E’ nata agli inizi degli anni Ottanta, quaranta anni e più li dimostra tutti, anche se non per colpa propria. Più precisamente, non è mai nata. Parliamo dell’area attrezzata del Poggino-Ciprovit che in oltre quattro decenni, non è mai cambiata: strade sconnesse, banchine che non esistono, soltanto polvere e pozzanghere. Di attrezzato, poco o nulla, se non il nuovissimo centro delle Poste. A portare nuova vita ci proverà Orazio Francesco Piazza, vescovo di Viterbo dall’ottobre scorso, che ieri pomeriggio ha voluto incontrare gli imprenditori, invitati in assemblea da Antonio Di Pietro, che da anni svolge sostanzialmente il ruolo di rappresentante di categoria. Impegno formale del presule che ha speso gran parte dei suoi sei mesi trascorsi nella diocesi viterbese a “conoscere, soprattutto a conoscere”, insiste. “Bella, bellissima terra la Tuscia con grandi eccellenze, soprattutto nel settore agricolo. Sono sponsor della Tuscia, me ne sono innamorato. Ma è purtroppo anche una terra con grandi per quanto evidenti criticità, come quella rappresentata dalle infrastrutture. Me ne occuperò e vi assicuro che colpirò duro, non mi tirerò indietro”, sottolinea. “Voi imprenditori – continua – siete i nervi, la trama del lavoro di questa terra”. Monsignor Piazza dietro il sorriso bonario nasconde una evidente determinazione anche se cerca magari di stemperare i toni attraverso le battute: “Avete dell’ottimo vino, per esempio l’Est, Est, Est di Montefiascone o la Cannaiola di Marta, ma vuoi mettere con il nostro Solopaca o il Falerno…”. Invita, anzi sollecita, il gruppo a individuare tre esponenti di categoria che possano parlare alla radio del vescovado. “Una rubrica settimanale – spiega – dal titolo “Parole in prospettiva”, un talk show che sarà molto utile per la comunità rispetto alle questioni di interesse sociale e non solo”. Nella circostanza chiede di conoscere meglio le esigenze e le richieste degli imprenditori che lavorano al Poggino (è presente anche la rappresentante delle nuove Poste), al fine di elaborare le azioni da portare avanti per la rinascita – anzi la nascita – del Poggino. “Viterbo – ed amplia il discoro all’intera città – certo ha anche altre problematiche. So che stanno per aprire altri quattro centri commerciali. Cosa ne penso? Che prima bisognerebbe valutare al meglio le condizioni sociali, economiche, strutturali della città. Il rischio che certe iniziative possano risultare negative per il tessuto della città è evidente a tutti. Senza considerare che già Viterbo può offrire un bel numero di siti commerciali. Il centro storico? Purtroppo siamo di fronte ad una autentica bellezza della memoria storica ed al dramma della realtà”.(L.C)