Pranzo del Purgatorio: quel cibo che ha il sapore del territorio e della fratellanza a Gradoli

Il mercoledi delle Ceneri ricade il 5 marzo Quest’ultimo è un giorno di digiuno e penitenza, che segna l’inizio della Quaresima nel calendario cristiano. Bisogna fare un salto indietro nel tempo di quasi cinque secoli per scoprire il significato di questa festa . Nel XVI secolo, la Fratellanza del Purgatorio, allora conosciuta come Opera Pia per il Suffragio delle Anime del Purgatorio, iniziò a organizzare questo evento per raccogliere fondi e beni di consumo da destinare alle famiglie in difficoltà. Questo spirito di carità e mutuo soccorso è rimasto inalterato nel tempo, consolidandosi al punto da trasformare il Pranzo del Purgatorio in un evento atteso tutto l’anno che attira visitatori da oltre i confini regionali. Oggi, l’appuntamento si svolge nella cantina sociale di Gradoli, dove si radunano quasi 2.000 commensali per celebrare una tradizione che è un autentico punto incontro tra religione, cultura e gastronomia. L’apertura della vendita dei biglietti lo scorso  22 febbraio ha registrato a poche ore il sold out.E’ una partecipazione molto ambita unisce a tavola, politici, personaggi della società civile, della imprenditoria e privati cittadini. Si tratta di un vero e proprio banchetto, condiviso da quasi 2.000 persone, che ha nell’attesa una delle sue caratteristiche principali. Così come l’anima nel Purgatorio attende la purificazione per guadagnarsi il Paradiso, a Gradoli i commensali vivono un’attesa ben più terrena e materiale per poter mangiare e partecipare a questo rito secolare. Il pranzo, infatti, arriva a durare svariate ore, vista la mole di cibo da preparare e il numero elevato di partecipanti. Ed è proprio la lentezza l’elemento caratteristico che conserva intatte le sue caratteristiche tradizionali. Pure il menu è lo stesso da sempre, composto da pietanze che adoperano ingredienti tipici della zona, sia di terra che di lago.

La giornata inizia presto per i membri della Fratellanza: alle 3 del mattino si accendono i fuochi sotto enormi paioli alimentati da 50 quintali di legna. Tra una pausa per la colazione a base di pane, formaggi e pesce fritto e un lavoro incessante in cucina, tutto è pronto per accogliere i commensali alle 13. I confratelli, tutti rigorosamente uomini, indossano per l’occasione il tradizionale saio marrone con mantella viola, cappuccio e tamburino. Ogni dettaglio del pranzo è curato per mantenere viva la tradizione.

La preparazione: i membri della Fratellanza alle 3 del mattino accendono i fuochi sotto enormi paioli alimentati da 50 quintali di legna. Tra una pausa per la colazione a base di pane, formaggi e pesce fritto e un lavoro continuo in cucina, tutto è pronto per accogliere i commensali alle 13.

Il menu rappresenta un omaggio alla tradizione locale e comprende: minestra di riso con sugo di tinca, la cui ricetta è custodita gelosamente dai cuochi; luccio in umido, nasello fritto e baccalà lesso (600 kg di pesce per ciascuna preparazione); 250 kg di fagioli bianchi del Purgatorio, piccoli e delicati; una mela come frutto. La semplice soddisfazione del bisogno di cibarsi con un semplice pasto che mette tutti d’accordo per il quale si alimenta la corsa per arrivare ad avere un posto a tavola e condividerne insieme le pietanze e il sapore della Fratellanza.

 

 

 

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