Qual è il futuro dell’agricoltura? Coldiretti lancia la sfida

di Luciano Costantini

Qual è il futuro dell’agricoltura? Più precisamente, come sarà “L’anno che verrà”. L’interrogativo posto dalla Coldiretti viterbese come titolo del convegno, che nel pomeriggio si tiene all’Auditorium dell’Università della Tuscia, fornisce elementi di cauto ottimismo, ma porta anche la denuncia – chiara e forte – degli imprenditori agricoli e della politica rispetto a “nemici” esterni e ormai da tempo chiaramente identificati e “nemici” interni che vanno scalando posizioni sempre più infide e per questo più pericolose. I primi operano in ambito ambientale attraverso la rapida e progressiva espansione del fotovoltaico e lo spettro dei depositi di scorie nucleari. I secondi arrivano dal sistema della comunicazione che negli ultimi tempi ha portato attacchi sempre più pesanti all’agricoltura, e più in generale, alla Tuscia. Denuncia che arriva dal palco dell’Auditorium ed è formalizzata all’unanimità, senza se e senza ma, dai presenti: il sottosegretario alle Politiche Agricole Francesco Battistoni, il senatore Umberto Fusco, il consigliere regionale Enrico Panunzi, il presidente della Coldiretti Mauro Pacifici. Tuona Panunzi: “I mass media stanno sputtanando questo territorio”; gli fa eco Fusco: “Non ci stiamo a questo gioco”; “Questa non è la terra dei fuochi”, puntualizza con forza il numero uno della Coldiretti. Insomma, oggi il nemico da battere è il messaggio che arriva dalla comunicazione, più che le problematiche ataviche del settore. Per esempio, la mancanza di una industria di trasformazione, cioè il punto finale della filiera produttiva, che non valorizza i prodotti della Tuscia. “Non è possibile che il nostro latte serva per preparare il pecorino Toscano o il pecorino Romano. L’origine viterbese della materia prima non esiste, cancellata”, sottolinea il presidente Pacifici. “Ecco perché – sollecita Panunzi – dobbiamo associare i nostri prodotti alla nostra agricoltura. Creare marchi autentici distinguendoli e difendendoli da quelli fasulli. I prodotti spiegano anche la storia di una terra. Questo è anche un fatto culturale. E, per favore, non puntiamo esclusivamente sul biologico a scapito della agricoltura tradizionale. Che invece, possono e devono coesistere. I giovani sono la nostra forza”. Due di essi sono sul palco. Sono carichi di entusiasmo, ma non nascondono anche preoccupazioni, come la burocrazia e le difficoltà di accesso al credito. “Per il settore agricolo ci sono sette miliardi, uno in più rispetto allo scorso anno”, risponde il sottosegretario Battistoni. “Anche per questo – spiega Pacifici – vediamo nel prossimo anno una grande opportunità. Ci sono tanti giovani che si stanno impegnando in un settore che è strategico per tutto il Paese, c’è la grande disponibilità della politica, ci sono i soldi per finanziare nuovi progetti. C’è pure un problema relativamente nuovo, quello dei cinghiali che stanno distruggendo fauna e colture. Non diciamo di ricorrere al fucile, ma di disciplinare il loro numero. Guardate che gli agricoltori sono artisti della terra. E chi fa buona agricoltura fa buona salute”.

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