da semi, che, sebbene molto graditi ai pappagalli, comportano carenze multiple di vitamine, minerali, aminoacidi ed eccessi di zuccheri e grassi. Le diete che possono essere utilizzate si dividono in tre categorie:
1.Estrusi e/o pellettati: sono dei mangimi completi, un po’ come le crocchette di cani e gatti. Sono ben bilanciati e possono rappresentare la gran parte della razione giornaliera. I pappagalli che ne consumano una giusta quantità non hanno bisogno di aggiungere integratori alla dieta e riescono ad evitare molti problemi gestionali;
2.Miscele di semi e vegetali freschi: possono contenere cereali e oleaginose, più legumi ammollati e cotti. Questa dieta va integrata con frutta e verdura fresche, date regolarmente e con varietà. Sono da preferire i vegetali di colore intenso perché più ricchi di nutrienti. La frutta tropicale è più adatta ai pappagalli, ma attenzione all’avocado che può essere letale!
3.Dieta casalinga: la somministrazione di alimenti umani è sconsigliata, i pappagalli non sono in grado di metabolizzare alcuni cibi.

La dottoressa Chiara Sordini* nasce a Viterbo il 14 maggio del 1985. Nel 2009 si laurea nella Facoltà di Medicina Veterinaria di Perugia, dove resta un altro anno dopo la laurea facendo tirocinio presso una clinica per piccoli animali ed animali esotici. Nel 2011 torna a Viterbo dove per un periodo si occupa anche di animali da reddito. Dal 2012 incentra il suo lavoro sugli animali da compagnia ed esotici; e dal 2016 anche sugli animali selvatici in collaborazione col CRAS di Viterbo. Da qualche anno ha intrapreso la specializzazione nel campo dell’ecografia.
Contatti: sordini.chiara@tiscali.it – redazione@tusciaup.com

COMMENTA SU FACEBOOK

CONDIVIDI